23. DEREK

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Vedo le due labbra carnose avvicinarsi alle mie. Riporto lo sguardo sui suoi occhi e mi ci immergo dentro. Sono di un gaetano molto chiaro, con qualche pagliuzza dorata vicino alla pupilla che con la luce del sole sembrano brillare. Faccio incontrare finalmente le nostre labbra chiudendo gli occhi, assaporo questo momento come se ne andasse della mia vita, come se se mi staccassi non riuscirei più a essere lo stesso. Sento le sue labbra schiudersi leggermente e infilo la mia lingua nella sua bocca approfondendo il bacio. Dopo qualche lungo secondo mi allontano un po' da lui per riprendere fiato e punto i miei occhi nei suoi, brillanti, come se avessero luce propria. Gli sento dire qualcosa ma non capisco cosa. Gli chiedo di ripetere, facendo la figura dell'idiota. Quando finalmente capisco mi ritraggo di colpo, andando a sbattere contro la lampada facendola cadere. Guardo il disastro che ho combinato per poi spostare lo sguardo fino a Stiles e al suo volto incredulo. Esco di scatto dalla stanza, correndo per i corridoi non guardando dove vado. A un certo punto mi ritrovo in terrazza, la stessa di cui andavo a rifugiarmi quando litigavo con mia madre. Non aveva spesso ma quando succedeva ne uscivo devastato. Venivo qua per rilassarmi e godermi lo spettacolo che si presentava davanti ai miei occhi durante il tramonto. Nel momento in cui il cielo iniziava a tingersi di rosso sentivo la portafinestra aprirsi e mia madre che si sedeva vicino a me per guardare quella meraviglia. Adesso però non riesco ad ammirare il paesaggio. Penso soltanto allo sguardo ferito che aveva Stiles quando me ne sono andato. Sono un codardo e lo so ma non permettergli di entrare a far parte della mia vita. Tutti quelli che mi si avvicinano muoiono: Paige, i miei genitori e mia sorella Laura. Non posso permettere che capiti la stessa cosa a lui. È perfetto, sprizza energia da tutti i pori, è pieno di felicità e innocenza, come se niente potesse fargli male, è un angelo, il mio angelo, ma se sta con me rischia di diventare umano, o peggio un demone e non è giusto nei suoi confronti. Mentre sono immerso nei miei pensieri sento un rumore che mi risveglia. Mi giro di scatto e vedo Stiles trascinarsi per il corridoio appoggiandosi alla parete. Mi alzo di colpo e gli vado incontro facendolo appoggiare a me conducendolo sulla terrazza. Dopo averlo fatto sedere, lui cerca di regolarizzare il respiro, diventato veloce per la fatica di essere arrivato fino a qui. Io lo guardo con un misto di preoccupazione e rimprovero. "Perché mi hai seguito?" Lui si gira verso di me e mi guarda con stranito. "Perché dobbiamo parlare." "Di cosa?" gli chiedo con tono ironico mentre mi tolgo la felpa e gliela infilo vedendolo rabbrividire "Del fatto che sono scappato come un codardo quando mi hai detto 'ti amo', o di come ho la costante paura che tu possa scomparire da un momento all'altro e lasciandomi da solo come hai fatto tutti, oppure del fatto che stando con me tu rischi di ferirti. È già successo Stiles, come faccio a essere sicuro che non ricapiterà, che tu sarà al sicuro?" "Nessuno Derek, non te lo assicura nessuno, ma devi avere fiducia in me. Io non ti lascerò mai solo e se hai paura che io possa sparire ti sbagli, soprattutto adesso che ho bisogno di qualcuno che mi alleni." mi dice con un sorriso che io ricambio subito, lui mi sta cambiando tanto prima facevo soltanto sorrisi di circostanza e l'unica persona che riusciva a rendermi davvero felice era Cora." Derek non ti devi sentire obbligato a dirlo, fa niente. Io lo so e questo mi basta." Io lo guardo stupito. "Grazie per non farmi pressioni." "Voglio che tu lo dica perché lo vuoi e non perché ti senti obbligato." gli prendo il viso tra le mani e mi avvicina e, guardandomi negli occhi, unisce le nostre labbra in un bacio appassionato. Chiudo gli occhi di scatto e assaporo le sue labbra dolci che mi fanno impazzire per quanto sono morbide. Lo prendo in braccio appoggiandolo a cavalcioni sulle mie gambe, per averlo ancora più vicino e poterlo baciare meglio. Quando ci stacchiamo lui si gira verso il paesaggio e dice "Che meraviglia..." è finalmente arrivato il tramonto. Io lo guardo e confermo "Hai ragione." Quando ormai si è fatto buio sento il suo stomaco brontolare. Ridendo esclamo "Forza su, andiamo a mangiare prima che mio zio si incazzi e inizi a brontolare su quanto sia irresponsabile." Dopo esserci alzati gli prendo la mano, sorprendendo sia lui che me stesso, e ci dirigiamo verso la sala da pranzo. Il tratto è breve e lo passiamo in silenzio. Appena entrati sento Peter dire qualcosa ma lo ignoro e mi siedo di fianco a lui dopo aver fatto accomodare Stiles vicino a me. Guardo Peter come per avvertirlo di non fare cazzate. Lui mi restituisce lo sguardo con uno beffardo. Se fa qualcosa che non dovrebbe fare giuro che stavolta lo uccido davvero e non ci sarà nessuno a salvarlo. La porta si apre un'altra volta ed entrano Scott e Isaac. Non fanno neanche in tempo a sedersi che Peter dice "Ora che l'ultima coppia di piccioncini è arrivata possiamo finalmente mangiare." Scott e Isaac diventano rossi e quasi si confondono con la parete dietro di loro. La cena passa in assoluto imbarazzo e nessuno toglie lo sguardo dal piatto, tranne Cora, che se ne frega altamente di quello che succede e continua a mangiare tranquilla. Prima che arrivasse il dolce mia sorella si alza in piedi e dice "Sono riuscita a catturare Erica con l'aiuto di Scott e Isaac." mi giro di scatto verso Stiles e lo vedo sbiancare di colpo. Gli prendo la mano da sotto al tavolo per fargli forza. Intreccia le nostre mani e accenna un sorriso. Cora continua "È nelle segrete controllata da Noah." "Cosa? Mio padre è con quella stronza?" "Stiles tranquillo, è sotto strozzalupo quindi non riuscirebbe neanche ad alzare un dito senza l'aiuto di qualcuno." Lo vedo tranquillizzarsi alle parole di Cora, ma rimane comunque un po' agitato, per questo lo prendo per il polso e lo trascino in camera ignorando tutti. Lo porto in camera mia e lo faccio sedere sul letto a una piazza e mezzo abbracciandolo perché sta tremando. Lui si stringe a me come se fossi la sua ancora di salvezza salvezza che gli impedisce di cadere nel baratro. Questa visione mi fa stringere il cuore. Vedendo che non si calma, dico "Se hai paura che possa succedere qualcosa a tuo padre andiamo nelle segrete per controllare che sia tutto a posto." lo sento annuire sulla mia spalla, allora mi alzo in piedi trascinandolo con me. Lui, non aspettandoselo, mi si aggrappa addosso allacciandomi le gambe alla vita. Il lo tengo saldamente rischiando di cadere e quando riprendo l'equilibrio faccio scendere Stiles che è diventato tutto rosso. Sorrido vedendo che sono riuscito a metterlo in imbarazzo e, prima che lui possa dire una parola, lo accompagno attraverso i lunghi corridoi del castello fino alle segrete. Durante il tragitto Stiles si sofferma ad osservare i ritratti che rappresentano i miei antenati. Quando passiamo davanti al quadro della mia famiglia il ragazzo si ferma restando lì impalato, affascinato da esso. Anche a me è sempre piaciuto, soprattutto perché sembra che il sorriso di mia madre splenda mentre mi guarda e mi tiene fermo sulle sue gambe. Quando ero piccolo non riuscivo a stare fermo un attimo, un po' come Stiles, però io con il tempo mi sono calmato mentre lui è impossibile da domare. Nel quadro ci sono anche mio padre, in piedi vicino alla sedia su cui è seduta mia madre, che tiene in braccio Cora, che all'epoca aveva appena due mesi, e Laura che giocava con un peluche di un lupo. Anche se è passato tanto tempo ed ero molto piccolo, mi ricordo di quel momento come se fosse ieri. Vedere Stiles rimirarlo mi fa sentire triste, come se questo momento non dovrebbe esistere, ma non per Stiles, ma perché non è giusto che lui non li possa conoscere, dovrebbero essere qui di fianco a me in questo momento a consigliarmi cosa fare con lui, e Laura dovrebbe essere qua a prendermi in giro per tutte le paranoie che mi faccio. Invece no. Adesso al trono c'è quello svitato di mio zio con le sue regole assurde. Distolgo lo sguardo dal quadro e trovo Stiles fermo davanti a me a fissarmi. Mi riprendo cercando di non mostrare la mia debolezza in questo momento e riinizio a camminare sempre più in fretta sentendo i suoi passi dietro di me. Finalmente arriviamo davanti a una piccola porta che conduce alle segrete. Mi giro verso Stiles e dico "Avevi detto che ti serviva una persona per riuscire a controllare il lupo, quindi devi trovare tuo padre usando solo l'udito e l'olfatto. Non puoi chiamarlo. Io ti aspetterò qui. Ti avverto: sento tutto." Lui annuisce ed entra iniziando a correre. Dopo mezz'ora sento Stiles tornare, perciò mi alzo in piedi, non mi ero neanche accorto che essermi seduto per terra, e cerco di svegliarmi. Cavolo stavo per addormentarmi. È stata una giornata pesante ed è anche abbastanza tardi. Stiles apre la porta piano con lo sguardo basso cercando di nascondere gli occhi rossi per le lacrime di felicità che ha versato con suo padre. "Seguimi, andiamo a dormire." Mi trascino fino alla mia camera dopo essermi assicurato di essere seguito da Stiles. Appena apro la porta mi dirigo nel bagno adiacente per farmi una doccia. Quando torno in camera con solo un asciugamano a coprirmi la vita, vedo Stiles fermo in mezzo alla stanza guardarsi intorno a disagio. Gli prendo una maglietta e dei boxer, ovviamente entrambi neri, e gli dico, indicandogli la porta da cui sono appena uscito. "Quello è il bagno. Puoi farti una doccia se vuoi." Mentre lui si lava io mi vesto e mi stendo sul letto aspettandolo. Quando finalmente esce lo osservo guardarsi intorno un po' a disagio. È bellissimo con la mia maglietta che gli sta enorme e gli arriva altre ginocchia lasciando scoperte le sue gambe pallide costellate di nei. Vedendolo agitato dico "Vieni qua forza." Lui mi guarda stranito ed esclamo "Domani mi devo alzare presto perché devo preparare il ballo e oggi è stata una giornata pesante. È da due giorni che non dormo quindi ti prego vieni qua e dormiamo perché non ce la faccio più." Lui abbassa lo sguardo colpevole e si avvicina un po' titubante. Si sdraia e 'distanza di sicurezza' facendomi sorridere. Ignorando le sue proteste lo avvicino a me e gli sussurro nell'orecchio "Buonanotte.".

My King-SterekWhere stories live. Discover now