Capitolo 15

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La serata è finita presto , o almeno per me.
Sono tornata nella mia camera d'hotel prima delle 23.
Vittoria e gli altri sono tornati poco più tardi.
Oggi non dobbiamo andare all'accademia , abbiamo finalmente giornata libera.
Mi metto a sedere sul materasso e appoggio i piedi scalzi sul pavimento. Immediatamente un brivido mi percorre lungo la schiena all'immediato contatto della mia pelle calda con il pavimento freddo. Mi stropiccio gli occhi e mi alzo.
Lo squillo del cellulare improvviso mi fa sobbalzare e raggiungo il dispositivo che continua a lampeggiare.
Sospiro e rispondo senza guardare.
«Si?» rispondo con la bocca ancora impastata dal sonno.
Nessuno risponde.
«Pronto?» ripeto preoccupata.
Finalmente la persona dall'altro lato della linea si decide a parlare.
«Federica? Ciao sono Lucas.» Spalanco gli occhi. Come diamine ha fatto a trovare il mio numero di telefono ?
Lo saluto garbatamente e inizia a spiegare il motivo della sua chiamata. «Vorrei... insomma...»
Rimango zitta attendendo ancora una sua risposta.
In questo momento potrei tagliare l'imbarazzo col coltello.
«T-ti andrebbe... di venire a cena con me stasera?» mi chiede timidamente.
Rimango un po' interdetta alla sua proposta. Non lo conosco nemmeno.
Mi spiega che sarà solo una uscita tra amici, e a quella informazione mi rilasso. Accetto e lui mi da l'indirizzo del ristorante.
Chiudo finalmente la chiamata e inizio a vestirmi per andare a fare colazione con Vittoria che mi starà sicuramente aspettando.
Busso alla porta svariate volte ma nessuno risponde.
Sento una imprecazione arrivare dall'interno e la porta scatta.
Divento paonazza a vedere Riccardo davanti a me con indosso solo dei pantaloni di tuta.
Ha la faccia scocciata, intuisco che si è appena svegliato.
«C'è Vittoria?» chiedo freddamente .
Non ho voglia di parlare con lui.
Resta per un po' a guardarmi e poi mi invita ad entrare.
Ma di Vittoria non c'è traccia.
Appena vede la mia faccia incuriosita dalla sua assenza mi informa che si sta facendo la doccia.
Rimango impalata in piedi ad attenderla.
«Guarda che puoi sederti.» mi dice sorridendo.
Oh , lui ride.
Rimango impassibile alla sua constatazione.
«Sto bene qua.» Si avvicina al tavolo e prende un sorso dal cartone di latte , appoggiato sopra.
Il mio sguardo si posa sui suoi addominali contratti. Ma immediatamente lo sposto appena vedo il suo sorriso soddisfatto dopo avermi beccata a guardare il suo petto.
Maledizione.
«Non mi dici di rimettere la maglietta adesso eh?» esclama allargando le braccia e indicandosi i pettorali.
Gli lancio uno sguardo fulminante e faccio una smorfia.
«Ho visto di meglio.» dico facendo un sorriso di sfida. Lo vedo irrigidirsi e ciò non può farmi più che piacere.
Dopo poco che non sento altre sue reazione inizio a girare per la stanza indifferente alla situazione. Improvvisamente sento un penso sfiorarmi l'anca.
Mi giro di scatto e trovo Riccardo con un cuscino in mano. Me ne lancia un altro che mi prende lo stomaco facendomi indietreggiare. Inizia a ridere e di conseguenza comincio anche io.
Vuole la guerra? La avrà.
Inizio a raccattare cuscini ovunque e glieli scaglio addosso, ma sfortunatamente gli scansa tutti. Come diavolo fa? Qualcuno me lo spieghi.
Improvvisamente non sento più il contatto con il pavimento e mi ritrovo con la faccia rivoltata verso là schiena calda di Riccardo.
Inizio a dimenarmi. Ma lui mi tiene ben stretta tra le gambe. «Ti conviene farmi scendere se non vuoi ritrovarti con un cadavere sulle spalle.» dico continuando a muovere le gambe freneticamente. «Chissà se in paradiso saprai lanciare dei cuscini come si deve.» mi provoca iniziando a camminare su e giù per la stanza.
Inizio a tirargli pugni sulla schiena. «Una zanzara ha più forza di te.» dice continuando a ridere.
Sono tentata di rispondere ma un colpo di tosse ci distrae. Riccardo mi mette giù e fatico un po' a riacquisire equilibrio ma dopo vari tentativi riesco a non barcollare.
Guardo nella direzione da dove proveniva il rumore e trovo Vittoria con le braccia incrociate vicino alla porta di ingresso.
«Mi stavo chiedendo dove fossi finita, ti ho aspettata giù nella Hall per mezz'ora , dovevamo fare colazione assieme ricordi?» mi dice scocciata.
La guardo con la fronte corrugata.
Ma non stava facendo la doccia?
Immediatamente guardo Il ragazzo accanto a me che ha un odioso sorriso stampato in faccia.
«Non guardarmi così , lo sai anche tu che non saresti mai entrata altrimenti.»
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Spazio autrice
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IO VI AMOOOO❤️
E grazie a chi sta leggendo la mia storia capitolo dopo capitolo, e grazie a chi l'ha appena cominciata a leggere. Un bacione e ciauuu🤗🤗❤️

∞ Io e te ∞Where stories live. Discover now