Capitolo 54: Di nuovo insieme - III

387 41 109
                                    

Fabian si lasciò manipolare, mettendo meccanicamente un piede dopo l'altro. Avvertì uno strattone, quando Thanatos lo trattenne, impedendogli di proseguire. Stava fissando qualcosa davanti a loro. Si trattava di una piccola sagoma rossa, che stringeva in mano due catene.

Thanatos afferrò Fabian per il maglione, ponendolo dietro di sè in modo da proteggerlo, e puntò la falce contro la minaccia.

– Lasciaci passare. - sibilò – Se non vuoi che ti uccida.

– Calmi. Non voglio farvi del male. - disse una voce dolce e ammaliatrice.

Thanatos sussultò per lo spavento, e si tappò le orecchie.

– Fabian, non ascoltarla! E' Lilith, il Succubus!

Fabian, troppo inebetito per ubbidire, la osservò avvicinarsi. Da vicino era ancora più bella, fatta eccezione per la pelle rossa e la lunga coda. Thanatos sollevò la falce per colpirla, ma lei, veloce come un fulmine, gli bloccò il braccio, torcendogli il polso. La falce cadde a terra e scomparve, mentre Thanatos crollava in ginocchio.

– Ho detto che non ho intenzione di farvi del male. - ripeté Lilith, in tono fermo. - Ci siamo capiti?

Guardò Thanatos negli occhi e lui ricambiò con ferocia, fremendo per l'impotenza. Fabian pensò che lei doveva essere molto forte, per riuscire a tenerlo in scacco. Non per nulla era la figlia di Lucius.

– Sì, abbiamo capito – disse, cercando di difendere il Creatore. - Ma lascialo andare, adesso. E' ferito.

– Lo lascerò solo se lui prometterà di non attaccarmi appena abbasserò la guardia. Voglio la sua parola di Creatore.

Thanatos fremette d'indignazione.

– Come osi chiedermi la parola di Creatore?

– La tua parola, ho detto.

Gli storse un po' di più il polso e Thanatos, suppurando odio, sibilò "hai la mia parola".

Lilith, soddisfatta, lo liberò dalla sua presa, e il Creatore crollò a terra su un fianco. Fabian si inginocchiò accanto a lui, cercando di sostenerlo. Lo chiamò, scrollandolo con delicatezza per una spalla nel tentativo di rianimarlo.

– E' svenuto. - diagnosticò Lilith, con uno scintillio divertito nello sguardo, allungando le mani verso di lui. - Un tempo era forte, ma adesso...

– Non ti avvicinare a lui! - ruggì Fabian, facendogli da scudo.

– Altrimenti cosa farai, piccolo umano? - lo schernì il demone.

Lo afferrò per il colletto e lo stese a terra, bloccandolo con un piede. Per quanto Fabian cercasse di liberarsi, non riuscì a spostarlo. Le graffiò il polpaccio, le morse la coda, ma lei sembrava insensibile al dolore.

– Sei tenace, eh? - fu il suo solo commento, mentre scostava la veste squarciata di Thanatos, scoprendo la sua pelle pallida.

La ferita causatagli dal demone di poco prima era terrificante: pezzi di pelle e carne pendevano dalle sue ossa, e il sangue aveva disegnato lunghe linee sul suo corpo. Fabian, agghiacciato, dovette restare a guardare, mentre Lilith affondava una mano nella ferita.

– Cosa stai facendo? - gridò – Smettila! Così lo ucciderai!

Lilith gli scoccò un'occhiata obliqua. Sembrava che si stesse divertendo un sacco. Poi, tornò al suo lavoro. Massaggiò la carne dell'Immortale, che divenne molle sotto le sue dita. I lembi della ferita si ricongiunsero, finché di essa non restò altro che una grande cicatrice.

Thanatos ebbe un fremito e riprese a respirare, aprendo gli occhi. Per un istante sembrò molto confuso. Vide il demone e, per istinto, indietreggiò. Fece per colpirla, ma era come se qualcosa glielo impedisse. Poi, ricordò: le aveva dato la sua parola. Quella maledetta... essendo figlia di Lucius, sapeva bene quali fossero i doveri di un Creatore. Quando dava la sua parola, era impossibile venir meno alla promessa.

La Via delle Rune [completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora