Spring Day

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Era un mercoledì pomeriggio di fine inverno, non era né freddo né caldo, il cielo era di un celeste intenso, avevo una gran voglia di uscire per una passeggiata, ma dovevo finire di studiare, così decisi di posticipare la mia uscita e sbrigarmi con lo studio.
Dopo due ore finalmente chiusi il libro, guardai l'orologio: segnava le 18:00.
Perfetto, sarei potuta uscire per un paio di ore e così, senza prestare attenzione a come ero vestita, presi il primo paio di scarpe che trovai, infilai il cappotto e uscii.
L'aria era più fresca a causa del tramonto, che colorava le poche nuvole in cielo di rosa e arancione.
Indossai le mie amate cuffie e mi incamminai verso il parco vicino casa, nella speranza di rilassarmi un po' dopo lo studio. Ci andavo sempre con mia nonna dopo scuola, era sempre pieno di bambini e genitori, chi giocava, chi parlava, chi rideva e scherzava e poi c'ero io che invece passeggiavo con mia nonna. Lei mi faceva sempre arrabbiare, le piaceva vedermi così, e io le davo soddisfazione, ma era un gioco, poi ridevamo e l'aiutavo a cucinare per i miei genitori. Mi manca tanto, sono anni che non c'é più, ma ogni volta che penso a lei non riesco a trattenere neanche una lacrima.
Pensando a lei arrivai al parco e andai a sedermi alla panchina più vicina, per osservare il cielo, che nel frattempo era diventato più scuro.
Ad un certo punto notai un ragazzo che ballava dall'altro lato del parco, che potevo vedere benissimo da dove ero seduta. Tolsi le cuffie e subito sentii una lieve melodia, ero troppo lontana per sentirla bene, però avevo paura che avvicinandomi quel ragazzo potesse vedermi e smettere di ballare, così rimasi seduta.
Non so come facesse a ballare in quel modo, era bello, trasmetteva serenità e pace. Sarei rimasta tutta la sera a guardarlo, quella danza si intonava perfettamente ai colori del cielo, ai suoni del parco e agli odori, era perfetta, lui era perfetto. Da sotto la maglia vedevo i muscoli guizzare veloci
I suoi abbracci devono farti sentire così protetta...
Scossi la testa a quel pensiero, poi il mio occhio cadde sulle sue gambe: indossava dei pantaloni da tuta abbastanza larghi, ma sembravano dover scoppiare da un momento all'altro da quanto erano forti i suoi muscoli.
Ero ipnotizzata ed atratta da lui, tanto che quasi non mi accorsi che la musica era finita e lui era girato verso di me. Avevo la sensazione che mi stesse guardando negli occhi, dritto nell'anima, ma era solo una sensazione. O forse no...
Distolsi lo sguardo e sorrisi, poi mi alzai e applaudii, volevo vedere la sua reazione. Mi sorrise, un sorriso dolce, mi ricordava un coniglietto, e si inchinó, poi tornò a guardarmi e stavolta non era una sensazione, mi stava guardando davvero negli occhi. Sorrise in quel suo modo che trovavo dolce e attraente allo stesso tempo, prima di raccogliere la sua felpa e il piccolo stereo e andarsene.
Spero di rivederlo qui domani.













Buon...qualsiasi parte del giorno siate qui.
Innanzitutto vorrei ringraziarvi per avere letto questa storiella, sto pensando di farne una vera e propria storia, anche se in pochi hanno letto questa. Ho già pronta la possibile prima parte, ma ho paura a postarla perché potrei non aggiornare puntualmente, causa? La scuola, ovvio.
Infine volevo scusarmi per tutti gli errori che ho fatto, ne ho fatti davvero tanti, scusatemi davvero, ma scrivo dal cellulare....
Grazie davvero per avere letto
😘😘
UnaArmyInGiro

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