7° capitolo

180 11 0
                                    

Siamo rimasti in quel parco per parecchie ore, solo che noi non ce ne siamo accorti. Abbiamo parlato, riso e cantato. Ha trovato delle canzoni che potrebbero essere adatte al concerto e ho iniziato a canticchiarle per memorizzarle. Poi mio fratello mi ha chiamato e io ho riattaccato, non avevo voglia di parlargli, avrei finito per litigarci.

Sono le cinque, le cinque del mattino e stiamo tornando a casa guardando il sole nascere all'orizzonte.
"Ti va di andare al mare?" mi
"Al mare? A quest'ora? L'acqua sarà gelida!" milioni di brividi mi percorrono la pelle.
"Ci divertiremo, e poi non ho mai fatto un cosa del genere alle cinque del mattino. Ti prego!" mi supplica prendendomi la mano.
"Tanto vinci sempre!" rido io.
"Forza andiamo!" urla al settimo cielo iniziando a correre.
"Cameron dobbiamo per forza correre?" mi lamento già stanca.
"Dobbiamo fare il fretta, abbiamo scuola tra qualche ora"

Arriviamo sulla spiaggia deserta, e il vento leggere che mi sfiora la pelle e scompigliandomi i capelli mentre Cameron si spoglia.
"Cosa fai?" gli chiedo confusa.
"Facciamo il bagno."
"Come scusa? Non ho il costume."
"Basta che hai l'intimo."
"Se pensi che farò un bagno gelato in reggiseno ti sbagli."
"Allora resterai qui da sola mentre io starò il acqua a godermi il paradiso." sorride togliendosi la maglietta.
Ho sempre pensato che quegli addominali ce li ha dalla nascita. Sono troppo perfetti.
"Oppure stai qui a sbavare."
"Non sto sbavando!" grido contrario.
"Allora vieni?"
Sbuffo e mi tolgo i pantoloni.
"Non guardare. Girati." gli ordino e lui si gira ridendo.
"Ti ricordi che non ti ho vista solo in intimo ma anche nuda, quindi non capisco di cosa ti preoccupi."
"Che simpaticone."
Appena finisco, metto le mani sulla sua schiena e lo spingo verso l'acqua. Appena la tocco con il piede rabbrividisco, in un attimo di distrazione, Cameron approfitta e mi prende come fanno i principi con le principesse.
"Mettimi giù! Se mi butti in acqua te ne pentirai!" mi muovo tra le sue braccia ma la sua presa su di me è troppo forte.
"Rilassati. Non c'è nessuno che ti possa vedere svestita."
"Ci sei tu."
"Si ma io sono Cameron, il tuo ragazzo amore mio." ride e mi butta in acqua.
"Se mi prenderò la febbre sarà solo colpa tua." urlo disperata per il freddo ma lui mi ignora. Cavolo, sto congelando sul serio, mi tremano i denti. Lui invece continua a tuffarsi come se l'acqua fosse caldissima.
Appena va sotto con la testa e si immerge, io vado verso di lui e metto le gambe sulle sue spalle reggendomi forte.
"Ma l'acqua non era fredda?" mi prende subito in giro quando si rialza, riesco a vedere più cose da quassù. In realtà lui è caldo, anche se la temperatura non era il massimo, io invece sono il contrario. Sto tremando come una foglia e lui se ne accorge quando mi chiede qualcosa ma io non riesco a rispondergli.
"Cris ti senti bene?" si agita riportandomi a terra. Mi prende il viso tra le sue mani e mi guarda tremare.
"Cazzo. Sembri un morto." mi porta velocemente sulla spiaggia e mi fa rivestire, poi mi avvolge con la sua giacca.
"Mi dispiace." dice cercando di riscaldarmi.
"È tutto okay. Sto bene." gli rispondo sotto voce.
"Stavi per morire, eri gelata. Perdonami Cris, pensavo che..."
"Cameron, sto bene. Calmati." cerco di convincerlo ma quando si convince di una cosa è impossibile fermarlo.
Gli prendo la mano e la stringo, dopo un po' riesco a sentire il calore che trasmette.
"Dammi l'altra." mi prende l'altra mano e io lo guardo concentrato.
"Cos'altro è ghiacciato?" chiede veloce.
"Le labbra." le parole mi escono di bocca ma lui non perde neanche un secondo, si avvicina e unisce la sua bocca con la mia.
Non avevo idea di cosa mi aveva convinta, mia mamma si sarebbe infuriata e mio fratello si sarebbe trattenuto per non uccidermi. Ma io stavo bene, non mi importava delle conseguenze, in quel momento erano l'ultima mia preoccupazione.
Quando ci allontaniamo il vento inizia a tirare più forte.
Parliamo un'altro po', poi decidiamo di tornare a casa.

