X - Danza figlio del predatore, ondeggia per me

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L'atmosfera si era fatta pungente già a poche ore dall'inizio del banchetto. Pesanti torce illuminavano la grande sala gremita di ospiti, già per la maggior parte ubriachi. Il vino inumidiva il legno dei tavoli, sporcava le maglie di alcuni soldati troppo brilli.
Yūri evitò di avvicinarsi ad uno di loro ed assecondare il loro fare divertito, alterato dall'alcol. L'alito di Georgi, ad esempio, puzzava di vino acido e pasticcio di piccione.
Si concentrò piuttosto sulla bellezza di Viktor, che quella sera si presentava più affascinate del solito. Il principe dei draghi era seduto al posto d'onore, proprio accanto al Baratheon maggiore. JJ, così veniva chiamato a corte il fratello più piccolo, aveva insistito per avere un posto vicino al cugino adolescente di Viktor.
Yuri aveva cercato di ignorare l'antipatia altezzosa di JJ, ubriaco come il resto dei presenti e insistente, come un ragazzino viziato. Lasciò che il ciuffo biondo gli mascherasse il viso pallido e pieno di odio, così da apparire più disinteressato possibile al moro. Se avesse potuto andarsene via e tornare a casa, persino a piedi, l'avrebbe fatto senza aspettare ancora.
La parte migliore di quella cena, dove Yūri si sentì più alterato dell'ubriachezza stessa, fu quel breve lasso di tempo in tavola in cui aveva la visuale perfetta per poter guardare Viktor sorridere gentile e spensierato.
I suoi lunghissimi e lucenti capelli bianchi erano stati raccolti con estrema cura dalle ancelle mandate dalla sacerdotessa rossa, che tra nastri rossi e brillanti piccolissimi, avevano reso il Targaryen la creatura più bella presente in quella grande sala. Fascino mascolino e femmineo, bellezza autonoma e riservata solamente a Yūri. Già, quel privilegio era esclusivamente suo, e a pensarci impazziva.
Rigirò con il pollice l'anello d'oro sull'anulare, il bellissimo regalo di Viktor per lui. La loro promessa.
E amava immensamente tenere lo sguardo sul gioiello indossato da Viktor, perché era il loro segreto, quello che sapevano soltanto Yūri e lui. Lo eccitava, lo soddisfaceva, ma sopratutto, testimoniava il loro sentimento. Prezioso come il metallo più ricercato dei sette regni, semplice e sottile, nelle mani.

