Capitolo 7: Glitter & Gold - Rebecca Ferguson

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Vidi Rhys parecchie volte in quelle settimane. Passava a trovarmi all'Energeia, ci vedevamo dopo le trasfusioni o mi portava in spiaggia nei pomeriggi liberi. Lui studiava ancora perché suo padre lo aveva costretto a continuare dopo l'Accademia, anche se avrebbe preferito andare subito a lavorare come la maggior parte dei ragazzi. Il suo posto nel Consiglio era già assicurato, come quello di tutti i figli dei consiglieri, ma sapevo bene che Rhys aveva altro in mente. Voleva evadere da lì, fare una vita normale, avere tempo per la famiglia. Diventare consigliere non glielo avrebbe di certo permesso.

Stavamo passeggiando per il lungomare un sabato pomeriggio di dicembre, l'ultimo prima dell'inizio delle feste. La sera era già scesa e le luminarie natalizie in giro per la città brillavano al buio illuminando ogni cosa. I negozi erano pieni di persone che si accalcavano per comprare i regali e il centro pullulava di ragazzini dell'Accademia in libera uscita.

<<Ti piace il Natale?>> mi chiese Rhys. Eravamo uno accanto all'altro, con le mani che si sfioravano spesso attraverso i guanti. Avevamo imparato bene come controllare le energie e anche senza concentrarci troppo riuscivamo a non ustionarci.

<<Sì, ma Donatori e Riceventi lo festeggiano in modo diverso.>> risposi. <<Mi ricordo del ballo a tema che si fa ogni anno alla Torre della Luce. Quello a cui solo i Donatori possono partecipare.>> sottolineai bene l'ultima frase.

<<Tu ci sei sempre stata?>>

<<No. Quando i miei genitori hanno capito cosa stavo diventando hanno smesso di portarmi.>>

Continuammo a camminare per un po' stando zitti, poi Rhys parlò di nuovo.

<<Quest'anno sarà un ballo in maschera. E si terrà domani.>> lo guardai perché non capii dove volesse arrivare. <<Vuoi venire con me?>>

<<Rhys non è possibile. Anche con una maschera si noterebbe che non sono una di voi.>>

<<Hai ragione. Non ci avevo pensato.>> roteai gli occhi al cielo. Maschi. <<Però conosco qualcuno che potrebbe aiutarci.>>

Mi prese per un polso e mi trascinò per una strada secondaria, poi arrivammo in una piccola piazza che non mi ricordavo di aver mai visto e qui si fermò davanti al più imponente degli edifici che vi si affacciavano.

<<Dove siamo?>> domandai.

<<A casa di Sidney.>> rispose mentre continuavamo a camminare verso il portone.

Suonò il campanello e una ragazza venne ad aprire. Nella luce fioca della piazza non riuscii a vederla bene, ma quando parlò riconobbi la voce.

<<Ciao Rhys, che ci fai qui?>> aveva un bel sorriso che si spense quando mi vide accanto a lui. <<E perché c'è anche lei?>>

<<Ho bisogno di una mano.>> rispose e assunse un tono da cucciolo ferito che evidentemente funzionava sempre con Sidney, perché ci fece entrare.

Ci portò al piano superiore ed entrammo in camera sua. Era grande, forse troppo per qualcuno che deve starci solo. Le pareti erano bianche con motivi neri nella parte superiore, il letto era fatto alla perfezione e niente in quella stanza era fuori posto. Un ordine maniacale.

<<Che cosa ti serve?>> chiese scocciata.

<<Ho bisogno che tu ceda il tuo invito al ballo a Lux.>>

<<Non ci credo.>> disse. <<Vieni.>>

Sidney uscì dalla stanza e Rhys la seguì, facendomi segno di restare lì e aspettarli. Chiuse la porta dietro di sé, ma era inutile dato che la ragazza si mise a sbraitare contro di lui e sentii tutto quello che si stavano dicendo. Le parole di Rhys mi arrivavano con più fatica, forse perché voleva mantenere la calma ed evitare di fare dei danni.

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