Lo guardai dritto negli occhi, in modo tale da poter capire se stesse mentendo o meno, lo aveva fatto per tutta la vita, perché non rifarlo?

Dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima, e in quel momento i suoi occhi mi sembravano freddi, freddi come il ghiaccio.

Nessun segno d'inquietudine dentro di loro, magari Trevor Butler stava dicendo la verità.

Era quella stessa verità che mi faceva stare male. Avevo passato molti anni della mia adolescenza a pensare che Trevor fosse soltanto uno stronzo, un amico di passaggio, una di quelle schegge che ti trafiggono il cuore e poi scompaiono, lasciando una cicatrice indelebile, macchiandoti del male commesso.

Eppure, qualcos'altro mi spingeva a credergli a sperare ad una rinascita. Quel pensiero mi faceva gelare le vene.

"Ci penserò" dissi. Era l'unica cosa sensata che potè uscire dalla mia bocca dopo tutto quello che mi stava succedendo dentro.

"È già un buon inizio, no?"

"Non ho ancora detto nulla"

"Hai detto che ci penserai"

"È un sì, forse?"

"Per me sì. Ho passato tutta la vita a rincorrere dei 'ci penserò'"

Ridemmo entrambi. Non ci credevo nemmeno, ero ferma lì, davanti la porta di casa mia a ridere insieme a Trevor. Non lo avrei neanche lontanamente immaginato.

"Mi dispiace per oggi.." ruppe il silenzio che si era creato "Non volevo sembrare antipatico. Dai, magari sarà bello essere nello stesso gruppo di storia"

"Non mi sopporterai" confessai "Ne sono più che convinta"

Mi mancava parlare con lui, era come se fosse veramente cambiato, se gli anni lo avessero reso diverso, quasi normale.

Allo stesso tempo, però, temevo che tutto quello che stava facendo non fosse altro che una delle sue, d'altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio. E io ero così accecata dall'idea che Trevor fosse ritornato da me.

Da ombra ero passata a luce accecante, ero salita sul piedistallo della vita, con la costante preoccupazione di precipitare da un momento all'altro.

"Penso che invece ci riuscirò eccome" e con passo scattante si avvicinò a me, guardandomi dritto negli occhi "Non avrei altra scelta"

Ero come paralizzata da quegli occhi, erano come una calamita per il mio cuore, lo attirava a sé come fosse cosa da nulla.

Non avrei resistito un minuto di più, faceva male ma allo stesso tempo, era allo stesso modo sia male che antidoto.

Come potevano quegli occhi dirmi tanto? Come potevo provare di nuovo qualcosa per lui? I miei perché crebbero e con loro anche le mie preoccupazioni.

"Mi sei mancato" confessai a bassa voce. Era molto più alto di me, mi sentivo meno importante, era lui il centro di tutto.

"Non avrei mai creduto che tutto questo fosse possibile" disse "O almeno, non dopo tutto quello che è successo"

I nostri lobi erano uno dei fronte all'altro, finalmente Trevor Butler era davanti a me, in piena notte, a scambiare parole che sarebbero state dimenticate.

Eravamo stati entrambi eclissati dall'odio che oscurava i nostri occhi, che non ci aveva permesso di restaurare il rapporto di usa volta.

Si avvicinò ancora di più, eravamo talmente vicini che riuscivo a sentire il suo fiato sulla mia pelle.

Era bello sapere di averlo accanto, mi dava sicurezza, forza e determinazione. Sentii l'esigenza di baciarlo, ma fu lui a precedermi.

Fu come un fulmine che si schianta contro il suolo, capace di folgorare anche un cuore di pietra.

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