Capitolo 6: Run boy run - Woodkid

31 4 0
                                    

Sidney mi spinse dentro alla biblioteca con così tanta foga che andai a sbattere contro una delle poltrone. Chiuse forte la porta, facendo tremare i soprammobili e facendomi sussultare, e poi mi guardò con sguardo velenoso. Non aveva detto nemmeno una parola per strada, fumando una sigaretta dietro l'altra e tenendo la fronte corrugata tutto il tempo, segno che stava pensando intensamente, quindi mi aspettavo che mi riversasse addosso tutto quello che aveva per la testa.

<<Tu sei completamente matto>> urlò. <<Frequentare una Ricevente?>>

<<Non fare la razzista adesso.>> ribattei cercando di alzare ancora di più la voce.

<<Chiudi quella bocca, sai benissimo che non voglio che ti vedi con Lux perché ho paura per te. Non mi importa se è una Ricevente o se per questo la sua famiglia l'ha cacciata. Devi stare attento Rhys.>>

Gironzolò per la stanza, riprendendo fiato e tranquillizandosi. Dovevo dirle la verità? Dirle quello che Lux aveva scoperto oppure stare zitto?

<<Stai facendo un grave errore e ne pagherai le conseguenze se continui così.>> erano parole molto dure ma aveva ragione.

<<Lo so, ma staremo attenti.>> mi sedetti su una poltrona, ma poi mi alzai subito perché non riuscivo a stare fermo con le mani in mano. Andai ad una delle librerie, accarezzai i dorsi dei libri impolverati, lessi qualche titolo, rimasi a fissare il fuoco del camino che scoppiettava.

Ripensai a Lux, all'effetto che mi faceva, al fatto che fossimo passati da estranei a... Che cosa eravamo diventati? Era così difficile definirci.

<<Tu non capisci che vi ammazzerete a vicenda. Prima ancora che qualcun altro possa farlo. E hai capito di chi sto parlando.>>

Le andai vicino mentre guardava fuori dalla finestra che dava sul giardino la pioggia che aveva appena iniziato a cadere e la strinsi per un fianco, appoggiando il mento sulla sua testa.

Mio padre faceva parte del Consiglio di Lúth, il distaccamento del Governo centrale. Era un uomo molto influente in città e amava la legge e la disciplina più della sua stessa famiglia e non si sarebbe fatto problemi a consegnarmi alla giustizia se tutto fosse venuto alla luce. Ecco a chi si riferiva Sidney. Il timore che mio padre scoprisse in che cosa mi stavo immischiando attanagliava anche me, ma io e Lux eravamo solo amici. Era inutile preoccuparsi.

<<Sei innamorato di lei?>> mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.

<<Non lo so.>> risposi piano.

<<Ma che cosa ci trovi in Lux? È così castana>> risi, risi veramente tanto.

<<Sid>> dissi, ma lei mi colpì il petto con la mano. <<Sidney. So che cosa succede quando un Donatore e un Ricevente si toccano, ma abbiamo trovato una soluzione. In realtà è stata lei a trovarla.>>

Le spiegai quello che Lux aveva spiegato a me, il processo per tenermi dentro l'energia ed evitare di bruciarla e quello per cui lei la rifiutava per non prendermela tutta e uccidermi. Le dissi anche che quando mi aveva portato via dalla spiaggia stavamo giusto provando quel nuovo sistema.

<<Non durerà per sempre.>> disse sciogliendosi dalla mia stretta e guardandomi negli occhi.

<<Non so nemmeno cosa voglia dire, per sempre. Voglio che funzioni adesso.>>

Si spostò dalla finestra e andò davanti al camino acceso, non perché avesse davvero freddo, più come gesto di rassicurazione. I suoi capelli si scurirono con il riflesso delle fiamme e anche il suo viso.

Sun drops Where stories live. Discover now