Rischiai che il mio cuore implodesse di gioia quando la porta si aprì ed Harry entrò in casa. Ma un momento dopo, quello stesso cuore ripiombò nel fondo del petto, bloccandomi il respiro, mentre il ragazzo si chiudeva la porta alle spalle con un sospiro. Nessuna traccia di Louis. Harry era solo.
"Era ora." 
Fu Lottie ad apostrofarlo duramente e lui sobbalzò, voltandosi stupito verso il salone.
La luce fioca del corridoio gli illuminò il viso ed allora trattenni il respiro.
Un livido scuro risaltava sullo zigomo pallido come una gigantesca macchia d'inchiostro. Il labbro inferiore, decisamente più gonfio del normale, dava quasi l'impressione che sorridesse.
Ma Harry non sorrideva. Non sorrideva affatto.
"Mi dispiace che abbiate aspettato sveglie" fece, con voce roca.
Lottie si alzò. "Io non stavo proprio aspetta..." si interruppe, non appena vide la sua faccia. Un moto di pietà attraversò il visetto smunto e gli occhi di ghiaccio.
"Va' in camera" mi ritrovai a sussurrare e lei obbedì, senza bisogno che lo ripetessi.
Harry restò fermo sulla soglia, aspettando docile come un condannato pronto ad andare al patibolo. Mi apparve più abbattuto che mai.
"Dovremmo metterci un po' di ghiaccio su quella"  borbottai, avvicinandomi.
Lui scosse la testa. "Già fatto, grazie."
"Cos'è successo, Harry?"
"Ci ho dato pesante con il football oggi."
"La stessa identica scusa che usa sempre tuo cugino per giustificare i suoi lividi" sorrisi mestamente, "sai lui dov'è?"
Il viso di Harry s'incupì di botto. "Credo dorma da Zayn."
"E sai per caso..." mi arrischiai, "perché è scappato da scuola, stamattina?"
Il ragazzo di fronte a me scosse la testa, affondandosi i denti nelle labbra. Provai l'istintivo desiderio di abbracciarlo, ma sapevo che lui non me l'avrebbe permesso.
Così "Per un'altra questione di football, suppongo" mi limitai a mormorare, accarezzandogli appena il braccio. 
"Sta bene comunque" soffiò lui, "non devi preoccuparti."
"Invece mi preoccupo Harry. Per entrambi!" sollevai lo sguardo per guardarlo, era almeno dieci centimetri più alto di me. "Se c'è qualche problema a scuola, con insegnanti o compagni, ti prego di dirmelo."
I suoi occhi guizzarono, tentati dalla mia offerta d'aiuto. Il suo respiro si fece irregolare, un rantolo sommesso creato dall'indecisione.
Sta cedendo Jay.
Ora o mai più.
Presi la sua mano tra le mie. "Puoi fidarti di me, Harry. So che vuoi bene a Lou e forse pensi di tradirlo parlando con me ma..." presi un respiro profondo, "questo è l'unico modo per aiutarlo."
Harry inspirò profondamente, strinse forte la mia mano e "Scusa" gracchiò, "ora sono... sono davvero stanco. Troppo stanco."
Abbandonò la mia mano all'improvviso e salì le scale velocissimo, a testa bassa, lasciandomi pietrificata all'entrata.
Guardai l'orologio.
Segnava mezzanotte e mezza adesso. 
Forse avrei avuto il tempo di piangere ancora un po', prima di andare a letto.


Niall

"Puoi fidarti di me, Trisha. Le possibilità che lo rilascino sono pressoché nulle. Se perdiamo, nella peggiore delle ipotesi passerà dieci anni in una clinica."
"Dieci anni!" sbottò la donna, scettica."Che si trasformeranno in meno di cinque grazie a buona condotta e cazzate del genere" si interruppe, quando di accorse che li stavo ascoltando. L'avvocato le fece un cenno, poi entrò in aula mentre lei "Niall, tesoro" scandiva dolcemente, "credevo fossi già dentro con Zayn."
"Voglio rimanere lì dentro il meno possibile" sospirai, senza distogliere lo sguardo dalla porta chiusa in fondo al corridoio.
Anche lei guardò in quella direzione. "Aspetti qualcuno?"
"No" soffiai, "nessuno."
Com'ero stato sicuro, la volta prima, che avrei visto Liam varcare quella porta ed entrare in aula con me, adesso ero altrettanto certo che anche aspettarlo per secoli in quel corridoio sarebbe stato inutile.
Eppure, quando Trisha mi prese per mano, convincendomi una buona volta ad entrare, non potei far a meno di dar voce  a quella speranza malsana ed egoista che mi stringeva il cuore.
Lui verrà, Niall.
Lui è Liam Payne, non può abbandonarti.
Ma forse sbagliavo a pensarla così.
Perché quello che era successo due giorni prima, non era che una prova del fatto che lui mi avesse già abbandonato.
O almeno, che l'avrebbe fatto molto presto.



A Kind Of Brothers? (AKOB?) by NowKissMeYouFoolWhere stories live. Discover now