Capitolo 14: How you remind me - Nickelback

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Furono due settimane pesanti dove vissi con il terrore di essere portata via da un momento all'altro. Ogni volta che suonava il campanello di casa il cuore accelerava i battiti e rimanevo col fiato sospeso finché non ero sicura che non fosse qualcuno del Consiglio.
Dopo l'incontro con mia sorella andavo in giro guardandomi sempre le spalle e con la testa bassa per paura che qualcuno incrociasse il mio sguardo.
Mi vidi poco con Rhys, ma quel giorno ci sarebbe stata la trasfusione e avevo voglia di passare un po' di tempo con lui.

Dopo il nostro turno all'Energeia, il solo posto in cui andavo volentieri ormai, Mars e io ci incamminammo verso la Torre della Luce.
Stava tornando la primavera, ma sui nostri corpi colpiti dalla mancanza di energia era qualcosa di ancora molto lontano.

<<Dopo vado a casa di Rhys.>> dissi a Mars sotto voce mentre eravamo in fila allo sportello.

<<Va bene. Dormi da lui?>>

<<Sì.>> risposi secca. Mi dava sui nervi quando cominciava con le domande.

<<Stai attenta.>>

La segretaria le disse che doveva aspettare in sala d'attesa perché il suo Donatore non era ancora arrivato e Mars con un commento poco carino andò a sedersi insieme ad altre persone.
Invece io fui fortunata come sempre ed entrai nella stanza che mi era stata indicata. Il dottore mi salutò e mi fece accomodare nell'uovo.
Arrotolai la manica della maglietta e mi feci inserire gli aghi collegati ai tubicini. Mi lasciai andare contro lo schienale del sedile e aspettai di sentire il Pitta di Rhys sottopelle.

Lo immaginai ancora più luminoso del solito, fluttuante nella sua luce, con i dreadlocks che galleggiavano come se avessero vita propria.
Una volta gli avevo chiesto cosa provasse e mi aveva detto che non c'era una spiegazione. Era riuscito a dirmi soltanto che assomigliava a un atto d'amore, perché lui donava una parte importante e fondamentale di se stesso. Aveva elaborato quella soluzione stando con me, aveva aggiunto, con la sola differenza che dopo una trasfusione non era stanco come quando uno dei due perdeva il controllo.
A quelle parole mi ero intristita perché spesso lo avevo visto affaticato e indebolito e lo capivo che era colpa mia. Rhys continuava a dirmi che stava bene, ma non sempre gli credevo.

Mi risvegliai indolenzita dal torpore dell'energia, qualcosa che non avevo mai provato prima. Di solito uscivo dalla cabina più vitale, mentre in quel momento non sentii quasi nessuna differenza da prima. Rimisi la giacca e uscii dalla stanza ringraziando il dottore.
Mi incamminai verso la spiaggia, il nostro punto di ritrovo per poi andare da Rhys.
Dovetti aspettarlo più del solito e quando lo vidi arrivare mi sembrò strano. Trascinava i piedi e camminava lentamente. Gli andai in contro e mi accorsi di quanto fosse pallido.

<<Amore.>> lo chiamai e gli ci volle qualche istante per mettermi a fuoco. <<Cos'è successo Rhys?>>

<<Sono molto stanco Lux. Andiamo a casa?>> biascicava le parole e faticai ad afferrare ciò che disse.

Un passo alla volta arrivammo a casa sua. Gli dissi più volte di appoggiarsi a me, ma lui non volle. Ripeteva che poteva farcela da solo ma io avevo l'impressione che potesse svenire da un momento all'altro. Non gli chiesi di nuovo che cosa gli fosse capitato perché parlare lo avrebbe stancato ancora di più, perciò in silenzio camminammo l'uno di fianco all'altra.

Lessi la sua fatica nel salire le scale che portavano alla sua stanza e quando vide il letto si lasciò andare a peso morto. Tenne gli occhi aperti giusto il tempo di permettermi di togliergli le scarpe e tirare indietro le coperte. Si addormentò all'istante e io lo guardai mentre riposava tranquillo.
Qualcosa doveva essere andato storto durante la trasfusione perché non era mai stato in quel modo. Lui stesso mi aveva assicurato che non sentiva nessuna differenza dopo che mi trasmetteva il suo Dosha.

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