Chapter Four.

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Hunter scrutava il piccolo Gen Uno dall'alto del suo metro e novanta avanzato, le sopracciglia aggrottate in un cipiglio imperscrutabile.

Al contrario il giovane, seduto sulla neve fredda di dicembre, fissava un punto indistinto dinanzi a se, ignorando l'intenso sguardo del biondo che gravava pesante sulla sua testa corvina.

Entrambi erano rasati, entrambi nudi, tranne per uno scomodo pantalone di stoffa marrone che causava loro un prurito insopportabile.

Entrambi avevano freddo, ma nessuno dei due aveva intenzione di dimostrarlo all'altro.

Il poderoso Cacciatore sbuffò, liberando un rantolo di fiato caldo che si mescolò all'aria frizzante dell'inverno. Poi si chinò in ginocchio e si portò una mano ai dermaglifi pulsanti, determinato a compiere una strage.

La missione, di fatto, non era nulla di che.

Penetrare nella casa di due grossi Gen Due e porre fine alla loro inutile esistenza. Quindi vagliare le armi e portarle al complesso.

Hunter ignorava a cosa sarebbero potute servire delle banali armi al titanio, e sapeva che anche all'altro Gen Uno importava poco del perché entrambi si trovassero lì, nel pieno di una bufera invernale, ad aspettare il momento giusto per attaccare due innocenti di nome e, fino a prova contraria, anche di fatto.

Fu il piccolo a decidere l'orario. E mentre questo sfrecciava fotonico verso la porta sul retro, Hunter si preoccupò di forzare quella d'ingresso.

Posò una mano sulla maniglia e la piegò con la sua forza bestiale, bruta.

Incredibilmente elevata, per un cucciolo di appena diciassette anni.

In un attimo fu dentro, e il tepore della stanza gli riscaldò gli zigomi affilati rimasti troppo a lungo immersi nella gelida aria invernale.

Come aveva predetto, i Gen Due si resero immediatamente conto di avere ospiti indesiderati, grazie ai geni della stirpe che avevano donato loro un udito molto sopraffino. Entrambi scesero dal piano superiore e sfrecciarono in sala, brandendo possenti armi al titanio.

Hunter li guardava.

Li guardava, sì, e non provava niente. Sapeva solo che doveva strappargliele di mano e portarle a Dragos. Lo avrebbe fatto, punto.

Schivò un brutale fendente e caricò a testa bassa il primo vampiro, buttandolo a terra.

L'altro rimasto in piedi cercò di attaccarlo alle spalle, ma il compagno di missione lo trafisse al cuore con una stoccata decisa, mostrando una freddezza devastante.

Il colossale Gen Due cadde a terra, e presto una pozza di sangue si formò laddove era stato colpito, inumidendogli i vestiti profumati in un bagno di sangue.

Ne rimaneva solo uno, quello che Hunter aveva scaraventato al suolo. Si sollevò su di lui e lo afferrò al collo, per storcerglielo, quando a sorpresa la vittima lo afferrò per il collare, gridando di giusta rabbia.

Un panico di terrore lo colse negli occhi terrorizzati mentre il Gen Due si aggrappava a quell'ancora di salvezza per lui mortale.

Fu il peggior errore che avesse mai potuto fare, ma lo fece, una reazione del tutto istintiva, animale, che preferì vivere come schiavo piuttosto che trucidarsi da libero a causa di un comune Gen Due. Mollò il collo dell'innocente e si portò le mani tremanti al collare, per verificare che tutto fosse ok. Fu in grado di schivare il colpo alla pistola, ma il Gen Uno che lo aveva accompagnato non fu tanto fortunato.

Lo prese in pieno petto, con una brutalità inaudita.

Gli occhi frementi di rabbia persero il loro sfolgorante rubino, e il piccolo Cacciatore ebbe uno spasmo, prima di precipitare a terra. Guardò Hunter, consapevole che di lì a poco la morte avrebbe fatto la sua veloce visita.

Hunter programWhere stories live. Discover now