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Chiusi la mia agenda, con dentro raffiguranti tutte le mie bozze di capi d'abbigliamento e presi con me la mia cartella rossa racchiudente i disegni da mandare ai sarti, alzai la testa, osservando la data della sfilata di moda, si sarebbe tenuta fra due settimane, inconsapevole fissai il calendario, ed in seguito la data del giorno di natale, infatti oggi è il 24 Dicembre.

Uscì dal mio studio, cercando per una volta di non pensare a lei, ma più mi ostinavo a dimenticarla più mi veniva in mente.
La sua scomparsa ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore, sia a me che ad Adrien.

Camminando mi imbattei in un suo quadro: ci eravamo conosciuti all'età di 16 anni, era una ragazza semplice, bella è semplice, invece io ero il ragazzo ricco.
Poi al matrimonio volevo dedicarle qualcosa ma lei invece si ostinava a dire che non voleva assolutamente , le piaceva rimanere nella sua semplicità per questo lo feci fare di nascosto un suo dipinto ed in seguito lo appesi nel corridoio che portava al mio studio, così ogni volta che ci uscivo la potevo vedere ed ammirare nella sua bellezza.

-Natalie! Chiama l'autista!-
La chiamai dopo aver posato la cartella nel cassetto del comodino.
-certo sig. Agreste.- disse con voce robotica.

L'ho assunta proprio per questo, per evitare di ricordarla.

Salii nella limousine e dissi all'autista di portarmi nel centro commerciale più vicino, ora mi rendevo conto, cercavo di proteggere Adrien ma lo stavo solo allontanando di più. 

Ma parlando di questo, credo sia arrivato momento di mettere in atto il mio piano.

Pov   Adrien/Chat Noir.

Non cela faccio più!
Ancora una volta mio padre crede di essere l'unico a soffrire per la scomparsa di mia madre.
Crede ancora che lui sia l'unico a passare un ennesimo natale da solo.
Ma ora io non sono completamente solo, ora vicino a me c'è anche Marinette, come fidanzata e come amica.
Il mio cuore era esploso di felicità quando aveva detto di sì, ed ora posso anche dire che bacia benissimo.

Mentre andavo in camera mia vidi mio padre uscire e dalla finestra lo vidi prendere la limousine e partire.
Strano, mio padre non esce mai, a parte per le occasioni importanti.
Non diedi troppa importanza e mi trasformai prendendo dall'armadio una creazione che avevo obbligato ad una sarta di fare, ma senza che mio padre lo venisse a sapere.

Era un cappello natalizio, molto semplice, a parte per il fatto che davanti partiva un filo di ferro con all'estremità un rametto di vischio.

Sogghignai dirigendomi verso casa Dupain-Cheng.

-Chat! Buon natale!- mi saltò addosso Marinette abbracciandomi.
-buon natale Principessa!- dissi sfilando il cappellino dalla tasca della tuta.

-davvero?- chiese sarcastica fissandomi dopo che lo ebbi messo.
-sì principessa, ed ora devi baciarmi!-
-ma io non sono sotto il vischio...- disse stuzzicandomi.

A questo punto cominciai a rincorrerla, cercando di raggiungerla ma lei era più veloce fin quando non salì sul letto ed in quel momento capì che non aveva scampo.

-ok, ok- disse per poi baciarmi in modo casto ma ben presto divenne appassionante è proprio sul più bello lei si staccò mentre io la guardavo male.

-che c'è? Ti ho baciato!- abbiamo constatato che a Mari piace stuzzicare la gente lasciandola a bocca asciutta.

Guardai la ragazza davanti a me e sorrisi, pensando che finalmente mi ci ero fidanzato.

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-Chat, forse dovresti tornare a casa per festeggiare il Natale insieme ai tuoi genitori.- disse sorridendo nel dire che stasera è la vigilia di natale.
Non volevo intristirla troppo, era così felice e non volevo che si intristisse sentendo parlare dei miei problemi familiari.
-certo princess, buon natale!- dissi dandoli un casto bacio ed uscendo dalla sua camera.

Entrai in seguito dalla finestra di camera mia, lasciata aperta da me prima di uscire, e mi detrasformai.

-ora ti do il tuo Camembert.- dissi prima che Plagg potesse pronunciare qualsiasi lamentela.

Lui mi guardò tristemente dopo aver ricevuto il suo compenso, e mi sembrò che avesse detto un mi dispiace ma non sono sicuro.

Mi buttai a peso morto sul letto e cercai di prendere sonno, almeno così la giornata sarebbe passata in modo più veloce.

Alzai la testa mugugnando e sentendo qualcuno bussare alla porta.
-avanti!- dissi stropicciandomi gli occhi.

Avevo dormito più o meno un ora.

-il sig. Agreste la aspetta nella sala da pranzo.- disse con voce robotica mentre io mi alzavo dal letto sospirando.

-Adrien! Eccoti!- disse con voce diversa dalla solita.
La grande tavola posta al centro era imbandita con un classico cenone di Natale e mio padre era vicino ad un albero natalizio addobbato con palline e striscioni.

Rimasi a bocca aperta davanti a tutto quello, mio padre voleva davvero festeggiare il Natale con me?!

Venne verso di me vedendo che io non mi muovevo e mi abbracciò, in quel momento mi sentivo a casa, era tutto quello di cui avevo bisogno:
Dell'affetto paterno.

Eccomi.
Ma ceeerto! Facciamo gli sdolcinati.
Ma sappiate che la tranquillità non durerà a lungo...
Muahahaha 😈😈😂
Capitolo noioso e corto, lo so, ma soltanto perché è di passaggio.

E niiiieeeeeenteeeee.
Ciao ❤👋🏻

Un Adorabile rompiscatole//??              (in revisione)Where stories live. Discover now