•Capitolo XXVII

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— Chiedo scusa allora per il disturbo — bisbiglio. — Senti... mio padre dorme come al solito, giusto?

— Esatto — farfuglia, sistemandosi per la terza volta il bavero della camicia.

— Perfetto. Ho udito per sbaglio che questa sera vi sarebbe un... ricevimento per l'anniversario annuale della mia incoronazione, e volevo saperne i dettagli.

— Oh, certo. Si terrebbe questa sera alle undici in punto nell'unico posto in cui è possibile accogliere sia maghi che noxious, ovvero al castello in cui si tenne il ballo per la vostra incoronazione. Forse non ne eravate a conoscenza, ma è stato deciso di fare un unico ricevimento sia per voi che per il Re dei noxious. Tuttavia vostro padre...

— Non voleva che partecipassi per paura che io e il Re ci presentassimo come una coppia, lo so — sospiro. — Va bene, ho ottenuto ciò che mi serviva. Ti ringrazio. Ah, a proposito — inizio, cominciando ad avviarmi di fronte a me, — Preferirei che mio padre non ne venisse a conoscenza, non vorremmo disturbare il suo riposo, non ti pare?

— Certo, Altezza.

È stato più facile del previsto. Scendo al piano inferiore, lì dove si dovrebbero trovare i laboratori di sartoria e spalanco le porte, osservando decine e decine di cameriere che cuciono tessuti pregiati per chissà quale nobile e per chissà quale evento di gala. Le sarte s'inchinano e io faccio loro un cenno della mano come a dire di lasciar perdere. — Maestà, auguri per la vostra incoronazione! — gridano più o meno in coro, mentre io mi apro in un sorriso.

— Vi ringrazio! Sentite, sono qui per un motivo preciso: ho un disperato bisogno di due abiti per questa sera, entrambi femminili. Uno per me e uno per Alya. Pensate di riuscire a farcela? Ovviamente vi pagherei profumatamente per il così poco preavviso — dichiaro.

Una inizia ad annuire, provocando così una reazione a catena fino a quando tutte non mi porgono il loro assenso. M'invitano a scegliere i tessuti mostrandomi rotoli di raso, seta e pizzo dai colori variopinti. Sopraffatta dalle centinai di stoffe, scuoto la testa: — Decidete voi. Mi fido del vostro giudizio — affermo.

— Ma, Regina...

— A questa sera — concludo.

Non credo di avere altre commissioni da fare, perciò decido di svignarmela prima che mio padre stabilisca di porre fine al suo riposino pomeridiano. Ritorno sulla Terra e la prima cosa che vedo è Alya con le mani tra i capelli.

Appena alza il viso, sgrana gli occhi. — Allora?

— Tutto fatto — Mi accascio sul divano e cerco di sistemare i cuscini sotto la mia testa. Troppo pochi... ne faccio comparire un paio e allora chiudo gli occhi, rilassata. — Avvisi tu tutti, vero?

— Come al solito — mugugna. La sento camminare per prendere il telefono fisso e la percepisco persino battere le dita sui tasti. Certe volte rimpiango di avere un udito così sviluppato. — Ciao, stronzetto. Sì, dico a te! Mio Dio. Ab ha trovato dove si fa il coso... sì, il ricevimento. Questa sera al castello, lo sai, quello dell'anno scorso. Va bene. Undici in punto. Ah, dimenticavo, ci saranno anche i tuoi genitori, perciò... no, tu vieni e basta! Piantala di fare il fifone e tira fuori le palle. Ti vengo a prendere se non vieni. Avvisa gli altri, non rifarò una seconda telefonata come questa. Ciao — Alya riattacca e io mi volto, quasi sbattendo la faccia contro lo schienale del divano. Ah, posizione perfetta. — Scordatelo, dolcezza, hai già dormito troppo oggi! — Alya si siede su di me e io mi apro in un rantolio soffocato. Affonda sul divano fin quando non c'è abbastanza spazio per entrambe, perciò mi butta a terra.

— Sei... una...

— Persona adorabile e bellissima? Oh, grazie, lo so già! — Incrocia le braccia dietro la testa. — Non è che mi vai a prendere un bicchiere di vino?

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