Prologo

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Verrà il dì in cui la fenice
Dietr'alla luna riposa l'ali
E triste il mondo non predice
Che un futuro d'ombra e mali,

In cui una donna sol cammina
Avanti al drago infervorato
Per fermar l'imminente rovina
Che da giorni ha ormai iniziato.

Ma nulla dovremo noi temere
Fuoco, morte o vita breve,
Neppur di fronte all'immani sfere.

Che accada dunque quel che deve:
Purché una donna ancor porti speme
Permarrà la vita in questa neve.

(Evelin Mavern, veggente del culto del drago,
'Profezie del mondo corrente', anno 1294 d.G.G)


Per ventisette anni la guerra aveva devastato incessante le pianure di Iisdar e di Dreehl. Ventisette anni di paura e sacrificio, di armistizi, paci infrante e assalti senza fine. E per ventisette anni noi di Meinwae rimanemmo impassibili, tenendo fede ai secolari voti di neutralità che ci legavano.

Fino a quel giorno.

Quando la millenaria Iisdar fu infatti sul punto di crollare e la guerra stava per giungere al termine, una flotta aggirò non vista il blocco di Dreehl e giunse così nelle terre dell'estremo nord, lontane e sicure, che mai avevano visto la guerra. E vi fu il massacro. Prese alla sprovvista infatti nessuna di quelle città fu in grado di opporsi all'invasione e le forze di Iisdar dilagarono incontrastate, bruciando tutto lungo il loro cammino.

Fu allora che intervenimmo. Non per soccorrere Dreehl, ora circondata e incapace di far fronte alla rinnovata minaccia, ma perché non si trattava più di intromettersi in una guerra straniera, bensì di difendere delle vite che nulla c'entravano con essa.

Fu così, vestendoci di parole di pace, che per la prima volta nella storia, gli eserciti di Meinwae lasciarono la città vessilli al vento. A condurli era la comandante Idreim, la cui voce più di tutte era quella che aveva spinto all'intervento.

(Daeron di Meinwae, "Cronache della città Muraglia", anno 4487 d.G.G)

Idreim [Completa]Where stories live. Discover now