"È sempre la solita" commentò a bassa voce Sam

"Siamo quasi arrivati" riprese la parola Seth, mancano ancora due isolati.

Misi in tasca il cellulare che ancora tenevo fra le mani e poggiai il gomito sul finestrino, lo aprii leggermente, quanto bastava per far prendere un po' di aria ai miei poveri capelli, quell'auto sembrava più una sauna che un fuoristrada.

Bloccai il mio sguardo fisso nel cielo, si intravedano quasi tutte le costellazioni e ciò era strano, di solito non le si vedevano mai tutte insieme. E io ero sempre stata brava a riconoscerle, era una mia dote innata. Così, lasciai che quello spettacolo stellare mi lasciasse occupata per una manciata di minuti. Fu Sam a rompere la magia.

"Terra chiama Carly?"

Scossi la testa in segno di disapprovazione.

"Stavo soltanto guardando le stelle" dissi "Tutto qui"

Uscii dalla macchina e mi ritrovai davanti una villa gigantesca, doveva essere quella di Ashley, non ci ero mai andata, era fuori città e raggiungerla era spesso un'impresa.

Sul cancello regnavano sovrane le lettere ER, le iniziali di Edmund Robinson, uno dei più grandi uomini d'affari del circondario, nonché padre di Ashley.

"Wow" esclamò Sam "Ashley dovrebbe invitarci più spesso a casa sua"

Il cancello davanti a noi si aprì, entrammo e ci avviammo lungo il grande cortile che faceva da androne alla casa. Si sentivano la musica ad alto volume e lo sghignazzare Delle ragazze ubriache, sperai con tutta me stessa che Ashley non fosse una di loro.

Arrivai alla porta seguita da Seth e Sam, suonai il campanello. Dopo qualche secondo di attesa, la nostra amica non tardò ad arrivare.

"Ah" mormorò sorpresa "Siete già qui"

"Ashley. Siamo in fottuto ritardo"

"Ah già. Entrate pure"

Non riusciva nemmeno a reggersi in piedi, forse era troppo per una ragazza sedicenne amante delle feste. Teneva fra le mani uno shottino di Wodka liscia.

"Non credi sia troppo pesante per te?" Chiesi ad Ashley prima di rendermi conto che il baccano riusciva a sottomettere ogni suono che usciva dalla mia bocca.

"Sto bene, fidati"

Ma era impossibile fidarsi di una come lei, e lo sapevo troppo bene. Il grande salone era piena zeppo di gente di cui ignoravo l'esistenza, scorsi da lontano il gruppo di Haley, con loro c'era anche Trevor. Feci finta di niente e raggiunsi i miei amici. Seth sorseggiava un cocktail con aria sognante.

"Bene" esclamai "Adesso ti ci metti anche tu"

Ci trovavamo poco lontani al centro della pista, Ashley era stata molto brava a organizzare la festa, ecco il motivo per cui la chiamavano la regina dei Party. L'ambiente era molto caotico, e facevo fatica a distinguere i volti, ma quello di Trevor era sempre impresso nella mia mente. Azzardai un passo avanti, in modo tale da avere una visuale migliore. Molly Denver si trovava alla sua sinistra e Haley alla sua destra, ridevano tenendo bicchierini tra le mani.

Pensai ancora una volta a quella mezzanotte, sembrava fosse passata un'eternità, e invece erano passati soltanto un paio di giorni. Haley gli stringeva forte la mano e lui non faceva niente, le sorrideva e le dava piccoli baci sul collo, quanto avrei voluto prendere posto di mia sorella.

Sam, ancora piena zeppa di fondotinta notò il mio disinteresse per la festa.

"Succede qualcosa, Carly?"

"Sto bene" affermai scuotendo la testa "Ti va se andiamo fuori?"

"Certo" rispose afferrando Seth per il polso "E tu vieni con noi, niente Zack per stasera"

Almeno non ero l'unica che pensava continuamente alla sua anima gemella, pensai. Ero troppo attirata da Trevor Butler, era il magnete e io la calamita, eravamo gli opposti, opposti che si attraevano l'uno con l'altra. Mi feci spazio tra la folla e, per puro errore, i miei occhi incrociarono i suoi. Distolsi subito lo sguardo. Era troppo per me sopportare anche solo un secondo di intesa, non voleva avere più nulla a che fare con Trevor e tantomeno con quella stupida combriccola.

La parte esterna era ancora più bella, era adornata da piante vistose e fontane grandissime. Ci sedemmo vicino l'altalena, accesi una sigaretta. Sam mi lanciò una cattiva occhiata.

"Hai cominciato a fumare?" sbottò "Perché?"

"Non lo so" bofonchiai a bassa voce, come per sussurrarlo a me stessa. Avevo bisogno di fare un resoconto della situazione, altrimenti sarei impazzita.

Ultimamente era questa la risposta a ogni perché. Stavo cominciando a cadere, continuando così nessuno mi avrebbe più aiutata a rialzarmi. Lo guardo assorto nei pensieri di Sam mi fece tristezza, non volevo che stesse male per me. Si avvicinò a me è piano mi sussurrò all'orecchio:"Puoi farcela"

Ma ero convinta che tutto ciò che stesse accadendo era stato già scritto, il destino non era stato clemente con me. Presi alla lettera le parole di Sam, mi convinsi che potevo farcela, che l'unica persona di cui potevo fidarmi ciecamente ero io.

"Ragazze" la voce di Seth alle nostre spalle ci fece voltare simultaneamente "Mister Ti-rubo-la-sorella a ore quattro"

Mi voltai e lo vidi, intento a stringere la mano a mia sorella e a farle piccole carezze con il naso. Sembravano la coppia perfetta.

Soltanto una cosa era certa: Trevor aveva e continuava a lasciare un segno nella mia vita. Chiedevo a me stessa cosa avessi fatto di male se non amare la persona sbagliata.

"Ehm...c'è dell'altro" aggiunse Seth "Trevor sta venendo nella nostra direzione"

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