Decimo.

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Dopo aver ordinato cinque cioccolate calde, la cameriera se ne va lasciandoci soli a chiaccherare.
Non posso fare a meno di notare gli sguardi che si scambiano Maggie e Arthur e i loro gomiti casualmente vicini mentre parlano. Sono così carini, e non sono l'unica ad averci fatto caso.

"Fanno venire il vomito" commenta Sophy avvicinandosi al mio orecchio, e ridacchio in risposta.
"Si piacciono da un secolo e non si sono ancora dichiarati, che due imbecilli".

"Credo siano solo timidi" ribatto in difesa della mia amica, che si gira dalla nostra parte con uno sguardo investigatorio, come se avessimo scritto sulla fronte "stiamo parlando di te", perciò sposto la mia attenzione su Nate, che finora non ha ancora aperto bocca. Non fa altro che fissare il porta tovaglioli al centro del tavolo, e se lo rigira tra le mani.

"E io che ho detto?" chiede retoricamente Sophy.

Le nostre ordinazioni arrivano fumanti e non appena la tazza viene posata davanti a me, prendo un paio di bustine di zucchero e ne strappo un angolo, versandone il contenuto nella cioccolata.
Giro e rigiro il cucchiaino sperando che si raffreddi quel tanto da poter essere bevuta senza provocarmi un'ustione, e intanto Arthur dice qualcosa che non ho nemmeno ascoltato.

"Cosa, scusa?" domando alzando gli occhi.

"Ti ho chiesto se di colpo sei andata in depressione, è da cinque minuti che mescoli senza dare segni di vita".

"No, ci sono" rabbrividisco, quindi bevo un sorso e mi lecco le labbra.

Sento lo sguardo di Nate pesare sulla mia bocca, e istintivamente prendo un fazzolettino di carta credendo di essere sporca.

"Comunque" riprende Art "questo sabato è un giorno speciale Maggie, o sbaglio?".

Avvicina lentamente il mignolo a quello della ragazza, che si trattiene dal sorridere per quel piccolo gesto.
Ovvio che si trattiene, beh... È pur sempre Maggie.

"Pensavo di organizzare una festa in onore dei miei 18 anni, e insomma sono importanti, no?" Fa spallucce godendosi le carezze di Art.

Mi ero totalmente dimenticata del suo compleanno, accidenti. Art le ha già comprato il regalo - quei calzini adorabili - e non so se Sophy ne abbia già acquistato uno per conto suo. Se non fosse così, potremmo farne uno insieme, d'altronde la conosce molto meglio di me, e di chiederlo a Nate non ci penso proprio. Non mi ci vedrei con lui a girare negozi in cerca del regalo perfetto per una ragazza incontrata solo una settimana e mezzo fa, e poi non mi sembra il tipo con cui fare compere in modo allegro.

"Farai quella festa di cui parlavi?" domanda la rossa di fianco a me, sorseggiando la sua bevanda.

Probabilmente la mia si raffredderà del tutto se non mi sbrigo.
Non appena sento la cioccolata sul labbro superiore, capisco forse ho aspettato un po' troppo. È quasi a temperatura ambiente, se non più bassa. La bevo in pochi secondi - non era tanta quella rimasta - e riporto la tazza sulla superficie del tavolo mentre Maggie spiega in cosa consisterà il suo "strabiliante e divertente diciottesimo", che a detta mia sarà pieno di gente, di musica e di sbronze. Non sbaglio di molto.

"Ho affittato il club Jersey, quello in fondo alla strada, e per "affittato" intendo che è tutto mio dalle 21.30 alle 03.00 del mattino. E sapete questo che significa? Party hard, babies. Alcol, casse grandi quanto te, Heath" espone con un'eccitazione crescente "e soprattutto, gente. Gente, gente, gente. In tutto, dovremmo essere in 250 persone. Inviterò gli amici e gli amici degli amici, anche se li conosco solo di vista. Pace amen, i diciotti li compi una volta sola nella vita".

Sono sbalordita: in questo discorso è contenuto tutto ciò che mi farebbe scappare a gambe levate non appena messo piede in un posto del genere. Alcol? Sempre guardato da lontano. Musica alta? Assolutamente no. Gente? Mi bastano i nuovi compaesani gentili che mi salutano quando li incrocio, soprattutto i vecchietti. Non potrò sopportare per più di tre ore quel casino, e soprattutto, con chi starò? Sento già le paranoie invadermi il cervello. Sophy avrà altra amiche con cui passare la serata, Nate se ne starà per i cavoli suoi e Arthur probabilmente non avrà occhi che per Maggie.
Che farò da sola? Non mi piace stare in mezzo a decine di persone senza compagnia, soprattutto sapendo che di solito non finisce mai bene. Mi sento morire dentro.
Nate sta battendo l'indice sul dorso della mia mano.
Alzo lo sguardo e incontro il suo, che esprime confusione.

Il Figlio Dei Miei Vicini Where stories live. Discover now