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Yoongi corse.

Tentò di trattenere le lacrime mentre continuava ad incrementare la sua andatura. Sentì come se i suoi piedi fossero sul punto di abbandonarlo, ma lui persistette. Sentendo le lacrime scivolare sulle guance, scosse la testa, dicendo a se stesso che non era il momento di piangere, che doveva pensare a salvarsi e a portare gli altri fuori da quel maledetto posto. E ce l'avrebbe fatta. A denti stretti, forzò se stesso a non guardarsi indietro. Non poteva sopportare di vedere lo scenario che gli si sarebbe presentato davanti. Sarebbe stato troppo per lui.

Non sapeva dove si stesse dirigendo, aveva la vista sfocata. Non riusciva a pensare lucidamente; la sua mente sembrava come circondata da una fitta nebbia da cui non poteva scappare. Continuava a pensare a Taehyung. Si sentiva sbagliato, si sentiva in colpa; non avrebbe dovuto lasciarlo indietro. Provò ad accantonare quei pensieri, nascondendoli nel luogo più lugubre della sua mente e si disse che il ragazzo sarebbe scomparso presto dai suoi ricordi, ma i suoi ricordi al contrario persistevano nella sua testa. Non era importante quanto duramente tentasse di scacciarli, lui semplicemente non ci riusciva.

Yoongi inciampò nei suoi stessi piedi. Cadde, crollando sul cemento grezzo. Trasalì, avvertendo dolore all'interno del busto che premeva forte contro i suoi polmoni e il respiro incominciava a venir meno. Provò a mettersi in piedi, ma i suoi arti non riuscirono a sostenerlo. Le sue gambe dolenti erano difficili da utilizzare come supporto. Si morse il labbro e trattenne il respiro, cercando di ignorare il dolore mentre sforzava se stesso a mettersi in piedi.

Cercò di guardarsi le spalle con la coda dell'occhio, mentre l'ansia incominciava a strisciargli addosso come un parassita. Le sue mani iniziarono a tremare, le sentiva spoglie dalla pelle per quanto freddo sentisse; poi, un senso di adrenalina lo travolse. Mise le sue mani su entrambi i lati della testa e cercò di alzarsi, ma finì solamente per collassare al suolo.

Yoongi gridò quando si sentì tirare su improvvisamente. Incominciò ad agitarsi furente sperando di riuscire a trovare una via di fuga e fuggire dall'agguato del killer, ma fu costretto a fermarsi. Voltò lo sguardo verso la persona sospetta e sentì il pesante fardello sollevarsi dalle sue spalle.

Era Seokjin.

Yoongi aprì la bocca pronto a parlare, ma Seokjin posizionò un dito contro le sue labbra, come a fargli intendere di non emettere nessun suono. Yoongi serrò le labbra quando Seokjin guardò con ansia oltre le sue spalle prima di svoltare velocemente l'angolo, con Yoongi ancora tenuto stretto a se. I loro petti si muovevano lenti, stanti, quasi stessero per scoppiare e lacerarsi da un momento all'altro.

Ad ogni passo che facevano, diventava sempre più buio. Non sembrava più che fossero all'interno del quartiere, no, ora erano in un'ambientazione totalmente diversa. Yoongi non voleva fare domande al ragazzo, ma l'oscurità illuminata semplicemente dalla luna stava iniziando a fargli salire l'angoscia; il semplice scricchiolio delle foglie sotto i suoi piedi lo fecero rabbrividire. Le alte chiome degli alberi che servivano come cupola non erano nemmeno più visibili a causa del buio.

"Andrà tutto bene. Ci siamo quasi," emise Seokjin in un respiro, "Hoseok e Jimin ci stanno aspettando."

Yoongi non ne rimase convinto. A causa degli eventi che si erano verificati, dubitò che sarebbe andato tutto per il meglio. Tuttavia, non disse nulla. Rimase in silenzio, rimanendo al suo fianco. L'oscurità gli precipitò addosso su tutti i lati e una sensazione di timore si aggrappò saldamente a lui come una sanguisuga. Il buio che lo stava circondando gli sviluppò un senso di claustrofobia, così da fargli venire il mal di testa e anche il lieve sussurro dei rami iniziò a farsi sentire pesante nelle sue orecchie,

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