7. Ecco cosa succede quando ti dimentichi di caricare il telefono

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Arrivata alla stazione di Collegno proseguì a piedi fino a casa, e nonostante fosse il crepuscolo e i lampioni già illuminavano fiocamente le strade c'era ancora qualcuno in giro che popolava i marciapiedi. Dopo poco arrivò a casa, e si tolse il cappotto nell'ingresso prima di entrare in cucina per salutare i suoi.

«Com'è andata oggi, tesoro?» le chiese la madre, gli occhi fissi sulle zucchine che stava tagliando. Adua salutò lei e il padre – seduto sulla sedia a guardare la televisione – con un bacio sulla guancia.

«Il solito. Aspetta che mi lavo le mani e ti aiuto.»

In due finirono prima del previsto, e stavano apparecchiando la tavola quando anche Mick arrivò a casa da lavoro. «Che profumino, che si mangia?»

«Risotto con le zucchine, vieni che è pronto.» Adua notò il padre storcere la bocca alla notizia che c'era solo il primo, eppure avrebbe dovuto farci l'abitudine. La mamma aveva deciso di metterlo a dieta perché si lamentava che non gli entrassero più i pantaloni e doveva continuamente andare dalla sarta – "È la pancia della vecchiaia questa, vedrai quando uscirà anche a lei se deciderà di stare a stecchetto", brontolava lui con la figlia – e da allora il padre si poteva proprio scordare i pasti completi con primo, secondo e contorno. Ma Adua già sapeva che dopo il risotto sarebbe andato ad aprire il frigorifero, nella speranza di trovare un po' di formaggio da sgraffignare, e la mamma avrebbe fatto finta di niente.

«Sai cosa stavo pensando, sorellina? Che è da rifare.» Mick prese posto al tavolo, e iniziarono a cenare.

Adua non aveva bisogno di chiedergli chiarimenti, i loro pensieri erano sulla stessa lunghezza d'onda. «Sono d'accordo! Quando vuoi tu» rispose con un sorrisone.

«Ehi, ehi, adesso non corriamo troppo però. Ci sono altre cose importanti oltre le partite. C'è lo studio, e il lavoro» intervenne il padre, fiutando immediatamente l'argomento del discorso.

La madre si limitò a sorridere sotto i baffi. «Ma Adua muore dalla voglia di rivedere quel Paolo

La ragazza spalancò gli occhi, per poi guardare il fratello. «Michele!»

«Che c'è? Non ho fatto niente, io.» Si strinse nelle spalle, ma Adua sapeva benissimo chi era il responsabile di quel pettegolezzo.

«Mi raccomando, spargete la voce che sono single perché sto aspettando lui» disse allora lei, alzando gli occhi al cielo e risollevando la questione che la madre di tanto in tanto le poneva – "Adua cara, ma non hai un amico speciale da farmi conoscere? Io, alla tua età...".

«Perché, non è così?» la prese in giro il fratello, guadagnandosi un calcio da sotto al tavolo.

«Ahia! Adua, smettila di comportarti come una bambina, su.» La madre si massaggiò il ginocchio, incenerendola con lo sguardo. Ops. Adua cacciò la lingua al fratello quando la madre non la vide, mentre il padre si limitò a scuotere la testa e ridacchiare sotto i baffi.

La cena filò liscia, e dopo aver aiutato la madre con i piatti la ragazza si recò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Solo allora si ricordò di mettere in carica il telefono, e mentre aspettava si accendesse andò in bagno a cambiarsi.

Si buttò poi sul letto, accendendo la TV che aveva in camera e prendendo il telefono per controllare come procedeva la situazione su Instagram. Sullo schermo c'era ancora la notifica che le era arrivata in treno e non aveva fatto in tempo a leggere, e quando la vide strabuzzò gli occhi e il cuore minacciò di uscirle dal petto.

@paulodybala ti ha inviato un direct.

Oh mio dio, Paulo mi ha scritto, mi ha cercata. Quello fu il primo pensiero della ragazza.

Cavolo, me l'ha inviato ore fa e lo vedo soltanto ora! E se pensasse che lo sto evitando? Il secondo.

Adua si lasciò distrarre da mille paranoie, ancora incredula di ciò che aveva visto, e volendosi accertare di un pensiero improvviso andò sul suo profilo, e a quel punto gli occhi le stavano davvero per fuoriuscire dalle orbite.

@paulodybala ti segue.

Le mani le tremavano e percepiva il rumore della televisione come un assiduo ronzio nelle orecchie, mentre tutto ciò su cui riusciva a focalizzarsi era la notifica, il messaggio, e la consapevolezza che tutte quelle persone hanno visto la mia foto perché lui ha messo mi piace.

Adua si riscosse dai mille pensieri e aprì il messaggio.

Ci conosciamo?» «No.» e invece eri tu, sei sempre stata tu."

"E invece eri tu, sei sempre stata tu". La ragazza sentì un improvviso bisogno di tatuarsi quelle parole in fronte, perché erano troppo belle per essere vere, e l'idea che fosse tutto un sogno minacciò più volte i suoi pensieri. Tum, tum, tum, il cuore batteva ad un ritmo spropositato e Adua si sforzò di prendere un paio di respiri profondi, le lacrime che le bruciavano gli occhi e minacciavano di cadere. Soltanto dopo essersi data un pizzicotto – è tutto un sogno questo, vero? – decise di rispondere, le dita tremanti che sbagliavano tutte le lettere.

"Ma è vero, noi non ci conosciamo." Dopo aver discusso con se stessa per circa dieci minuti i pro e i contro del messaggio decise che sì, faceva davvero schifo come risposta. Quindi ovviamente lo inviò.

Si appoggiò con la testa al cuscino e rimase a fissare il telefono sul comodino per un tempo che le parve lunghissimo, finché le palpebre si fecero pesanti e il sonno piombò su di lei, mettendo a tacere tutti i pensieri.



Ta-daaan!
Paulito l'ha scritta e io sclero come se fossi Adua jasdfgk
Lasciatemi un commentino, una stellina, insomma fatemi sapere se vi sta piacendo e cosa vi aspettate!
kisskiss

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now