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Alcuni giorni dopo era tornato tutto alla normalità e il fatto che avessi qualcuno che si occupasse di me mi dava sollievo.

Ethan mi aveva aiutata molto, i primi giorni era difficile relazionarmi con qualcuno che non fosse Ethan ed era anche molto raro che io uscissi dalla mia stanza.

Ma riuscì a rassicurami, quello che avevo subito non poteva più succedere, lui sarebbe restato sempre al mio fianco in qualsiasi momento: questo era quello che mi ripeteva sempre.

Sentii bussare alla porta.

Mi sistemai i capelli velocemente e mi diedi una veloce occhiata allo specchio e mi precipitai nel mio letto.

"Entra"

"Ariah ti ho portato le sigarette che mi avevi chiesto" le appoggiò sulla scrivania e gli feci cenno di sedersi accanto a me.

"Grazie Ethan" annuì per poi passarsi le mani trai capelli.

"Ti va di andare giù nello scantinato? Ci sono ancora tutte le tue cose" chiese con un filo di voce, quasi come se temesse di dire qualcosa di sbagliato o di potermi ferire anche solo con una sillaba.

"Non ci penso lontanamente" lasciai andare la testa sul cuscino, tanto da voler sprofondarci dentro.

Sospirò.

"Sono una depressa del cazzo, non so come fai a sopportarmi"

"Ariah smettila di dire cazzate" sembrò nervoso e leggermente alterato a causa delle mie parole.

Mi alzai di scatto e con un gesto veloce presi il pacchetto di sigarette per poi chiudermi in bagno.

Ne accesi una per poi far uscire il fumo dalla bocca.

Guardai attentamente la nuvoletta scomparire piano piano nella stanza.

Se tutti i miei pensieri avessero potuto scomparire, se tutte le mie paure sarebbero potute evaporare per sempre magari avrei potuto vivere una vita normale, costruirmi un nuovo inizio.

Avevo bisogno di una fune che riuscisse con tutta la sua forza a ritirarmi sulla soglia del precipizio, perché ora mi trovavo sul fondo.

La porta si aprì e la sua immagine mi si pose davanti: non trasmetteva emozioni a primo impatto, probabilmente prima di aprire la porta si era preparato mentalmente ad affrontarmi.

Senza permesso si avvicinò pericolosamente al mio viso e questo mi mise inizialmente in soggezione: sentii lo stomaco andarmi a fuoco e la gola farsi secca.

Appoggiò il pollice sulla mia guancia e gentilmente mi accarezzò.

Invece, la sua mano libera, scivolò sulla mia pelle olivastra sino ad arrivare alle dita.

Ne sfilò la sigaretta appena accesa e notò che comunque cercai di oppormi ma improvvisamente vidi i suoi occhi e le sue labbra avvicinarsi per poi unirsi in un bacio.

Fanculo la sigaretta.

"So che è difficile o forse non lo so perché non l'ho mai provato, ma ti prego permettimi di toglierti da questa merda"

Morsi il mio labbro inferiore tanto da farlo quasi sanguinare e vidi il suo sguardo concentrato sulla mia bocca e sul mio petto che si alzava rapidamente: non sapevo se avrei potuto fidarmi di Ethan veramente, non riuscivo a fidarmi neanche di me stessa.

Ma quello non era un problema: come scrisse Leopardi, le donne amano senza amarsi.

Ma forse lui avrebbe potuto aiutarmi ed ero solo io che, in precedenza, avevo riposto la mia fiducia nelle mani sbagliate.

Mi guardò e sembrò capire.

"Mi occupo io di te" afferrò la mia mano e gliela strinsi per rassicurarlo che non stava sbagliando assolutamente nulla con me, che era la cosa che desideravo anche io.

"Mettiti qualcosa di nero e di comodo" dedussi che mi volesse portare fuori dopo tanto tempo.

"Dove mi porti?"

In un secondo rimase a petto nudo e sull'angolo della bocca gli spuntò un sorriso.

Prese una maglietta scura dal cesto del bucato pulito e velocemente la indossò: eternamente bello nella sua semplicità.

"Nero e comodo" indecisa guardai nel mio vecchio armadio, in cerca di qualcosa che mi piacesse.

Trovai quello che cercavo e ci avvicinammo all'uscio di casa.

"Aprila tu" fissai quel pezzo di legno ormai marcio da quanto era vecchio.

Feci un respiro profondo e riuscii ad aprirla: quando finalmente dopo giorni ero riuscita ad uscire mi sentivo felice come Sheila, la donna che non usciva dal suo appartamento da anni per paura della vita esterna e di tutte le sue complicazioni, che era protagonista di una delle mie vecchie serie tv preferita.

"Ce l'ho fatta" sorrisi.

Ricambiò e mi diede un bacio sulla tempia e mi spronò ad entrare in macchina.


Ring - Ethan DolanWhere stories live. Discover now