capitolo 22

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"My ghost
Where'd you go?
What happened
to the soul you used
to be?"
Ghost-Halsey

Stilness.
Quiete,la quiete interiore che nessuno troverà mai.Ognuno di noi sarà sempre tormentato da qualcosa.Ognuno di noi passerà notti insonni a pensare a ciò che lo spaventa di più o che aspetta di più oppure a cosa ricorda di più.
Il tormento più significativo,a mio parere,lo danno i ricordi.
I ricordi rimarranno impressi nel tempo, rimarranno impressi nella nostra mente,si sbiadiranno ma rimarranno.
I ricordi non si possono cambiare. Potrebbe essere una buona cosa se sono,detta ingenuamente,belli,ma se in quelli si presentano la tristezza,il rimorso,il dolore,la sofferenza,la delusione,desidererai sempre che quelli cambino.Continui a rimuginarci sopra dieci,cento,mille e chissà quante volte,pensi a come poterlo modificare,a come poteva andare ma rimarrà esattamente identico a come lo hai ricordato all'inizio della tua notte insonne.
A volte mi chiedo come ci si sentirebbe immersi in una quiete momentantea che riecheggia nella testa,nel corpo,senza sentire la voce dei propri pensieri.Chiudere gli occhi e lasciarsi cullare solo dal silenzio.

Non c'è via di scampo al tormento.

Connor parla di questo,parla di una persona che si avvicina a ciò e il che mi incuriosisce un'po,a dirla tutta.
Dopo avergli risposto,continuò a guardarmi e poco dopo abbassò lo sguardo e se i miei occhi non mi ingannarono,sorrise.

Continuai a girare le pagine di quel quaderno rovinato come incantata.
Mi affascinavano le frasi scritte su di esso e le pagine disordinate.
Sospirai e spostai lo sguardo verso il pavimento.
Mi ha confidato la morte di un suo amico senza che glielo chiedessi o stroncare del genere e lui,di me,non sapeva ancora nulla,eppure era come se,in qualche modo,sapesse già.
Seguiva ogni movimento,ogni cambiamento del mio umore anche se cercavo di non darlo a vedere,e li analizzava.
Sentì le palpebre che si stavano facendo pesanti per il sonno ma non volevo dormire,volevo continuare a parlare con lui,scoprire la persone che è veramente dietro quella bipolarità costruita.

-Rimani qui?-chiese dopo un'eternità.

-Dipende-mi voltai verso di lui.

-Da cosa?-

-Se lo vuoi o no-dissi scrollando le spalle.

-Se fosse per me,non usciresti più da quella porta-si voltò a sua volta con un ghigno tra il malizioso e il divertito e fece occhiolino.

Lo guardai sconcertata e gli tirai un cuscino in faccia che nemmeno lo sfiorò.Sì lasciò cadere sullo schienale del divano con un gesto teatrale e iniziò a ridere.Il rumore della sua risata che riecheggiava nella stanza era un qualcosa di indescrivibile,era come se quella strana aura tetra che circondava quella stanza si stesse sgretolando.Mi morsi il labbro per evitare di sorridere.

-Siete le prime a pensare male e poi dite a noi uomini-

-Come se non passaste il novantanove percento del vostro tempo a parlare di certe cose-

-Semmai sessantanove-rise ancora di più quando vide la mia faccia.

-È una battaglia persa-mossi la testa in segno di disperazione.

-Ok,ok sentiamo e il restante uno per cento?-

-A pensare a quanto siete.. stramaledettamente belli-mossi le mani con un gesto teatrale.

Lui lo era.

-Lo hai detto come se fosse rivolto al sottoscritto,come se pensassi che lo sono-arricciò le labbra in un sorriso.

Merda.

-Dite di noi donne che ci facciamo castelli su nullità e poi siete i primi a montarvi la testa con nulla-usai la stessa cosa che disse poco prima e alzai gli occhi al cielo cercando di mascherare l'imbarazzo che si faceva spazio in me.

BlindfoldedWhere stories live. Discover now