Liam

Uscii veloce dalla classe, insinuandomi nella rassicurante confusione nel corridoio, tipica del cambio dell'ora.
Il progetto di chimica non era andato male come temevo. Non era stato il migliore, come lo era quasi sempre ogni mio lavoro, ma non potevo lamentarmi, considerando che con Zayn non avevo trascorso neanche la metà del tempo a studiare.
Tra gomitate e spintoni riuscii a raggiungere l'armadietto, ci buttai dentro i libri di chimica, spettatori dei baci sporchi di quegli ultimi pomeriggi, e sospirai.
Si erano ufficialmente concluse le due settimane più eccitanti della mia vita, ed ora mi sentivo come svuotato.
Avevo avuto Zayn, in modi e situazioni che mai avrei creduto possibili, e la parte razionale di me mi invitava ad accontentarmi, ad archiviare l'accaduto come un ricordo confortante da poter rievocare nei momenti di tristezza.
Invece mi ostinavo a pensare a quanto sarebbe stato difficile riabituarsi alla mia vita piatta e monotona.
Come avrei potuto andare avanti, sapendo che le sue labbra non si sarebbero più accanite sulle mie?
Come avrei potuto guardarlo camminare in mezzo alla folla, senza ricordare con nostalgia le sue mani sulla mia pelle, i sorrisi provocatori prima di mordermi, di baciarmi, di toccarmi...

"PAYNE!"
Sobbalzai quando proprio la sua voce mi arrivò alle spalle, seguita dallo strisciare del suo braccio attorno al mio collo.
"Siamo andati bene vero?" mi sorrise, in quel modo che odiavo ed adoravo.
Mi svincolai dalla sua presa e "Sì abbastanza" mugugnai, prima di infilare di nuovo la testa nell'armadietto.
Cercai di riordinare il subbuglio di emozioni che sembravano fare a cazzotti nel mio petto.
Esaltazione. Cosa più che normale in sua presenza.
Imbarazzo. Anche questo più che normale, tutta colpa di quel dannato sorriso!
Soddisfazione. Perché... davvero Zayn Malik mi stava trattando come un amico?
Sorpresa. Finito il progetto, non mi aspettavo nemmeno che continuasse a rivolgermi la parola.

"Abbastanza?" si appoggiò all'armadietto accanto e sollevò un sopracciglio. "Non avevo mai preso più di C!"
"Ed io mai meno di A. Ma c'è sempre una prima volta..."
"Stai dicendo che è colpa mia se non hai studiato?" 
"Perché? Non è vero?" ma nel dirlo sorrisi.
Il suo braccio si avvolse di nuovo attorno al mio collo. "Io direi che è colpa di entrambi, non ti pare?"
La sua voce soffice mi scaldò, mi sciolse come una fiamma scioglie lentamente il ghiaccio.
"Ma non sono stato io ad offrirmi di farti un pompino" sussurrai, quasi vergognandomi della malizia nelle mie parole.
Zayn scoppiò a ridere, poi si passò una mano tra i capelli, come indeciso sul da farsi.
Alla fine si staccò da me e "Comunque se hai voglia, io sono sempre disponibile" cantilenò.
E stavolta non potei nascondere l'eccitante confusione stampatami in faccia.
"Credevo che finito il progetto avremmo smesso..." 
Il suo sorriso si fece ancora più largo, divenne quasi un ghigno. "Smesso di divertirci? E perché dovremmo?" incrociò le braccia, mi squadrò, compiaciuto dall'evidente difficoltà in cui mi aveva gettato.
"Perché tu mi odi" sbuffai. "Mi hai sempre tormentato e questa cosa non ha senso!"
"Liam" alzò gli occhi al cielo. "Quando capirai che se una cosa ti piace, non è importante che abbia senso?" 



Louis

Nella mia breve vita di diciannovenne problematico, che continuava a fumare nonostante fosse stato beccato tre volte, con una bocciatura alle spalle e con fin troppi scheletri nell'armadio, potevo ben dire che il sesso avesse sempre occupato un ruolo piuttosto marginale.
A parte nei primi tempi con Zayn, quando strusciamenti e palpatine mi assillavano la mente, ormai ero abituato a considerarlo un piacevole passatempo, non più interessante di una partita all' x-box, o di un po' d'erba. Il fatto poi, che fino a quel momento lo avessi fatto solo con il mio migliore amico, lo rendeva poco più di un gioco.
Probabilmente sarebbe andata avanti così per molto tempo, se non avessi conosciuto Harry Styles.
Perché adesso, ogni volta che lo guardavo, ogni volta che mi parlava, non potevo fare a meno di immaginare tutti i modi in cui avrei potuto scoparmelo.
E se prima era stato un desiderio sottile, un misto di fantasie sporche e speranze infondate, adesso che avevo provato, adesso che sapevo davvero com'era essere incastrati nella sua carne, sentire le sue imprecazioni e suoi gemiti rabbiosi, quel desiderio si era trasformato in un bisogno, in una necessità.
Un bisogno difficile da controllare, se si pensa che gli sguardi di Harry, maliziosi ed enigmatici, o le sue frasi ambigue, si facevano di giorno in giorno più espliciti.
Così mi ero ritrovato a dover sopportare i suoi sorrisi sghembi a colazione, le sue carezze nei corridoi a scuola, il suo piede a strusciare contro il mio, ogni volta che sedevamo a tavola insieme.
Se questo cambiamento l'avessi notato solo io, magari la situazione non sarebbe stata così drammatica.
Ma il modo in cui mi guardava, in cui mi toccava, non poteva passare certo inosservato. 
Fu così che finii incastrato in una conversazione con mia madre, che iniziando con un "Tu ed Harry state diventando amici, vero?" non sembrava promettere niente di buono.
Pensai distrattamente al suo corpo, teso ed eccitato sotto il mio. Sì, molto amici...
"Più o meno" mi buttai su una sedia, mentre le gemelle preparavano la tavola per il rituale pranzo del sabato.
"E' vero" saltò su Daisy con tono di chi la sapeva lunga. "Adesso ridete sempre insieme."
Annuii, lasciandole un buffetto sulla testa.
Mia madre sorrise, ma i suoi occhi rimasero terribilmente seri.
"Ti ha mai parlato dei suoi?" abbassò la voce, guardò verso la porta per assicurarsi che Harry non ci fosse.
"Anche se fosse, non te lo direi." 
"Voglio solo sapere come sta..."
"Chiedi allo psicologo, allora." sbottai. "Io non verrò certo a dire i cazzi suoi a te."
Se Harry avesse deciso, un giorno, di aprirsi con me, non l'avrei tradito. Avrei custodito quella parte di lui gelosamente, l'avrei protetta dall'insistenza degli altri, finché lui non si fosse sentito pronto a mostrarla.

A Kind Of Brothers? (AKOB?) by NowKissMeYouFoolWhere stories live. Discover now