"Dunque, Payne" gettò la sigaretta fuori, il suo alito caldo mi investì in pieno. "Te lo chiedo un'altra volta. Perché avete litigato?"
"Per te" ansimai sul suo petto. "Credo che Niall sospetti qualcosa."
Lui non reagì come mi aspettavo. Non parve né sorpreso, né più preoccupato del solito.
"Lo sapevo" bisbigliò, lasciò scivolare le mani lungo il mio collo, fino a congiungersele in grembo. "Non è stupido. L'ha capito."
"Ha solo dei dubbi..." iniziai, come a consolarlo, ma lui mi interruppe, stringendomi convulsamente le ginocchia attorno alla vita.
"Come siete arrivati a parlare di me?" sputò. "Cosa ti ha detto? Raccontami tutto!"
Sentii il mio viso farsi assurdamente caldo, al ricordo di quel pomeriggio con Niall.
Ero stato io a sbagliare, quella volta.
Lui mi aveva baciato ed io non ero riuscito ad evitarlo.
Mi aveva chiesto di più e non gliel'avevo negato.
Era stato strano. Non ero mai riuscito a mettere la ragione da parte, a seguire completamente l'istinto. Con Zayn mi ero lasciato andare, semplicemente perché lo amavo. Ma con Niall non sapevo cosa fosse successo. Ricordavo solo baci e gemiti, brividi sulla pelle ed ansiti tra le labbra, insieme all'irrazionale e necessario bisogno di sentire le sue mani addosso.
Era stata una debolezza puramente fisica, niente di più. E proprio per questo, non volevo parlarne con Zayn.

"E' complicato da spiegare" risposi perciò, cercando di sfuggire al suo sguardo magnetico. 
I suoi occhi si fecero duri come pietre. 
"Liam" sibilò, "dimmi che cazzo è successo."
"Niente! Ci stavamo baciando e..."
"Vi stavate baciando?" Zayn inarcò un sopracciglio, la voce improvvisamente incrinata.
"Beh sì. Fino a prova contraria stiamo ancora insieme." 
Le sue mani salirono di nuovo a circondarmi il collo, accostò la bocca al mio orecchio. 
"E ti ha anche... toccato?"
Rabbrividii. Di nuovo.
"Sì, in effetti sì" sussurrai, con una malizia che non mi apparteneva.
Lo sentii irrigidirsi sopra di me. "E tu l'hai toccato?"
Stavolta la colsi distintamente nella sua voce, quella nota stridente, dissimulata dal viso spavaldo ed arrogante.
Gelosia.
Non quel tipo di gelosia che risulta adorabile, che ti fa sentire amato o lusingato.
Era qualcosa di molto più profondo, qualcosa di oscuro e perverso, un senso di possessività che andava ben oltre la ragione, ben oltre il sentimento.
Si era legato a me con lo stesso feroce attaccamento che aveva sempre riservato a Niall. E adesso che gli oggetti di quella sua morbosa attrazione erano due, davvero non riuscivo a capire come riuscisse a sopportarla.
Mi considerava suo. Odiava il pensiero che Niall potesse toccarmi.
Ma anche lui era suo. Perciò si ritrovava ad odiare me, per lo stesso motivo.

"Allora?" sentii le sue dita premermi fin troppo forte sul collo. "L'hai toccato?"
"Sì" deglutii, la sua stretta aumentò, "ma poi mi sono fermato... è per questo che abbiamo litigato."
Zayn rimase impassibile, la guancia ruvida di barba schiacciata contro la mia.
"Non farlo mai più. Mi hai capito?"
"Cosa? Toccarlo o lasciarmi toccare?"
"Entrambe" grugnì lui, prima di baciarmi.
Fu un bacio feroce, sporco e troppo breve. Mi lasciò ansimante, con gli occhi lucidi e un principio di erezione tra le gambe.
Zayn si staccò appena dalle mie labbra. 
"Solo io posso toccarti." Le sue mani mi liberarono finalmente il collo, scendendo a sbottonarmi la camicia. "Solo io posso spogliarti." 
Sospirai, quando prese a muoversi brutalmente su di me.
"Dovresti dirlo a Niall questo" sussurrai, spogliandolo a mia volta.
"No" mi sbottonò i pantaloni, afferrò il mio sesso tra le mani. "Se tu che devi dirglielo." Accostò di nuovo le sue labbra alle mie. "Devi lasciarlo."
"Non credo che riuscirei a raccontagli di noi... da solo" ammisi, tirandomelo addosso.
Lui sbuffò. "Allora non farlo. Non ha bisogno di saperlo. Starebbe solo peggio" ripeté per l'ennesima volta in due settimane. "Lascialo e basta."
"Lo farò" mi ritrovai ad ansimare, chiudendo gli occhi, mentre le sue mani iniziavano a scorrere sulla mia erezione e la sua bocca prendeva possesso della mia ancora una volta.    


Harry   

"Styles" la Meis si accostò al mio banco, mi ficcò il foglio del test in mano sgarbatamente, "finalmente sei riuscito a prendere più di C. Complimenti." 
"Sarà che adesso studia di più perché non c'è Tomlinson a distrarlo." 
Quel sussurro malcelato diede il via ad una marea di risate.
Mi voltai di scatto, fulminai con lo sguardo le quattro ragazze all'ultimo banco che arrossirono, continuando però a ridacchiare.
"Silenzio" gracchiò la Meis, senza troppa convinzione, quasi come se la situazione la divertisse.

A Kind Of Brothers? (AKOB?) by NowKissMeYouFoolWhere stories live. Discover now