Capitolo 52

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Aprii un occhio piano piano per abituarmi al sole che entrava dalla finestra. Allungai una braccio per cercare fra le lenzuola, la persona con cui avevo trascorsso la notte, dormendoci attaccata.
Mi aveva sfiorato i capelli e mi aveva sussurrato paroline dolci all'orecchio. Si era rivelato un nuovo e completamente diverso Jace, che se pur sempre saccente mi guardava in modo completamente diverso.

Quando la mia mano non riscontrò la sua presenza muscolosa, aprii gli occhi di scatto.

Jace non c'era.

Mi alzai di scatto e con il lenzuolo arrotolato al mio corpo per coprire le mie nudità, andai ad ispezionare la casa in cerca di lui.

Dopo aver controllato in bagno, in salotto, in cucina e in tutte le stanze mi arresi all'idea di non trovarlo.

Cosa significava?

Magari era solo andato a fare un giro, ed io mi stavo facendo paranoie dettate dai suoi comportamenti scostante avuti in passato.

Sbuffai rumorosamente e tornai al piano superiore.

Me ne sarei andata a casa, se voleva cercarmi, sapeva benissimo dove trovarmi!

Presi dall'armadio una maglietta di Jace visto che quella della sera precedente era lanciata chissà in quale angolo remoto della casa.

Al pensiero della notte passata con lui, le guance andarono in fiamme.
Ero contenta, anzi contententissima, di aver fatto la mia prima volta con la persona che amavo. Non ero sicura che il sentimento fosse ricambiato al tal punto, ma aveva dimostrato di tenerci a me.
La paura nei suoi occhi quando mi aveva vista fra le grinfie di Hunter si notava lontano un miglio e poi mi aveva stretta a sé tutta la notte, come se fossi beh... la sua fidanzata.

Sorrisi al pensiero delle sue possenti braccia tatuate intorno al mio esile corpo.

Scrollai la testa per scacciare via i pensieri, indossai la maglietta nera con un segno Adidas bianco al centro e andai a cercare i miei jeans in bagno. Scicquai la faccia e creai una treccia improvvisata ai capelli.

Una volta finito di "sistemarmi" andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua fresca.

Come sarei tornata a casa? Mi chiesi retoricamente.

Mio fratello mi aveva detto che sarebbe venuto a prendermi, ma non avevo voglia di aspettare. Volevo tornare a casa mia, nel mio letto. E poi, ero leggermente irritata dal fatto che non mi ero svegliata accanto a Jace. Me l'aveva promesso, "Non ti lascio più Julie Williams" aveva detto prima che sprofondassi in un dolce sonno, cullata dalle sue braccia.
Prima diceva una cosa e l'indomani mattina non era nel letto con me.

Chiusi la porta di casa di Jace alle mie spalle e una ventata di aria fresca mi arrivò. Era gennaio e nella mia città faceva un freddo boia.

Mi strinsi nel giubbotto e mi incamminai verso casa mia. Distava circa 30 minuti a piedi, e visto che non avevo un cellulare per chiamare un famigliare, un amica o un taxi, mi arresi all'idea di fare due passi da sola.

Non sapevo cosa passava per la testa di Jace. Da una parte ero tranquilla perchè avevo provato sulla mia pelle il suo cambiamento, ma d'altro canto avevo timore che per lui fossi stata una scopata come le altre. Non me lo sarei perdonata e non gliel'avrei perdonata mai se fossi stata come le altre, visto che avevo progettato la mia prima volta con un ragazzo che mi amava davvero. Non ero il tipo da una notte e via. Speravo solo Jace ne fosse consapevole.
Eppure, aveva addirittura detto a mio fratello che gli "avevo completamente fottuto la testa" qualcosa doveva pur significare tenendo conto del loro rispetto reciproco.

Ma perchè dovevo farmi tutte quelle paranoie?

Ero stata consenziente nel fare l'amore con lui, mica mi aveva obbligata. Non potevo farmi prendere dal rimorso.

Il cuore non ha controllo (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora