36. Jack

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La prima metà di dicembre trascorre tranquilla e sembra che non arrivino più bigliettini minatori indirizzati ad Anna. Se sapessi chi ha compiuto quei gesti offensivi nei suoi confronti, troverei un modo per fargli rimpiangere di averlo fatto. Sono un tipo tranquillo, ma quando ci vuole, ci vuole.

La nostra relazione procede bene, i media ci dedicano ancora la loro attenzione, ma non speculano più sul rapporto che ci lega, che è il più saldo con l'altro sesso che io abbia mai avuto. Quando ho presentato Anna ai miei genitori, ne sono rimasti deliziati e mia madre l'ha assillata con mille domande più o meno indiscrete. A dir poco imbarazzante, ma è negli standard della famiglia, ne sono fin troppo consapevole.
Ogni tanto noto ancora che la mia ragazza è un po' più pensierosa del solito e ho paura che mi nasconda altri atti di bullismo nei suoi confronti, eppure quando le domando se c'è qualcosa che non va, lei sorride, rassicurante.
So che sta continuando a coprire la relazione adultera di Giulia con Giorgio, ma ho deciso di non intromettermi più, tanto non riuscirò a farle cambiare idea.
Alex, invece, ha già perdonato Valentina, che è riuscita a incantarlo di nuovo. Quella donna è una manipolatrice nata, a nulla sono serviti i nostri consigli.
Lui ha detto che la ama e che può capitare di commettere uno sbaglio ogni tanto.
A volte è così ingenuo e accecato dall'amore. Tutti abbiamo deciso di non interferire più nella relazione tra i due, anche se Claire è quella che soffre di più a non intromettersi: crede che Alex meriti una donna migliore. In realtà lo riteniamo tutti, ma non possiamo fargli cambiare idea se lui è convinto di essere felice così.
Nonostante io voglia molto bene ad Anna, anzi credo di amarla, non penso proprio che le perdonerei una bugia di tali proporzioni o se mi nascondesse qualcosa di serio che la riguardi. Sono convinto che la sincerità sta alla base di qualsiasi relazione. Non devono esserci segreti tra due persone che stanno insieme.

Il diciotto dicembre, il giorno del mio compleanno, lo strano comportamento di Anna mi è finalmente chiaro: lei e i ragazzi stavano organizzando una festa a sorpresa per il sottoscritto, a casa di Tom e Claire.
All'evento partecipano anche i miei genitori, Fabio, Michela, Alessandro e la famiglia di Anna.
«Sai, è stata dura non farsi scoprire. Ricordi l'altra mattina, quando ti sei presentato a casa mia senza preavviso?» mi domanda Anna, dopo che ho spento la candelina con il numero venticinque posta sulla torta preparata da Claire, con un omino che suona la batteria commestibile in cima.
Annuisco e lei racconta davanti a tutti quanto ci fossi rimasto male per aver dovuto aspettare fuori mentre lei diceva di doversi rivestire perché era appena uscita dalla doccia.
«Come se quella fosse stata la prima volta che la vedevi nuda!» esclama Tom, il solito campione di tatto. Claire gli dà una gomitata in un fianco e Anna avvampa.
«Ha deciso lei di raccontare la storia, la battuta mi è sorta spontanea.»
Scoppiamo tutti a ridere, poi Anna tira fuori il mio regalo: un'edizione piuttosto rara di Delitto e Castigo. Rivolge lo sguardo a Ettore e commenta, di fronte al mio sorriso estasiato: «Se non fosse stato per le conoscenze di Ettore, non sarei mai riuscita a recuperarla.»
«Grazie, è un regalo stupendo.» Abbraccio stretto Anna e tutti si mettono a incitare: «Bacio, bacio, bacio!»
«Non siamo mica a un matrimonio» mormora lei a mezza voce, in imbarazzo.
«Su, un bacetto non vi fa mica male!» esclama Claire e Alex conviene con lei. Valentina, strano a dirsi, non si è presentata anche se era stata invitata.
Mi sporgo verso Anna e le sussurro in un orecchio: «Diamogli quello che vogliono, così ci lasceranno in pace.» Poso la mia bocca sulla sua e gli altri applaudono. Davanti all'espressione felice di Anna sento una frase affiorarmi alle labbra, ma mi trattengo, conservandola per un momento più adatto.

Quella è solo la prima tra le festività che trascorriamo tutti insieme come una grande famiglia. Infatti il Natale lo passiamo a casa dei miei che insistono per invitare anche Anna, i suoi genitori, Flavio e Carola, ed Elena.
Trascorriamo una giornata a mangiare manicaretti preparati dalle donne, mentre noi uomini facciamo in modo che nei bicchieri non manchi mai del vino.
Per l'occasione, Anna ha preparato qualche antipasto; sta migliorando molto in cucina.
A metà pomeriggio mia madre comincia a ricordare i tempi in cui io e mio fratello eravamo piccoli e insiste, spinta anche dal troppo vino che ha bevuto, a mostrare a tutti l'album di foto di famiglia.
«Anna, guarda come era carino Giacomo mentre faceva il bagnetto!» esclama, sfoggiando una foto del sottoscritto dentro un catino, al suo terzo mese di vita.
«Oh, mamma, non vorrai farci rimanere il pranzo sullo stomaco! Certe foto osé puoi anche risparmiarcele» scherza mio fratello, tenendo in braccio il piccolo Alessandro, che guarda interessato le foto, tentando di staccarle dall'album.
Tutti scoppiamo a ridere. Il clima è rilassato e amichevole, perfetto per una giornata di Natale. Non ricordo l'ultimo venticinque dicembre in cui sono stato così felice. Sono davvero contento che vadano tutti d'accordo.
Personalmente, non mi sembra che io e la bionda stiamo correndo troppo, però la sera di Santo Stefano glielo domando comunque.
«Io credo che stiamo facendo tutto nel modo giusto, è così naturale. Tu pensi che stiamo bruciando le tappe?» mi gira la domanda.
«No» mormoro, accarezzandole un fianco, mentre stiamo sdraiati nel mio letto, al buio.
«Sto davvero bene con te» sussurra, baciandomi sul collo e sfiorando con le dita la collana che mi ha regalato per Natale.
Accendo la luce, facendole strizzare gli occhi.
«Che c'è?»
«Volevo vedere come ti stavano gli orecchini nuovi e soprattutto il tuo bel viso.»
Mi guarda con aria interrogativa, toccandosi distrattamente i pendenti che le ho regalato. Quando Anna stava per aprire la scatolina c'è stata una scena comica, perché sia mia madre che Carola sono saltate su, pensando che si trattasse di un anello di fidanzamento. Mio padre ha emesso uno sbuffo esasperato e Flavio è scoppiato a ridere.
«Beh, potevi avvisarmi, non avrei strabuzzato gli occhi in maniera per niente attraente.»
«Ti amo» dico, facendola tacere.
I suoi occhi color nocciolasono fissi nei miei, mentre le rivelo finalmente ciò che sento. Non le avevo ancora detto che la amo, non avevo trovato il momento giusto, anche se ci ero andato molto vicino altre volte.

***

Anche oggi sono riuscita ad aggiornare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima,

Maria C Scribacchina

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