capitolo 46

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Eravamo seduti sul letto,uno accanto all'altra.Era silenzioso e io mi limitavo a guardarlo.
Ciò che mi spaventava era l'eco di qualche urlo proveniente da altre stanze che ogni tanto tagliava quel silenzio assordante.Rabbrividivo e una certa tristezza mi invadeva.

Ridetti un'occhiata a Connor e più continuava a rifugiarsi in quello strano silenzio,più mi sembrava un'altra persona.

"Connor?"

"Hmm!?"

"tutto bene?"

Mi guardó per qualche secondo,per poi riabbassare lo sguardo verso i suoi piedi coperti da calze bianche.

Notai sul tavolino un bicchiere d'acqua con accanto un paio di pasticche,una blu e una bianca.Erano lí,appoggiate sul freddo metallo e mi chiesi se Connor fosse silenzioso per aver ingerito qualcosa di simile.
Seguii il mio sguardo e mi disse"Le dovrei aver prese da circa un ora,mi aiutano a rilassarmi e a dormire ma non voglio."

Mi alzai,presi il bicchiere d'acqua che svuotai nel bagno della stanza e buttai le pillole insieme ad essa,facendole andare giù per lo scarico una volta tirato lo sciacquone.

"Non pensare,fai e basta.Quante volte sei riuscito a non prendere quella roba?"chiesi.

"Una,contando questa volta." ammise.

"Non devi farti convincere dal pensiero degli altri.Stai male ma non hai bisogno di nulla,Stai male ma non hai alcun problema psichico quindi basta."

"Lo dici te"

Prima di rispondere tolsi la giacca e mi rimisi vicino a lui.

"Si,lo dico io.Fatti contare questo mio parere come il parere più importante e con questo voglio vederti mangiare..." mi alzai e presi dallo zaino una busta di carta con dentro un'po di schifezze"...un'po di questa roba"sorrisi.

Il suo sguardo si illuminò e iniziò mangiare e gustarsi il cibo riacquisendo tutti sensi che stava perdendo in questo ambiente austero.Mi costrinse a mangiare un pezzo di hamburger anche a me,dicendo che aveva notato cose differenti in me,tra cui la perdita di qualche chilo.

Ruttó facendomi ridere e il suo sorriso nel vedermi era così bello..

Ci stendemmo sul letto,tenendoci uno di fronte all'altro.Accarezzai con la mano lo zigomo di Connor per poi passare il pollice sul suo labbro inferiore,tutto sotto il suo sguardo attento.Mi avvicinó a lui cingendomi la vita con il suo braccio,poggió le sue labbra sulle mie,le assaporó,per poi esplorare ciò che non risentiva da tempo.

Mi lasció sul collo piccoli baci umidi,per poi cercare il mio sguardo,inarcare le labbra in un sorriso.
Sentii come se la situazione fosse cambiata in modo netto nel giro di pochi secondi.Se prima sentivo freddo,in quel momento ad ogni suo gesto,sentivo la pelle fremere e ogni suo tocco bruciare sulla mia pelle pallida.
Non sapevo bene cosa stesse per succedere e non sapevo nemmeno come ci fossimo arrivati.
La mia mente perse la lucidità,sembrava che tornassi in me a scatti per poi ricadere nell'oblio del piacere del suo tocco.
Le felpe di entrambi erano ormai già sul pavimento e i nostri busti si toccavano a ritmo di respiri affannati.
Aprii gli occhi verso il soffitto facendomi scappare un gemito dalle mie labbra e per un momento mi ripresi il senso della ragione e capii.
Stava succedendo,in una fottutissima clinica,in una camera malandata,vecchia e  con altri pazienti dall'altra parte del muro.Chiunque avrebbe potuto aprire la porta e trovarci in queste condizioni.
Mi bloccai e cercai di mettere una mano sul petto di Connor,per fermarlo.
Lui però sembró non sentire nulla.

"Connor"riuscì a dire prima che si rimpossessasse della mia bocca mentre le sue mani iniziarono ad essere violente sulla pelle.

