Scandalo

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<<Non riesco a capire, maestà.>> chiedo con candido stupore. Temo quasi che la risposta non giunga mai più, finchè ella esclama: <<Angeline, ti piacerebbe diventare una nobile?>>.
La domanda mi lascia di stucco, e la mia espressione si fa sempre più perplessa. Che si stia prendendo gioco di me?
I suoi occhi azzurri mi guardano con malizia, come quelli di chi ha appena concepito un'idea terribilmente perfetta. Io temo sempre di più ciò che seguirà e quasi spero si tratti tutto di uno scherzo. Ma purtroppo non è così.
<<Siediti, mia diletta. Dobbiamo parlare a quattrocchi.>>. Io obbedisco e mi siedo timidamente su una sedia di raso rosso, poco vicino alla regina, che invece si trova su un bellissimo divanetto, contornato da soffici cuscini azzurrini. Subito ella mi prende le mani, come è solita fare con le sue dame da compagnia durante le loro ore di salotto. È la prima volta che abbiamo un qualsiasi contatto fisico e il mio cuore ha un sussulto. Marie Antoinette invece sembra completamente a suo agio, proprio come se io fossi una di quelle ricchissime donne che la circondano durante tutto il giorno.
<<Angeline, devi sapere che il mondo di noi nobili è molto complesso e che esso deve sottostare a tutta una lunga serie di leggi e di convezioni. Non mi aspetto che tu ne comprenda il motivo, dato che io tutt'ora mi trovo in difficoltà ad afferrarlo. Però sappi che anche un solo strappo alla regola manderebbe in crisi tutta il nostro fragile sistema.>>. Io continuo a non capire, ma la ascolto in silenzio, prestando il massimo della mia attenzione.
<<Ciò che però è da evitare con maggior cura è lo scandalo.>> riprende lei. <<Già, perché lo scandalo non soltanto è impossibile da contenere, ma è tanto interessante quanto dannoso, specialmente qui a Versailles. Riesci a comprendere le mie ansie?>>.
<<Certo maestà, sono anche io cosciente dell'impatto che un pesante scandalo avrebbe... ma di che scandalo si tratta?>>. La sua espressione muta d'improvviso, rabbuiandosi.
<<Angeline, Marlene è stata turpemente avvelenata.>>. Il silenzio cala terribile nella stanza.
Ricordo Marlene, una delle sue dame da compagnia, una giovane fanciulla ancora nubile, dai folti capelli marroni e dagli occhi verdi smeraldo. Diverse volte mi ero ritrovata ad osservare il suo visetto innocente, che tuttavia cercava di nascondersi il più possibile tra le figure vicino a lei. Mai il suo abito si era imposto alla vista, ma aveva invece sempre cercato di sottrarvisi. Appena metto a fuoco il suo ricordo i miei occhi si inumidiscono e una piccola lacrima scivola lungo la mia guancia destra.
<<Oh cara Angeline, ti commuovi addirittura? Non la conoscevi neppure...> dice la regina, asciugando il mio volto con un fazzoletto ricamato con le sue iniziali. Io cerco di ricompormi il più velocemente possibile e dico: <<Scusate maestà, vedete... è che l'ho sempre trovata adorabile, con il suo dolce portamento e la sua grazia mai ostentata. Ed inoltre mi commuove la sua gioventù bruciata... >>.
<<Che creatura ammirevole che sei, mia diletta... Io non mi sono neppure scomposta alla notizia della sua morte. È dunque questa la fine che sei destinata a fare dopo la tua permanenza qui? No, sono convinta che la tua nobiltà d'animo si conserverà per sempre.>>. Le sue parole risuonano dolci come mai prima, mentre ripone il fazzoletto. Dopo poco però questo accenno di ritrovata umanità svanisce ed ella continua: <<Nonostante la sua morte sia molto triste, non è ciò di cui abbiamo necessità di occuparci. Vedi, Marlene non è mai stata molto socievole e quasi nessuno ha mai avuto l'onore di sentirla parlare, da quanto era timida. Da ciò ne deriva che nessuno la conosca realmente bene. In effetti non ricordo che lei avesse mai avuto qualcuno al suo finaco, in mezzo alla folla...>>
<<Maestà, scusate l'interruzione, ma in qualche modo intendete scoprire chi è l'assassino di quella giovane e graziosa ragazza, non è vero?>>. I miei occhi la guardano con speranza.
<<Ma certamente, Angeline, che domande! Lascia che me ne occupi io di questo. A te spetta un altro compito. Come ti dicevo qualche ora fa... tu assomigli così tanto alla povera Marlene... non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista del portamento, della grazia. Ed inoltre sei l'unica di cui io mi possa realmente fidare... come ti spiegavo, è necessario che la corte non venga a sapere di questo fatto, che neanche abbia un minimo sospetto...>>. Ora mi è tutto chiaro. Subito un senso di panico mi pervade, e si moltiplica ad ogni secondo che passa. Sono incredula, non riesco a concepire la richiesta che ella mi sta facendo. Infine dico in un sussurro: <<Ma... io sono solo una sguattera, che non ha mai neanche imparato a scrivere il proprio nome...>>. Maria Antoinette mi accarezza la spalla e mi dice con dolcezza: <<Angeline, per tutti i motivi che ti ho prima illustrato è indispensabile che tu faccia ciò che ti chiedo. A Versailles non devono sapere che c'è un assassino: solo Dio sa che cosa succederebbe se no. Non ti preoccupare per la tua istruzione, posso inventarmi una scusa per giustificare la mancanza di Marlene per un po' di tempo, quanto ti servirà per imparare le basi della nostra etichetta e dei nostri modi. E poi pensa a tutti i vantaggi che ne ricaveresti da una vita nell'alta società!>> il suo largo sorriso è tornato nuovamente a splendere. Io mi sento tramortita dalla situazione, che mi sembra quasi surreale. Perfino le parole che pronuncio non mi sembrano le mie.
<<Maestà, se voi siete sicura di ciò che avete deciso, io obbedirò, come ho sempre fatto.>>
<<Angeline, mai ho avuto serva più fedele di te! Ma ora togliti quell'espressione intontita dalla faccia, adesso sei Lady Marlene de Dreux! Forza, alzati e squotiti un po', se vuoi risciacquati la faccia e torna in te, mi servi sveglia e arzilla, ci sono molte cose da organizzare, c'è una valanga di preparativi da compiere!>>. La regina si alza scattando e corre a prendere qualcosa dall'armadio.
Al suo ritorno tiene in mano un abito color lavanda, adornato da perle e nastri bianchi, che mi porge. Io sollevo lo sguardo con fatica, ma appena vedo lo splendore che avvolge quell'immagine, un tenero sorriso spunta al lato della mia giovane bocca.


L'alba della rivoluzioneOù les histoires vivent. Découvrez maintenant