"Pensi mai a noi due come amici?" chiedo mentre camminiamo.
"Ci penso ma penso anche non potrà mai essere vero." ridacchia.
"E prima che mettessimo insieme cosa eravamo?"
"Bella domanda. Non lo so. Non eravamo né amici né fidanzati."
"Eravamo noi."
"Esatto. Come sempre."

Quando faccio ritorno a casa, mia mamma è a porta chiusa nella sua stanza e Matt anche.
Cerco di fare poco rumore ma poi sento cigolare la finestra della mia camera. Mi giro vedendo se c'è qualcuno ma non si muove nessuno. Strano.
Mi tolgo la maglietta per mettermi in pigiama ma sento ancora quel rumore.
La paura cresce, mi stanno spiando o è solo il vento che fa muovere la finestra?
Mi avvicino coprendomi il petto e vedo un'ombra fuori. Credo che a momenti mi metterò a urlare, non riuscirò a contenermi.

L'ombra si allontana lentamente ma prima che scappi apro la finestra e sento un rumoraccio.
Mi affaccio e vedo una scala e una persona che scappa.
La luce al corridoio si accende e compare mia mamma.
"Sei tornata. Dove sei stata?" dice con voce assonnata ma anche arrabbiata.
"Mamma, c'era qualcuno alla finestra, mi stavano spiando." rispondo spaventata.
Lei si rianima un attimo poi si avvicina alla finestra e guarda fuori.
"Te lo sarai immaginato, non c'è nessuno."
"L'ho visto scappare." ribatto.
"Cris, a quest'ora nessuno può spiarti. Sarà stata un'allucinazione." si giustifica ma io so che c'era qualcuno, l'ho visto veramente.
"Mamma perché non mi credi?"
"Cristina, sono davvero stanca di questa situazione, sei stata fortunata che ti ho lasciato andare stanotte, ma non sarà più così. Ora sarà diverso, sei ancora minorenne e non puoi fare quello che ti pare. Buonanotte." se ne va senza lasciarmi aggiungere una parola.
Perché mi parla come se la mia vita adesso sarà solo in casa e che non potrò più vedere i miei amici o non essere più libera?

Mio padre non mi avrebbe mai parlato così, con tanta rabbia. Mi avrebbe solo sgridato per l'ora, insomma, chissà quanti adolescenti a quest'ora adesso si staranno ubriacando per le strade, io stavo con il mio ragazzo in spiaggia, stavo bene.
Ricevo una chiamata: Lauren.

Non mi sarei mai aspettata una sua chiamata a quest'ora, aspetto qualche secondo prima di rispondere poi premo il tasto verde.
"Ciao Cris."
"Ciao." dico senza molta felicità.
"Scusa per l'ora e per il disturbo ma volevo sfogarmi con qualcuno e tu sei sempre stata ad ascoltarmi quando ne avevo bisogno." dice.
Rimango quando secondo in silenzio a pensare che fosse uno scherzo poi gli credetti.
"Certo."
"Ho ferito una persona a cui tenevo, a cui tengo ancora. Lei non sa quello che le ho fatto, io non posso andare avanti così. Cris ti prego aiutami, io non so cosa fare." la sua voce si spezza e scoppia in lacrime.
"Se ci tieni così tanto dille tutto. Anche se la verità potrà farle male. Se ti vuole bene veramente capirà."
"E se non mi vorrebbe più vedere e sentire?" domanda.
"Dovrai darle tempo."
"Possiamo restare al telefono ancora per un po'?"
"Si, va bene."
"Lo so che non te ho sbagliato tutto. Ma perdonami, io non avevo intenzione di arrivare a questo punto."
"Con me è tutto okay, ci possono stare dei momenti così. Capita a tutti."
"Tu sei sempre riuscita a farmi stare meglio, sei brava in tutto."
"Faccio il possibile perché le persone non stiano male, perché so cosa significa starci. Nient'altro." le rispondo.
"Grazie."
"Ci sono per te."

Dopo un po' chiude la chiamata  e io mi cambio.
Tossisco un paio di volte, mi metto un pigiama più pesante per evitare di raffreddarmi e mi metto a letto. Occhi spalancati. Immobile. A pensare. A pensarti.





S.A.

Buon pomeriggio a tutti. Ieri è stato il mio compleanno e ho festeggiato quindi il capitolo non sono riuscita a postarlo. Ma eccolo qui.
Spero vi stiate facendo delle domandine perché presto arriveranno delle risposte.

Prossimo aggiornamento: domenica 8 ottobre

PS. Nella foto in alto sono io con la mia torta!❤

Un bacio.
-Angy

"Amiamoci Ovunque 2"CameronDallas IN PAUSA #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora