Erano già passati due giorni, due fottutissimi giorni senza lei: Elsie. Avevo promesso a Louis di restare calmo, di non contattarla per questi due giorni e così avevo fatto. Ma quel giorno non potevo restare qui, chiuso in casa a non fare nulla. Era il suo compleanno e volevo passarlo con lei. Come l'anno scorso, quando stavamo ancora insieme. Anzi, noi stavamo insieme. Io e Elsie stavamo insieme. Quella era solo una litigata per una mia cazzata, Elsie mi perdonerà, l'avrebbe fatto. Lei amava i miei difetti, mi rendeva un uomo migliore. Io non sapevo come avrei fatto senza di lei. Era l'unica persona che era felice di stare con me e con le cazzate che facevo. Le avevo comprato un regalo, mentre Louis era da lei a badare a Travis. Mi mancava mio figlio, mi mancava la mia Elsie. Sarei andato da lei quel giorno per farmi perdonare. Io ero il suo punto debole, sapevo bene che non resisteva al mio tocco, alle mie labbra. Aveva lo stesso effetto su di me, questo era indubbio. Io adoravo le sue labbra, i suoi occhi, ogni centimetro del suo corpo e del suo cuore. Era mia, e non potevo farla soffrire di nuovo. Non era giusto. Lei non meritava di essere trattata come facevo io. Lei meritava qualcuno migliore di me, ma ero troppo egoista per lasciarla andare così. Era la mia áncora di salvezza. Non potevo lasciarla andare.
Il suono del mio cellulare mi risvegliò dai pensieri. Era Louis.
-"Pronto?"-
-"Harry, puoi venire a casa di Elsie?"- ecco dov'era! Scattai e presi subito le chiavi della macchina.
-"Che è successo?"- domandai in modo duro. Giurai che se le fosse accaduto qualcosa, lo avrei fatto fuori. Doveva proteggerla lui in questi giorni mentre io non c’ero.
-"Nulla. Mi ha lasciato Travis per tutto il giorno. Lei ha voluto la mia macchina ed è andata da suo fratello Holder."- rimasi incredulo a quelle parole. Non era possibile. Perché l'aveva lasciata andare da sola? C'era Fast ancora in giro e avevo paura per lei.
-"Cazzo, Louis! Come fai ad essere così scemo? Non dovevi mandarla da sola! Fast è ancora nei paraggi!"- urlai al telefono mentre percossi a gran velocità la strada per arrivare in tempo da lui.
-"Scusa!"- gridò arrabbiato chiudendomi la chiamata. Non mi importava più di tanto, dovevo chiamare Elsie, subito. Il mio telefono squillò ancora e risposi senza neanche vedere chi era.
-"Che cazzo vuoi Louis?"- risposi infastidito.
-"Harry..."- la sua voce. La riconoscerei tra mille altre. Era esile, spezzata dal pianto.
-"Elsie, dove sei?"- domandai preoccupato.
-"Harry...scusa...mi dispiace...sono orribile...ti amo così tanto..."- continuava a dire cose senza senso tra i singhiozzi. Volevo essere lì e tenerla stretta tra le mie braccia in quel momento.
-"Cazzo Elsie, dove sei!?"- urlai disperato.
-"Da Holder..."- rispose poco dopo. La voce ancora piccola e terrorizzata.
-"Arrivo subito, amore mio."- Cazzo! Il telefono si scaricò e la chiamata si chiuse. Lo gettai con forza sul sedile posteriore e iniziai a premere il piede sull'acceleratore. Volevo arrivare il prima possibile da lei.

Finalmente dopo minuti di agonia arrivai al cimitero dove avevano sepolto suo fratello. Mi ricordai il luogo perché una volta venni qui con lei per il compleanno di Holder. Ci teneva così tanto che non volevo deluderla.
Camminando velocemente, finalmente la scorsi sul terreno. Era accasciata a terra con la testa tra le gambe e il suono dei suoi singhiozzi che rompeva il silenzio nell'aria. Mi avvicinai a passi svelti verso di lei. Quando fui abbastanza vicino da toccarla lo feci senza preoccuparmi di nulla, sedendomi accanto a lei. Alzò la testa e incontrai i suoi occhi grigi, gonfi per via delle lacrime. Era distrutta.
-"Harry, sei venuto..."- sussurrò piano. Era sconvolta e non sapevo perché lo fosse così tanto.
-"Sono qui, amore."- dissi dolcemente prendendola tra le braccia. Mi era mancato tantissimo l'odore della sua pelle, il suo corpo stretto al mio.
-"Non farlo. Sono una persona orribile."- mormorò allontanandomi. Stavolta ero confuso. Dovevo essere io la persona orribile, non lei.
-"Elsie, perché dici così?"- domandai riprendendola tra le mie braccia. Lei si nascose nell'incavo del mio collo lasciandomi un bacio umido. Sentii i brividi in tutta la schiena. Cavolo, mi faceva sempre lo stesso effetto, quanto potevo amarla!
-"Harry..."- scoppiò a piangere di nuovo. Non mi aveva tradito con Louis vero? O comunque con qualche altro ragazzo? Scossi la testa a quel pensiero infuriandomi ancora di più.
-"Cosa è successo?"- domandai serio.
-"Ho...io..oh cavolo. Ho baciato Louis."- mormorò dopo un lasso di tempo che mi sembrò infinito. Mi salì un nodo in gola. Volevo spaccare la faccia a Louis perché gli avevo detto che non doveva provarci. Però allo stesso tempo mi sentivo in colpa perché forse ero stato proprio io a spingerla tra le sue braccia. Ero di nuovo un fottuto coglione.
-"Non me ne fotte un cazzo, Elsie. Voglio te e basta."- affermai deciso prima di avventarmi sulle sue labbra e baciarla senza nemmeno prendere fiato. La volevo e la desideravo con tutto me stesso. Sapevo che lei mi amava e se aveva baciato Louis era stato solo per me, forse per ripicca. Ma non mi importava più. Lei era qui, tra le mie braccia, bocca contro bocca. Era qui ed era mia.
-"Ti amo tanto, amore."- sussurrò sulle mie labbra. Sorrisi perché ero troppo felice in quel momento.
-"Anche io Elsie, anche io."- dissi prima di baciarla ancora e con più foga. Il suo sapore mi mandò in estasi. -"Mi porti in spiaggia?"- domandò quando ci staccammo per riprendere fiato. La guardai confuso prima di capire di cosa stava parlando. Il suo compleanno.
-"Certo, piccola. Dimenticavo..."- sorrisi -"Buon compleanno, amore."-

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now