Tredicesimo.

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Wes ha guidato per poco più di un quarto d'ora prima di arrivare in un fast food a tema americano. Stranamente ho fame, e in modo altrettando strano ne ho all'una del mattino. Scendiamo dall'auto dopo averla parcheggiata, e ormai del tutto sobria richiudo lo sportello, per poi raggiungere Wes dall'altra parte del veicolo.
Non appena lo affianco, mi circonda teneramente la schiena con un braccio. Alzo lo sguardo e noto che gli si sono colorate le guance alla luce del lampione, ed entriamo nel ristorante ancora aperto nonostante l'orario. Subito mi travolge un profumo di patatine fritte e panini, che non fa altro che far aumentare il mio appetito.

I pavimenti sono ricoperti da piastrelle a scacchi e per la sala sono cosparsi di qua e di là tavoli circondati da due o quattro sedie, o anche da panche imbottite ai lati della stanza. Di fronte a noi, sfila un bancone rosso dove si trova la cassa, e dietro di quest'ultima, la cucina. Appese alle pareti ci sono varie targhe e manifesti ispirati a quelli degli anni 60, con donne e macchine sportive.

"Ci sediamo? Altrimenti, se vuoi, rimaniamo in piedi ad ammirare il panorama. Solo che sembreremmo degli psicopatici, sai?" Propone il ragazzo dopo aver visto che mi stavo dilungando un po' troppo, quindi ridacchio in risposta.

"Scusami, è che non ero mai stata in un posto come questo" ammetto con leggero imbarazzo. Credo che chiunque dia per scontato che tutti, almeno una volta, siano stati in un fast food del genere, ma in realtà non è così ovvio dato che sono un'eccezione. Wes, però, fa spallucce con un sorriso in faccia e mi leva un grande peso di dosso. Pensavo mi avrebbe preso in giro, o quanto meno che avrebbe fatto qualche battuta.

Ci sediamo uno davanti all'altro ad un tavolino, e involontariamente vengo attratta dal modo distratto in cui si spettina il ciuffo dal color dell'inchiostro mentre consulta il menù. Prima che possa notarmi, prendo a mia volta il foglietto con le portate e leggo i nomi delle portate. Hamburger di manzo, hamburger di verdure per vegetariani, panino con cotoletta, cheeseburger, cheeseburger doppio, pepite di pollo, alette di pollo, patatine fritte, bastoncini di mozzarella. Tutte queste cose mi stanno facendo venire l'acquolina.

"Buonasera ragazzi, avete già scelto?".

Non l'ho nemmeno sentito arrivare, ma all'improvviso si materializza un cameriere alla mia destra.

"Prima le signore" fa Wes riponendo il menù sulla superficie lignea.

"Ehm..." i miei occhi iniziano a correre ancora sulla carta, andando a scegliere qualcosa che non avrei mai ordinato; "hamburger vegetariano" dico alla fine, pentendomi subito. Non sono per niente un'amante delle verdure, tanto meno degli hamburger senza carne. Non che sia una carnivora ossessionata da tutto ciò che non nasce da un seme; diciamo piuttosto che non mangio insalata ogni giorno.

"Per te, invece?".

"Heather, cosa mi consigli?".

Mi fa l'occhiolino. Come? Ha capito che non era ciò che volevo? L'ho reso così ovvio?

"Direi... un hamburger, senza cipolla" sto al gioco, sorridendo dopo di lui.

Ordiniamo le bibite e dopo aver terminato, il cameriere se ne va lasciandoci soli e permettendomi di ringraziare Wes.

"Dio, non so come avrei fatto a mangiare quel coso se non avessi preso quel panino... grazie".

Gli prendo la mano senza accorgermene ma dopo un secondo la rimuovo. Che cavolo mi prende?

"Scusam-

- non scusarti. Ho perso il conto delle volte in cui hai chiesto scusa stasera" ride.

"Scusa".

Il Figlio Dei Miei Vicini Where stories live. Discover now