Capitolo I

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Carly's pov

Tutto, presto, sarebbe ricominciato. Settembre sbarrava le porte ad un nuovo anno scolastico e io, come sempre, tremavo di paura. Vi è mai capitato di fermarmi nei corridoi dopo esservi accorti del fatto che stavate camminando senza una meta precisa? A me sì. Ed era così che mi sentivo, quella notte, persa dentro infiniti pensieri.

Papà aveva detto di andare a letto presto, perché altrimenti avrei avuto un primo giorno tremendo. Ma è proprio questo che mi preoccupava: ritornare a scuola.

Non sono mai stata un tipo da ottimi voti, me la sono sempre cavata con qualche ripetizione, ma non era questo il problema. Presto avrei rivisto Samantha e Hashley, le mie due migliori amiche.

Mi sono sempre considerata una ragazza tenace, forte e determinata. Ho sempre fatto tutto da sola, contando soltanto sull'appoggio di pochi.

Quello lì doveva essere il mio secondo anno di liceo alla Westwood High School della California. Papà aveva detto che se fossi andata in quella scuola avrei dimostrato veramente chi sono, lanciando in alto il nome della famiglia Jensen.

L'orologio segnava le sei del mattino, tra qualche minuto la sveglia avrebbe cominciato a suonare. Sperai con tutta me stessa che non lo facesse, sperai che, almeno per un altro giorno, potessi essere salva.

Invece il frastuono della vecchia sveglia di nonna Linsdey non tardò ad arrivare.

Allungai il braccio e la spensi con un gesto impulsivo, ho sempre odiato le sveglie la mattina. Mi alzai, feci tutto quello che dovevo fare in poco tempo e andai di corsa in cucina, dove ad aspettarmi c'erano mio padre, con un piatto di pancakes in mano, e mia sorella, Haley.

Haley aveva soltanto un anno in più di me, ma sembrava molto più grande, era molto alta, mentre io ero sempre stata bassa e minuta.

"Guarda chi c'è" esclamò mio padre "La nostra ritardataria"

"Finiscila" dissi ridendo "Non sei meglio di me"

Era strano vedere mio padre sorridere, era un po' che non lo faceva, da quando mamma era morta lui non era come prima. Passava le giornate a guardare la TV e a dormire, teneva molto a mamma, così tanto da portarlo a mettere sempre un piatto in più non tavola.

Mia madre era morta già da due anni, e la sua mancanza si sentiva spesso. Haley era molto legata a mamma, passavano molto tempo insieme, erano la madre e la figlia perfetta.

Io sono sempre stata la pecora nera della famiglia, quella che andava controvento, che disubbidiva agli ordini e che si beccava tutte le punizioni.

Da quando mamma era morta mi sentivo sempre più sola, non ero più io. Ero cambiata, me lo ripeteva sempre Samantha. Forse aveva ragione, non ero più quella di una volta e l'opportunità di ricominciare di nuovo mi era stata servita su un piatto d'argento: dovevo cogliere l'occasione.

Pensai che forse era veramente arrivato il momento di dimostrare che anch'io potevo essere come tutti gli altri.

Presi la cartella, salutai mio padre e mi avviai per la fermata dell'autobus scolastico. Lì, ad aspettarmi, c'erano Samantha e Hashley.

"Si ricomincia eh?" Ridacchiò Sam, è così che la chiamavo.

"Non parlarmene" risposi seccata "Hai già visto Seth?"

"Sarà qui a momenti" ci interruppe Hasley "Speriamo che non perda l'autobus come al solito"

"Ah guarda!" Esclamò Sam indicando il bus che da lontano cominciava a diventare sempre più grande "Eccolo lì"

"Un altro autobus perso per Seth" dissi ridendo

Seth era come un migliore amico per me. Lo conoscevo fin da piccola, tra di noi c'era stata una piccola storia ma niente di che, una di quelle relazioni non serie che si dimenticano facilmente. L'autobus frenò proprio davanti a me, salii per prima.

"Ma che onore!" Bofonchiò Sam alle mie spalle.

Entrammo e ci sedemmo in fondo. Mi appoggiai sul finestrino e cominciai a riflettere. Pensai all'ultima festa di fine anno, ai bei momenti passati a sorridere. Perché ero così felice?

Mentre in quel momento la felicità era l'ultimo dei miei pensieri, l'ultima delle mie emozioni.

"Carly" mi chiamò Sam "È ora di scendere"

Mi alzai e a passi lenti raggiunsi la bussola, scesi e mi ritrovai di fronte alla mia scuola. Non era cambiata di una virgola, era come se le vacanze non ci fossero mai state, ero lì, di nuovo, come se nulla mi avesse separato da quel mondo.

Ero convinta che tutto sarebbe andato male, mi ero demoralizzata, non credevo più in ciò che facevo.

Vedemmo arrivare Seth da lontano, con la tracolla sulle spalle e il fiatone da corridore olimpico.

"Potevate anche aspettarmi" sbottò lui

"Scusa ma qui il ritardatario perenne non sono io" ribattè Ashley

"Avete sentito?" continuò come se nulla fosse successo "Avremo un nuovo compagno"

"Almeno è carino?" Disse Sam intrufolandosi nel discorso.

"Lo scopriremo oggi" ironizzò Hasley

Non capivo come potessero essere così interessate ad un nuovo ragazzo, non era mica caduta la luna. Ero convinta che, se qualcosa sarebbe andato storto, adesso c'era una nuova motivazione per far sì che succedesse.

"Sì chiama Trevor" mormorò Seth "Trevor Butler"

Lo lasciai parlare tranquillamente dello strano tizio.

Entrai e cominciai a camminare nei corridoi, senza una meta, senza una ragione, ero sola, sola contro il mondo, inconsapevole del fatto che forse, una ragione, mi avrebbe sconvolto la vita.

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