Ecco il motivo per cui l'ho sempre invidiata, ma mai odiata, è impossibile odiare la tua migliore amica, al massimo si può soltanto volerle più bene.

E io, in quei momenti, non potevo far altro che volerle sempre più bene. Presi il libro di filosofia dall'armadietto e lo chiusi. Davanti comparvero tutti i miei adesivi, c'erano anche quelli dell'anno prima. La scritta CARLY sovrastava il resto.

D'altronde era quasi impossibile non capire chi fosse il proprietario dell'armadietto. Sorrisi a me stessa.

Filosofia era la materia della prima ora, la prima lezione dell'anno. Ero eccitata ma allo stesso tempo spaventata, avevo sempre amato filosofia, ma ogni lezione significava un nuovo perché, e i perché nella mia vita erano già troppi.

Trevor era uno dei miei perché, forse uno dei più importanti.

Trevor era sempre stato un perché, era il suo destino, la sua vita era segnata, portava una taglia addosso, una taglia che gli sarebbe costata molto più di quanto egli potesse mai immaginare.

Sottovalutava troppo, era questo il suo più grande difetto. Lo sapevo, ero sempre stata brava a capire i difetti degli altri, tranne i miei, quelli non attraversavamo minimamente la mia testa, loro erano qualcosa da cui stare alla larga.

Camminavo nel corridoio che mi avrebbe portato nell'aula di filosofia, due aule più avanti di quella di storia, lo sapevo a memoria ormai. Mi fermai di scatto, non per pensare cosa stessi facendo, ma per chiedere a me stessa: "Perchè cavolo stai ancora pensando a lui?"

Era la verità. Io, a lui, ci pensavo.

Giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo.

Il mio pensiero fisso, era lui. La mia sveglia la mattina, era lui. Era la spina nel fianco che mi sarei portata per anni se non avessi fatto qualcosa.

Qual'era la soluzione al macello che si era combinato tra noi?

Ero certo che, quella sera, sarebbe venuto. Ero certa che, quella sera, sarebbe venuto per me.

Sapevo di essere anch'io il suo pensiero fisso, eravamo entrambi tormentati, trovavamo la pace soltanto nell'indifferenza.

E pensare che quello era soltanto l'inizio, un lungo anno aspettava ancora le nostre peripezie, i nostri sguardi, i pensieri mai detto rinchiuso dentro scatole di cartone.

Non è vero che ogni inizio ha una fine, e io ero pronta a dimostrarlo.

Entrai in aula e mi sedetti a ultimo banco. Era quello il mio posto quando ero sola, era bello stare lontano da tutti, gli altri erano la malattia e io la cura.

Trevor era l'antidoto al mio malessere, solo lui avrebbe potuto colmare il vuoto che si era creato anno dopo anno.

Soltanto lui poteva, e io non lo avevo, eravamo anime separate costrette a vivere nello stesso ambiente. Quanto sarebbe stato bello baciarlo di nuovo, assaporare ancora una volta le sue labbra e poterle sognare la notte.

Era questo che era diventato: un sogno. E faceva troppo male sapere di essere stata imbrogliata dal destino, di non aver aperto gli occhi prima che facesse il suo ingresso nel mio cuore.

Quante pugnalate servono per far sì che il cuore si distrugga? Che si desintegri, che non diventi altro che una manciata di frammenti senza nessuna utilità.

"E lei cosa ne pensa, signorina Jensen?" La voce della professoressa Dumper mi distrasse da tutti i miei pensieri.

"Penso che non ci sia perché a una vita piena di dolore e disperazione"

"Esatto! Bel osservazione, i miei complimenti Carly"

Non sapevo nemmeno la domanda. Eppure la mia risposta aveva centrato in pieno l'argomento.

Forse perché il dolore e la disperazione erano tutto ciò di cui il male potesse cibarsi.

Ciò che avevo capito era che il suo cuore era un cubetto di ghiaccio, destinato a sciogliersi da un momento all'altro. Soltanto un fuoco potente avrebbe potuto scongelare quel cuore e portarlo finalmente alla libertà di amare.

Trevor Butler era vittima del suo cuore. Ed era mio compito liberarlo.

La mia vita era una trappola continua, dovevo continuare a lottare, altrimenti sarei caduta dentro la rete, e sarebbe stato troppo complicato liberarsi, quando la vita ti sorprende in quel modo è inevitabile fare qualcosa.

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