15. SOME NIGHTS

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Liam 

"Entriamo, dai."
"Shh sta ancora dormendo."

Mi rigirai sul letto, rannicchiandomi contro il cuscino per il freddo.
Perché non ero coperto?

"Niall!" un sussurro impaziente, seguito da pochi passi.
"Aspetta!"
Il cigolare di una porta, odore di uova fritte e bacon ad invadere la stanza.
Pensai confusamente che nessuna delle porte a casa mia cigolava.
E soprattutto che mia madre non mi avevamai cucinato la colazione.
Spalancai gli occhi all'improvviso, ritrovandomi a guardare il soffitto umido e cadente della stanza di Zayn.

"Ah, sei sveglio."
Niall mi sorrideva dal fondo della camera, i capelli scompigliati, un piatto in mano.
Piccole lame di luce filtravano attraverso le persiane chiuse, ad illuminare il letto su cui ero disteso -da solo- , la cenere e alcune cartine sparse a terra; il mio telefono, rigorosamente spento, abbandonato su un comodino.
Non ebbi il tempo di rievocare nella mente tutti i ricordi della notte passata, perché la porta venne spalancata con forza.
"Buongiorno!"
Harry entrò in stanza come una furia, si tuffò su di me facendomi mancare il respiro.
"Che cavolo..." soffocai, tentando di scacciarlo.
"Devi ringraziare Horan se non sono entrato prima a svegliarti come si deve."
Mi schioccò un bacio sulla guancia e si distese accanto a me, le braccia dietro la testa, il volto rilassato.
La sua calma poteva dipendere solo dal fatto che Zayn non fosse in casa.
Se solo avesse saputo che lui aveva osato entrare in camera sua...

"Perché sei qui?" sbottai, mentre Niall apriva le persiane e i raggi del sole inondavano la stanza.
"Lou doveva uscire con Zayn" spiegò, quasi irritato. "Così sono venuto a trovare Nialler. Non sapevo che anche tu fossi qui" un sorriso sghembo, a metà tra il curioso e il malizioso, gli tagliò il volto.
"Già. Mia madre mi ammazzerà." 
Niall si sedette ai nostri piedi, silenzioso come sempre, e mi porse il piatto con la colazione.
Gli sorrisi gentilmente. "Grazie, non ho fame."
Lui non fece una piega; restò invece a fissarmi come se fossi un interessante soggetto per le sue foto.
Fuggii dal suo sguardo inquietante, ma mi ritrovai ad affrontare quello esaltato di Harry.
"Beh cos'hai combinato stanotte, Lilì?" mi abbracciò con fare cameratesco. "C'è qualcosa che devi raccontare ai tuoi amici?"
"Veramente no."
Lanciai un'occhiata a Niall. Era arrossito, se possibile anche più di me, e adesso guardava fuori dalla finestra, come a volersi estraniare dalla conversazione.
Odiavo vederlo in quello stato, quando eravamo tutti insieme. Il pensiero che la sua tristezza o il suo imbarazzo dipendessero da noi mi tormentava; non volevo che si sentisse strano o inadatto, non volevo si rinchiudesse di nuovo nel guscio da cui stavo faticando a tirarlo fuori.
Ma Harry non capì quanto quell'argomento potesse risultare sgradito ad entrambi, così "Quindi tu e Zayn avete solo dormito stanotte?" continuò, inarcando un sopracciglio, per niente convinto.
Niall abbassò la testa, facendo finta di non aver sentito, io alzai gli occhi al cielo.
"Per quanto possa sembrarti assurdo, è proprio quello che abbiamo fatto."

Ed era vero.
Avevamo fumato, non so quanto a dir la verità. 
Eravamo rimasti distesi l'uno accanto all'altro per un tempo infinito, senza mai accennare nemmeno a sfiorarci, senza che Zayn mi tentasse con battute stupide, o che io arrossissi per le sue avances. Il silenzio ci aveva cullato, il tempo scandito solo dai nostri respiri.
Poi, quando anche l'ultimo grammo era finito e già il cielo fuori iniziava a schiarire, Zayn aveva iniziato a parlare.
A parlare di sua madre, di quanto fosse infelice, di quanto l'avesse delusa.
E di Niall, di quanto fosse fragile, di come fosse compito suo prendersene cura. Dei disegni che gli aveva regalato, di come avesse assecondato quella passione solo per farlo contento.
Avevo ascoltato, stregato dalla sua voce, ammaliato da ogni parola.
Alla fine, quando le palpebre di entrambi lottavano per restare aperte, aveva spento una sigaretta contro la carta da parati e "Mi basta solo che non esca" aveva sussurrato. "se lo liberano, Niall andrà a cercarlo. Lui è troppo buono, l'ha già perdonato."
Poi un brivido l'aveva scosso, mi aveva guardato come in trance.
"Di solito parlo con Lou di queste cazzate" aveva sorriso, "dopo che scopiamo."
Avevo annuito, per niente a disagio. "Allora dovrei sentirmi onorato."
Zayn aveva chiuso gli occhi, sospirando. "Si, dovresti."

A Kind Of Brothers? (AKOB?) by NowKissMeYouFoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora