Capitolo 23

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Capitolo 23 - Mrs Styles 4

Quando arrivai a casa di Jess, ero rosso per la rabbia. Sbattei lo sportello più forte che potessi per farle capire che io ero lì e che sarebbe stata nei guai fino al collo. Non doveva prendersela con Elsie, lo stronzo ero io e il solo pensiero che potessero attaccare Elsie perché era il mio punto debole mi fece infuriare ancora di più. Ero stanco di dover lottare contro un passato che avrebbe fatto del male alla mia famiglia, solo ed esclusivamente per colpa mia. L'artefice di tutto era stato un ragazzo stupido e coglione per cui ora veniva sommerso di sensi di colpa e di errori che continuavano a scorrere nella sua mente come titoli di coda.
-"Cazzo!"- sbraitai prendendo a pugni e calci la porta dell'appartamento di Jess. -"Apri questa fottuta porta, Jess!"- Sospirai appoggiando la mia fronte sul legno duro e freddo della porta. I miei pugni erano ben serrati e stavo cercando di cacciare dalla mia mente e dal mio corpo l'immagine di Elsie svenuta e sanguinante sul prato. Volevo farmi passare un po' la rabbia, non ero il tipo che metteva le mani addosso ad una donna, non era giusto. Ma in quel momento Jess mi stava facendo saltare anche i nervi che non avevo.
-"Jess! Apri subito o giuro che..."- la porta si aprì bruscamente, mostrandomi una bionda mezza vestita e con un sorrisetto stampato in volto.
-"Ti ho fatto un favore, ringraziami su'."- disse, cercando di mostrare la soddisfazione nell'aver colpito Elsie. A quel punto non ci visti più. Entrai in fretta e chiusi la porta alle mie spalle con un calcio, presi Jess e la sbattei violentemente sul divano.
-"Bene, mi piace questo lato aggressivo. Mi eccita da morire."- Jess pensava che io la stessi per scopare, ma si sbagliava di grosso. Mi faceva schifo solo essere in quell'appartamento e ripensare a tutte quelle volte che avevo esaudito i miei bisogni sfogandomi su di lei. Le immagini si infilarono prepotenti dentro la mia testa, giurai di sentire anche i suoi gemiti di piacere mentre io ero per l'ennesima volta su di lei. Volevo cancellare ogni singolo fottuto momento con lei, tutto.
-"Basta!"- urlai, più spaventato che arrabbiato. -"Sei solo una pazza psicopatica."-
-"Sono pazza di te, Harry."- Jess si alzò dal divano, venne verso di me e cominciò a sfiorarmi il petto. Io l'allontanai con un gesto brusco e lei andò a sbattere contro il muro.
-"Mi fai schifo, Jess."- le ringhiai quando le fui più vicino, poi impulsivamente la mia mano andò a sbattere contro la sua guancia. Il colpo fu molto forte, i segni dell'impatto stavano già comparendo sulla sua pelle mentre lei teneva tra le mani il suo labbro siliconato. Notai che le avevo spaccato le labbra e che le usciva un po' di sangue. Cazzo, io non volevo.
-"Bene, allora vai dalla tua puttana."- urlò furiosa quando la sua rabbia salì in superficie.
-"Non ti permettere, Jess! Oppure.."- mi bloccai, non volevo farle del male, non ci riuscivo. Nonostante fosse una pazza era sempre una donna, e le donne non si picchiano.
-"Oppure cosa, Harry? Vuoi picchiarmi come io ho fatto con lei? Bene! Fallo pure dai."- Jess mi stava sfidando e dal suo sguardo capii che faceva sul serio.
-"Dai, sto aspettando."- continuò, mentre io facevo entrare l'aria nei polmoni per calmarmi guardando altrove.
-"Vedi, non riesci. Sei un vigliacco, Harry!"- Mi girai di scatto verso di lei e la rabbia tornò ad impossessarsi del mio corpo. Feci per alzare la mano, ferrata ad un pugno e lei vide le nocche, bianche e pericolose. Chiuse gli occhi e si girò dall'altro lato, tremando. Capì che stavo facendo sul serio ma invece di colpirla, lanciai il mio destro sul muro facendo un buco. Lei sussultò e poi iniziò a tremare. Vidi il bianco delle mie nocche diventare rosso, rosso sangue. Mi ero fatto male ma avevo scaricato un po' la rabbia.
-"Stai lontana da me e la mia famiglia."- la minacciai. Lei mi guardò e poi annuì. Aveva capito la lezione. Così mi allontanai e guardai l'orologio. Era passata più di un'ora. Merda. Elsie era sicuramente in pensiero.

Quando arrivai a casa, mi diressi subito da lei. Mi era mancata, mi mancava sempre, più dell'aria. La trovai nel bagno di camera sua, con gli occhi chiusi e il corpo sommerso nella vasca da bagno. Era così bella che dovetti chiudere gli occhi e poi riaprirli perché non riuscivo a credere al fatto che lei fosse lì. Nonostante i graffi e qualche ematoma, Elsie era splendida e raggiante. Il suo corpo era tornato ad essere quello di sempre, era solo un po' più formosa a causa della gravidanza ma era più bella di prima. Travis le aveva lasciato un'impronta indelebile, rendendola ancora più fantastica di quello che era già. Desiderai stringerla a me, toccare le sue nuove forme, la sua carne tenera mentre eravamo nudi, pelle contro pelle, facendola gemere di piacere. Volevo succhiarle i capezzoli e stringere il suo seno nella mia mano mentre mi muovevo dentro di lei. Mi eccitai solo al pensiero, vederla in quella vasca, nuda e indifesa, mi riportò indietro nel tempo, quando eravamo spensierati e felici senza i miei fottuti errori.
Dopo averla ammirata calmandomi definitivamente, feci un respiro.
-"Elsie."- la chiamai, annunciando che ero tornato ed ero lì, da lei. Elsie aprì immediatamente gli occhi e mi scrutò attentamente mentre il suo sguardo si posava sulle mie nocche ancora piene di sangue.
-"Harry, cosa hai fatto?"- balbettò incredula e spaventata allo stesso tempo. Non mi disse nulla riguardo al fatto che era nuda, che dovevo girarmi per non guardarla e che dovevamo fare le cose con calma. Come avevamo stabilito, questo implicava che io non dovevo essere lì.
Distolsi i miei occhi dai suoi e andai a lavarmi le mani, togliendo tutto il sangue che nel frattempo si era anche un po' seccato. Sentivo il suo sguardo bollente su di me, ma feci finta di non sentirlo, nonostante mi facesse un certo effetto. Disinfettai le ferite con calma e cautela, lei era sempre lì a studiare ogni mio piccolo movimento. Quando ebbi finito, mi tolsi lentamente la maglietta gettandola nel cestino della biancheria sporca. A quel punto ero di fronte a lei e volevo che mi vedesse e che desiderasse il mio corpo come una volta. Sempre con calma mi tolsi i pantaloni e vidi Elsie deglutire a fatica. Aveva la bocca socchiusa e i miei pensieri viaggiarono molto lontano, raggiungendo dei ricordi molto piacevoli riguardanti le sue labbra e il modo in cui mi aveva baciato e leccato tutto il corpo. Quando mi tolsi i boxer, il mio desiderio era evidente. Lei mi ammirò senza fiato, sapevo di farle un certo effetto e certe cose non potevano cambiare mai. Era palese quanto i nostri corpi si volessero, quanta attrazione c'era e ci sarebbe stata tra noi.
Decisi di muovermi e mi infilai dentro la vasca con lei, tra le sue gambe. Ero esitante ma sapevo che lei non mi avrebbe fermato perché anche Elsie desiderava il contatto fisico che volevo io. Così mi appoggiai sul suo petto e godei della sensazione che i suoi capezzoli turgidi davano sulla mia schiena. Era eccitata quanto me. Ma non era il momento per farla mia, le dovevo delle scuse.
-"Mi dispiace."- le sussurrai piano, chiudendo gli occhi. Lei mi rispose abbracciandomi, le sue braccia mi circondarono la vita e la sua testa si posizionò sulla mia spalla, facendo aderire perfettamente i nostri corpi. Mi sfiorò il collo con il suo naso, mi lasciò qualche bacio dolce e mi cullò teneramente. Potevo sentire il suo fiato solleticarmi la pelle.
-"Sei stato da lei?"- domandò esitante dopo un po'. Avevo paura di come avrebbe reagito se le avessi rivelato ogni cosa, ma era giusto che lei sapesse la verità. Basta bugie, basta cazzate, dovevo essere un uomo migliore per lei e per Travis.
-"Sì, sono stato da lei. Ha meritato quello che le ho fatto."- Il suo corpo sussultò e la sentii scuotere la testa con aria di disappunto.
-"Cosa le hai fatto?"- mi chiese ancora.
-"Le ho parlato, e le ho dato uno schiaffo spaccandole il labbro. Quando ti ho vista lì a terra volevo ammazzarla. Mi sono trattenuto, davvero. Ho dato un pugno al muro e mi sono sfogato così."-
-"Harry, che ti è successo? Tu non sei così."- Elsie mi sfiorò i capelli e a quel punto mi sentii morire. Sapeva quanto amassi quel gesto, per me era intimo e solo una donna in tutta la mia vita aveva avuto il privilegio di passare le dita tra i miei capelli: mia madre Annie. Ma ad Elsie era permesso, era permesso tutto anche farmi a pezzi e gettarmi in fondo al mare.
-"Elsie, voglio ritornare ciò che ero prima, quando c'eri tu ed eri tutto il mio mondo, quando ero felice solo vedendo un tuo sorriso. Voglio ricominciare con te. Mi odio in questo momento, mi odio per averti lasciata sola, mi odio perché prima avevo il tuo amore, ora non so più se tu mi appartieni. Ho paura che te ne andrai via, lontano da me. Non ti biasimerei. Non sono un tipo tranquillo."- Iniziai a singhiozzare e ad un tratto la mia vista si annebbiò. Le lacrime iniziarono a scendere prepotentemente dai miei occhi e persi il controllo in modo definitivo. Non volevo che lei mi vedesse in quello stato, ero sempre stato forte, volevo apparire ai suoi occhi come un eroe ma capivo che anche gli eroi avevano dei momenti di debolezza. E se volevo che le cose si sistemassero, dovevo mostrare ad Elsie ogni cosa di me, dovevo aprirmi completamente a lei perché lei, a differenza mia, non mi avrebbe mai fatto del male. Non avrebbe mai preso le mie debolezze per ferirmi.
Elsie si sposò lievemente mentre prendeva qualcosa, sentii l'odore dello shampoo e compresi le sue intenzioni. Quando stavamo ancora insieme ed io ero molto nervoso, facevamo il bagno insieme e lei aveva trovato un modo per farmi calmare. Si prendeva cura dei miei capelli e mi massaggiava la cute facendomi rilassare. Stava facendo la stessa cosa anche ora ed io sorrisi, sorrisi perché lei non mi aveva dimenticato.
-"Harry, tu non mi perderai."- cominciò a dire, mentre le sue mani esperte si muovevano sulla mia testa. -" Ricordi? Nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, sempre insieme, sempre a sostenerci. Noi siamo la parte mancante dell'altro. Ci completiamo. Come potrei vivere con mezzo cuore, mezza mano, mezzo piede?!"- io risi come un bambino alle sue parole.
-"Mezzo cuore? Saresti già morta!"- le risposi, alleggerendo la tensione che si era creata. A quel punto non riuscii più a trattenermi, volevo baciarla e l'avrei fatto anche se mi avesse dato uno schiaffo in pieno viso rifiutandomi. Mi girai e le mie labbra trovarono le sue, erano perfettamente allineate con le mie. Si scrutarono con impazienza e divennero rosse per il desiderio. Per me c'era ancora troppa distanza che ci divideva, quindi la baciai. Un bacio lento e dolce, ma bisognoso, era tutto quello che ci serviva in quel momento perché le sue labbra erano ancora spaccate per via di Jess. Con una grandissima forza di volontà, mi staccai dalle sue labbra. Non volevo andare oltre perché avrei infranto la promessa che le avevo fatto stanotte se avessi continuato. Vidi Elsie sorridere e passarsi la lingua tra le labbra. Le era piaciuto, quel bacio aveva fatto breccia dentro il suo cuore. Se volevo riconquistarla, dovevo semplicemente comportarmi bene e non andare mai oltre il confine che lei aveva prefissato.
I suoi occhi però si persero. La fissai per un po', ma sembrava essere andata in un posto lontano da lì.
-"A cosa pensi?"- le chiesi con voce roca. Elsie sembrò tornare alla realtà quando le parlai.
-"Niente."- mi rispose ancora sognante.
Allora la studiai meglio, i miei occhi ormai erano dentro i suoi. Io li conoscevo bene e quello sguardo l'avevo già visto una volta. Tremai ai ricordi, non per paura, ma perché mi sentii come allora: meravigliato, sollevato, incantato.
-"Hai gli stessi occhi di quando ti incontrai. Erano persi in non so cosa e poi il mio bacio ti riportò da me."- 
-"Stavo pensando proprio a questo."- disse meravigliata dalla nostra intesa. Quanto mi era mancata! -"Ricordi quando prendesti il bicchiere per me quella notte? Ero davvero morta di paura dopo quello che era successo."-
-"Oh, Elsie! Come potrei dimenticarmi? Avevo inventato una scusa per restare con la più bella ragazza che avessi mai conosciuto!"- lei mi guardò, sorpresa. -"Se non fossi venuto e tu non avessi accettato, non saremmo qui oggi."- la vidi perdersi di nuovo dopo le mie parole, onestamente ero curioso di sapere cosa stesse pensando. Forse la sua mente stava riflettendo sul fatto che se non mi avesse incontrato, non avrebbe sofferto. Neppure Travis sarebbe esistito, ma sapevo bene che lei lo amava talmente tanto da poter soffrire altri due anni per averlo con noi.
-"Dovrai aggiungere anche una T e un'altra H."- le dissi, mentre facevo scorrere un dito sulla H tatuata vicino al cuore. Holder.
-"Harry, tu sei già inciso sulla mia pelle."- quando me lo confessa, rimango sorpreso.
-"Io..io-o non ho mai visto un altro tatuaggio sul tuo corpo."- risposi barbettando.
-"Non hai ancora avuto modo di togliermi i vestiti."- mi disse imbarazzata. Non potendo più reggere il confronto, il suo sguardo si posò sull'acqua delle vasca, eravamo qui da troppo tempo e l'acqua stava diventando fredda.
-"Ti vergogni ancora di me?"- le chiesi, mentre le mie dita si posizionarono sotto il suo mento per farle alzare la testa.
-"Be', ho partorito 2 giorni fa', il mio corpo ha cambiato aspetto, e poi lo sai che mi sono sempre vergognata di tutto anche quando..."- risi felicemente.
-"L'amore, Elsie. Quando facevamo l'amore."- lei si morse un labbro ma non mi rispose, forse perché era in imbarazzo. Tornò di nuovo a far funzionare il suo cervello, dando retta alla ragione e non al cuore.
-"Che c'è, Elsie? Ho detto qualcosa di sbagliato?"- domandai esasperato. Elsie scosse la testa.
-"Dimmi cosa ti passa per la testa, cazzo!"- sbottai, facendo un movimento abbastanza brusco da far scuotere l'acqua ed il corpo di Elsie. Mi pentii subito del mio comportamento. Se avevo fatto quattro passi verso di lei, adesso ne ero dietro mille.
-"Scusa, Elsie. Mi dispiace! Non so che mi prende."- la vidi tremare e l'abbracciai. Cavolo, che avevo combinato?
-"Hai freddo?"- le chiesi subito dopo preoccupato. Lei si appoggiò la sua testa nella mia spalla e le sue braccia mi circondarono il collo.
-"Usciamo."- le annunciai senza aspettare una sua risposa. La presi in braccio e le feci appoggiare i piedi a terra, poi circondai il suo corpo infreddolito con un asciugamano e feci lo stesso con me. Elsie tremava ancora, così le feci passare un braccio nella sua vita e la presi senza sforzo. Volevo tenerla al caldo con il mio corpo, lei sembrò capirlo perché la vivi accoccolarsi sul mio collo tenendomi stretto a lei.
Quando arrivai nell'altra stanza, vicino al letto, l'adagiai delicatamente su di esso. Lei si strinsi l'asciugamano sul petto mentre mi vide lasciare quello spazio piccolo e caloroso. Andai in camera mia e presi una maglietta pulita per lei e un paio di boxer. Feci in fretta perché non volevo starle lontano e perché la mia presenza le faceva usare il cuore e non la testa. Odiavo quando pensava con la ragione ed essa le permetteva di farsi del male con i brutti ricordi.
Le passai la mia maglietta mentre frugavo nel suo borsone in cerca dei suoi slip. Elsie era grata che mi stessi prendendo cura di lei. Prese la maglietta, gli slip e saltò giù dal letto dirigendosi verso il bagno.
-"Dove vai?"- le chiesi sospirando. Ecco, la ragione aveva preso di nuovo in controllo su di lei.
-"A vestirmi."-
-"Puoi farlo anche qui, così vedo il tuo tatuaggio."-
-"Harry, ti prego."- capii che dovevo lasciarla andare perché avevo oltrepassato il confine. Allora annuii e lasciai che si vestisse nel bagno lontano dal mio sguardo insistente.
Mentre aspettavo, mi sistemai sotto le coperte. Volevo dormire accanto a lei quella notte e non avrei accettato un compromesso. Sapevo che restando sola nel bagno, lei avrebbe pensato a ciò che era successo e mi avrebbe cacciato via di lì.
Non ci stese molto, torno subito dopo.
-"Vieni."- le sorrisi, sperando che potesse bastare. Le scosse la testa. Porca miseria.
-"Ho bisogno di te, Elsie."- andai giù con l'artiglieria pesante. Non potevo farmi sconfiggere dalla sua ragione, non dopo aver lottato.
Elsie accettò. Le spostai le coperte e lei entrò nel letto. Mi aspettavo che mi abbracciasse e che si appoggiasse sul mio petto, ma mi diede le spalle e si rannicchiò in posizione fetale lontano da me. Non ci stesi, non così. Le mie braccia presero il suo corpo e lo portarono al mio petto. La sua schiena era perfettamente appoggiata su di me e nonostante non potessi vederla, sentivo quanto fosse tesa. Allora spostai la mano sul suo fianco e lei sussultò. Un attimo dopo mi ricordai delle ferite che aveva.
-"Scusa."- le dissi, molto vicino al suo orecchio. Volevo che la mia voce le entrasse dentro.
-"Perché non hai risposto alla mia domanda prima? Sembravi tesa e pensierosa allo stesso tempo."- le chiesi per continuare il discorso che avevamo interrotto.
-"Scusa se non voglio sapere con quante ragazze sei stato a letto in questi mesi."- sbottò infastidita.
-"Perché, scusa? Tu non sei stata con altri ragazzi?"- le risposi a tono. Il solo pensiero che qualcun'altro l'avesse toccata mi annebbiò il cervello. Il suo corpo sussultò, ahia. L'avevo di nuovo ferita.
-"Ho fatto l'amore solo con te, Harry. Non sono mai stata con nessuno, oltre te."- la sua voce era rotta, spezzata da lacrime che volevano uscire dai suoi occhi ma che trattenne con fatica.
Ero senza parole. Giuro, non sapevo cosa dire. Il mio cuore battè forte pensando a lei che aveva aspettato me, che aveva fatto l'amore solo con me, che amava me. Era la donna giusta, avevo trovato la mia metà e anche l'invidia del mondo intero, però avevo distrutto ogni cosa bella. Che coglione.
-"Notte, Harry."- sussurrò Elsie con voce piccola. Mi risvegliò dai miei pensieri, quindi era giusto che lei sapesse. Avrebbe fatto male, ne ero consapevole, ma io ferivo le persone, era la mia natura.
-"Era solo sesso, Elsie. Non mi è mai importato nulla delle altre. Ci andavo solo per soddisfare i miei bisogni fisici. Immaginavo che fossero te, che le mani con cui mi sfioravano fossero le tue, che le labbra fossero tue. C'eri solo tu tra i miei pensieri. Solo tu, Elsie. Sei stata la prima che ho amato, la prima con cui ho fatto l'amore. Sei tu, Elsie, la mia vera vita, il mio vero amore. Tutto il resto è nulla. Se non ci sei tu, io sono niente."- Elsie singhiozzò disperatamente. Tremava ed il suo corpo aveva degli spasmi. Ero preoccupato e spaventato. Non sapevo cosa fare, non volevo perderla. Così mi venne in mente il momento in cui ci incontrammo, quando in macchina stava piangendo forte. L'avevo attirata a me e baciata. Dovevo fare di nuovo in quel modo.
-"Torna Elsie, torna da me. Non aver paura."- le sussurrai quelle parole sulle sue labbra e poi la baciai. Non fu un bacio come prima, stavolta era potente, passionale, violento, desideroso.
  -"Ti amo."- le sussurrai quando riuscii a staccarmi. La passione si impossessò del mio corpo, non era più solo un bisogno. Io volevo Elsie, la volevo in qualsiasi modo possibile ed immaginabile. Le lasciai dei baci sul collo e poi sul suo punto più sensibile sotto l'orecchio. Con la mano liberai iniziai ad alzarla la maglietta, mentre lei gemeva di piacere ed io amavo farla impazzire. Ero sopra di lei e a dividerci c'era solo della stupida stoffa.
-"Harry."- mi supplicò Elsie quando riuscì a liberarsi del bacio. Avevo paura che si pentisse, che desse spazio alla ragione, ed io non l'avrei sopportato. Ero troppo eccitato per riuscire a calmarmi. La mia mano raggiunse il suo seno e le tirai tra le dita un capezzolo per farla impazzire come piaceva a me.
-"Voglio fare l'amore con te."- le dissi, dolcemente.
-"Harry, ti prego. Non possiamo."-
-"Sshh, rilassati."- sussurrai tra le nostre labbra, mentre le mie dita trovarono il bordo dei suoi slip. Era tutto così perfetto.
-"Harry."- mi richiamò, ma io non ci badai, stavo scendendo lungo la sua pancia lasciandole una scia di baci umidi che la facevo contorcere.
-"Fermati!"- ringhiò Elsie. Sorpreso, alzai lo sguardo verso di lei.
-"Qualcosa non va?"- le chiesi piano. Lei scosse la testa. -"Allora? Ti sto sfiorando proprio come piace a te."- Elsie fece una smorfia.
-"Ho male, Harry. Dappertutto. Per quanto vorrei fare l'amore con te adesso, non riesco. Per favore fermati, oppure impazzirò più di così."- Le sorrisi, era così bella. Aveva i capelli arruffati e lo sguardo triste. Non volevo fermarmi, neanche lei voleva che lo facessi, ma rispettai lei ed il suo corpo.
Mi lasciai andare sul suo ventre ad occhi chiusi e sospirai. Avevo l'erezione che mi pulsava e mi faceva male. Dovevo necessariamente farmi una doccia fredda.
Poi la mia attenzione si spostò su di Elsie, nella parte sinistra del suo ventre c'era un tatuaggio. Cavolo sì, avevo trovato! Era una corona da regina molto grande, con dei brillanti colorati e una scritta anch'essa grande.
-"I belong to Harry Styles."- lessi con un sorriso da stupido. -"Dio, Elsie, è magnifico. Tu sei mia. Mia."- esultai felice. -"Domani andrò a farne uno simile anche io, proprio nello stesso punto con scritto " I belong to Elsie Styles". Perché tu sei la mia Mrs Styles, vero?"- Lei annuì sorridendomi, allora le presi la faccia tra le mani e la baciai caldamente. Ci staccammo solo quando avevo il fiato corto, ma onestamente volevo annegare nei suoi baci. Elsie era la persona più bella al mondo.
-"Posso venire con te? Vorrei farne uno per festeggiare la nascita di Travis."-
-"Certo piccola. Adesso però dormiamo."- risposi dandole un bacio sulla fronte. Annuì contenta e chiuse gli occhi.
-"Sogni d'oro, Elsie."- le sussurrai lasciandole un bacio dolce sul collo.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now