Scese alla vita,cercó di privarmi dei pantaloni mentre io cercavo di  richiamarlo ma lui..

"Cazzo Summer.."imprecó.

Con una certa forza riuscì nel suo intento e poi si staccò solo per togliere i suoi di pantaloni.
Mi guardò per un secondo ed è stato in quel momento che capì che c'era qualcosa che non andava.
Mi alzai,richiamando la sua attenzione,dicendogli di fermarsi ma la forza che usó per buttarmi nella stessa posizione di prima,mi destabilizzó.
Le sue mani presero i miei polsi con altrettanta forza e fece pressione su di essi ai lati della mia testa mentre si abbassava per darmi l'ennesimo bacio.

"Connor"Alzai di più la voce.

Sembrava non sentire,sembrava avere una persona sconosciuta addosso.

Mi morse il labbro inferiore con tanta forza facendomi strizzare gli occhi dal dolore.
In quel momento tutto mi crolló addosso,dentro e fuori.

Quando arrivò sotto il ventre fui invasa dalla disperazione.
Non riuscì altro che fare che alzare il ginocchio dritto sulle parti basse per far sì che mi desse le distanze.
Senza rendermene conto,ero in piedi,nuda e in lacrime,sconvolta.

Volevo dire qualcosa,volevo urlargli contro o perlomeno schiaffeggiarlo ma sembrava che per dargli quella ginocchiata abbia ricorso ad ogni mia forza rimasta nel corpo.

Connor rimase sul letto,per qualche secondo pensó solo al proprio dolore e poi si gettò di schiena sul materasso guardando il soffitto e poi gettó la testa verso di me.

Cercavo di coprirmi il più possibile,poi ripresi velocemente la felpa da terra e me la misi di fronte.
Tremante e stremata,sentivo le gambe cedere.

"Summer.."Balbettó rimettendosi in piedi.

Sembró come avere un bagliore di ragione,sembró come riprendere il sennò e capire cosa fosse appena successo.

Allungai il braccio di fronte a me,scuotendo la testa.

"Rimani lì dove sei"

Feci un paio di passi indietro per poi cadere a terra.
Connor fece per venire a riprendermi ma scoppiai.
Con i piedi cercai di trascinarmi indietro e gli ribadì di stare dove era,di non toccarmi,di non guardarmi più.

"Summer ti prego famm.."

"No!"Alzai la voce.

La voce di chi aveva visto il peggior incubo  di una ragazza avverarsi e testarlo sulla propria pelle.La voce di chi si sentiva la pelle sporca e l'animo in frantumi.

Si prese la testa con le mani e ricadde sul letto,preso da non so quale emozione.
Non sapevo più chi avevo davanti.

Ripresi la felpa e i pantaloni e li indossai velocemente,cercando di tenere a bada il forte tremolio.
Veloce,presi lo zaino e le scarpe,il telefono e poi scappai.

Corsi per i corridoi fino allo sfinimento,fino a dove le mie gambe ressero.Caddi e piansi in silenzio.
Indossai le scarpe e presi il telefono.In quel momento fu come un deja vu.
Uno di quelli che non vorresti avere.
I polsi di un colore anormale.

Trattenni il labbro inferiore anch'esso dolorante e chiamai il primo numero che c'era tra le chiamate recenti.Non so chi era ma stava squillando.

Il primo squillo

Sembrava che il mio corpo stesse per abbandonarmi.

Secondo squillo.

Non riuscivo a tenere gli occhi aperti.

Terzo squillo.

Faceva freddo.
La testa pesante.
I troppo singhiozzi in un silenzio che non accetta rumori.

"Summer!?"

Balzai sul posto sentendo una voce diversa,che non proveniva dal telefono che avevo appoggiato all'orecchio.
Alzai lo sguardo e forse per fortuna,o forse sfortuna,avevo di fronte, la persona che non mi sarei mai aspettata di trovare.

"Luke?"

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⏰ Last updated: Nov 07, 2017 ⏰

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