Capitolo 23

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Jennifer

Un anno dopo..

"Cara c'è una persona per te". Guenda, la mia carissima amica nonché "governante"  di casa, mi avvertiva della presenza della mia migliore amica. Kathie era tornata da un viaggio di lavoro e in piacevole compagnia direi. "Ciao tesoro" mi aveva abbracciata senza lasciarmi il tempo di respirare. "Ciao Kathie". Mi era mancata tantissimo ma fortunatamente avevo la vicinanza di Kyle, Guenda e Kimberly, che con tanto amore e spesso tanti sacrifici hanno fatto si che molte mancanze si colmassero, almeno per quanto possibile. Ero stata un anno in una casa di cura e mi aveva fatto bene. Dopo il tentativo del suicidio, Kyle aveva riniziato a leggermi le lettere, con una bellissima frase mi aveva aiutato a risalire dal fondo. Perché ero caduta in fondo e non riuscivo in alcun modo a risalire. Tutto mi sembrava buio e tutto ciò che mi circondava non lo vedevo. Vedevo solo che mia figlia non c'era più, che mio marito si era suicidato e che probabilmente la responsabile di tutto ero io. Mia suocera era venuta a trovarmi e mi aveva distrutto molto più di quanto non lo fossi già,  per quel motivo, avevo deciso che non valeva più la pena di vivere.
"Ti trovo in ottima forma!" aveva detto con un sorriso smagliante Kathie. "Lo sono, sto bene adesso e fortunatamente ho delle persone eccezionali al mio fianco, sempre pronte a darmi una mano." si stava commovendo. Kathie sapeva di cosa parlavo perché anche lei era stata molto male. Ci eravamo accomodate nella panchina del giardino di casa che Kyle aveva fatto rinascere. Era bellissimo e pieno di fiori. "Allora raccontami un po cosa mi sono persa in questi due mesi". Mi aveva poggiato la mano sopra il ventre ringonfio e aveva sorriso. "Bee, diciamo che è un maschietto, è in ottima salute e anche io." "aaw amica mia come sono felice. E poi adesso che ho avuto una promozione non dovrò più andare da nessuna parte. Perciò mi godró il mio nipotino" avevo abbracciato Kathie e dentro di me il bimbo aveva scalciato. Ero felice, dopo tanto tempo finalmente avevo ottenuto la mia felicità. Savannah mi mancava da morire ma avevo imparato a gestire le emozioni, a parlarne senza avere delle crisi e a convivere con il dolore della sua perdita, perché un figlio per una mamma è insostituibile. Non esiste un figlio migliore di un altro, ogni figlio è unico così come le persone.

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