Lo stomaco di Yūri era perlopiù riempito dal vino, che dall'abbondante cena variata ai limiti dell'immaginazione. Quasi non riusciva più a vederci, e sudava, in uno stato confusionale ed euforico.
La notte si faceva sempre più fitta e i festeggiamenti maggiormente esuberanti. Musicisti e giullari si esibivano, oggetto di scherno dai più ubriachi, e le cameriere si improvvisavano puttane per portare a casa qualche soldo in più. Yūri barcollò tra le lunghe tavolate, portandosi una mano alla testa per un forte capogiro. Viktor si accorse subito di quello spostamento; aveva tenuto sott'occhio Yūri per tutto il tempo. Con il permesso di Baratheon, scattò in piedi e deviò la confusione per raggiungere lo Stark più velocemente possibile.
Gli prese un braccio e lo fece girare di scatto. Yūri rise spensierato, suscitando tenerezza in Viktor, nel vederlo così fuori di se e ubriaco. Represse con sofferenza l'impulso di baciargli le labbra, che probabilmente sapevano di vino.
«Sei piuttosto allegro.» gli disse, tenendogli le spalle per farlo star in piedi. Yūri rise, chinandosi in avanti. Una delle sue mani sudate si poggiarono sul petto di Viktor, anche se dal tatto il maggiore capì che non si trattava di una semplice pacca di sostegno.
«Tu no?» gli domandò in una mezza cantilena. Viktor sorrise, guardandolo dal basso verso l'alto. Scosse il capo e lo strinse più forte.
La musica dei liuti e degli strumenti a corda si intensificò, più veloce, proprio nel punto in cui un gruppetto di tre ragazze stavano danzando per attirare l'attenzione degli uomini. Yūri parve accorgersi solo in quel momento della baraonda, sgranando gli occhi con sorpresa. Prese una mano di Viktor e lo trascinò in quella direzione. Il principe lo osservò confuso, cercando di parlare non appena Yūri piantò i piedi per terra e si caricò di sicurezza.
«Viktor!» Yūri lo guardò negli occhi, afferrandogli il colletto dell'abito. Lo strattonò verso di se, facendo chinare Viktor alla propria altezza. Nessuno stava badando a loro, a come i loro visi fossero estremante vicini. Le labbra di Yūri sfiorarono una guancia di Viktor, accentuando il proprio rossore tenero per il calore e la sbornia.
«L'esibizione è già cominciata, Viktor.» sussurrò, solleticandosi la punta del naso con una ciocca sfuggita dalla treccia non più molto ordinata di Viktor. «Mostrerò il mio amore a tutta la corte.»
Senza freni, Yūri si voltò di scatto, dando le spalle a Viktor per incamminarsi tra lo spettacolo e prenderne parte. Il cerchio di persone intorno a loro nascosero ancora la loro pericolosa vicinanza.
Il Targaryen gli poggiò il mento vicino al collo, assottigliando lo sguardo con bramosia. Ne approfittò per sentire meglio il profumo del ragazzo.
«Seducimi in ogni modo possibile.» disse. Sapeva già ogni intenzione di Yūri, immaginava tutto, e non cercava di fermarlo. Lo voleva ammirare, senza vergogna.
Perfetto, sapeva che sarebbe stato solamente così.
Fece scivolare una mano sul dorso caldo di Yūri. Coperto da un guanto nero, che gli scopriva le dita per metà, lo Stark appena lo sentì raccogliere le proprie nocche dalla carezza di Viktor si mise faccia a faccia con lui, serio. Con un movimento veloce poggiò la fronte contro quella del più alto, facendolo indietreggiare di poco. Da lì, diventò quello che prevalse nell'aggrovigliarsi delle loro dita.
Le punte dei loro nasi si sfiorarono, il contrasto delle tonalità di pelle differenti fu immediatamente risaltato, e l'opposto oscurità dei capelli di Yūri pervase quella luminosità candida che scendeva sui lati del volto di Viktor. Si guardarono, gli sguardi ormai accoppiati come due animali selvaggi, tutto il resto che li circondava sparì.
«Non azzardarti a togliermi gli occhi di dosso.» Yūri lo ammonì con voce autoritaria, allontanandosi dal Drago con grazia superba e fiera.
Viktor si fece largo tra la folla, piantandosi in prima fila, per godersi lo spettacolo riservato solo a lui.
Lo starnazzo delle ragazze cessò quando capirono di chi si trattasse, facendosi da parte senza troppe storie. La musica si attenuò, il vocio confuso degli altri presenti si fece un ronzio numeroso. Yūri era al centro del suo spazio adibito a mo' di palcoscenico, aggraziato in attesa che la musica riprendesse a suonare più forte. Il bacino lievemente inclinato da il lato, le spalle in linea con esso, a bilanciare le braccia tenute morbide lungo i fianchi. I capelli li aveva tirati indietro, così il viso gli si illuminò di naturale e giovane bellezza. Il proprio sguardo magnetico lo riportò sempre in direzione di Viktor, compiaciuto ed impaziente.
Un veloce pizzico dello strumento a corda più coraggioso diede inizio quella danza.
Yūri tenne il viso basso, assieme agli occhi. Con un gesto leggero portò le braccia poco in alto, e poi subito ai fianchi, senza toccarli. Come se si stesse dando una carezza, lungo tutto il corpo.
Ripetè una sorta di abbraccio a se stesso lasciato sospeso nell'aria afosa, indietreggiando seguendo la musica, e continuando a muoversi con dimestichezza grazie ai gesti delle braccia.
Si piantò con i piedi sul pavimento quando le note aumentarono la loro intensità; flesse un ginocchio e aprì la gamba verso l'esterno, voltando di scatto il viso. I capelli si scompigliarono sulla fronte, ondeggiando, e quello sguardo pieno di desiderio morse proprio Viktor.
La festa riprese a muoversi, grazie alla veloce e perfetta esecuzione dei passi di Yūri, coordinati e impeccabili. Attirò l'attenzione stupita di uomini e donne; le gonne delle serve si sarebbero subito alzate davanti a lui, mentre l'ostilità maschile lo rendeva più sicuro.
E Viktor era sciolto in quel corpo danzante. Mai, in tutta la sua vita, gli era capitato di assistere ad uno spettacolo simile. Lo amava, lo amava, lo amava tantissimo.
E lo voleva, dalla pelle, alla voce, alle lacrime, alla saliva, al sangue. Ogni cosa di Yūri doveva essere sua.
Yūri stava trasmettendo, senza volgarità, lasciando il tutto sospeso in un filo di dubbio, il vero amore carnale e la passione. Danzava, ed era come se i suoi movimenti fatti di grazia si svolgessero su quel ghiaccio che era casa sua.
Terminò tutto in un abbraccio più fisico, con sguardo convito e affaticato.
Aveva sempre amato danzare, le sue sorelle non erano per niente brave alle lezioni di portamento e ballo che le balie davano loro. Yūri però era riuscito, nel corso degli anni, a far crescere quel suo talento semplicemente stando attendo e guardando da lontano. La sera, quando ne aveva voglia, ritiratosi nelle proprie stanze, lasciava una candela accesa e ripeteva i gesti che aveva visto fare sgraziatamente dalle sorelle durante il giorno. Adorava cambiare i passi, modificarne i movimenti e inventare nuove mosse. Quando poi, crescendo, gli era capitato di partecipare a feste e danze più provocanti da parte di serve e prostitute, i suoi orizzonti si erano ampliati.

White dragon and black wolf ||Victuuri AU Got|| ✔Where stories live. Discover now