Capitolo 20.

431 10 1
                                    

Addison.
È buio.
Fa freddo.
Sento i brividi percorrere la mia colonna vertebrale, mentre il vento ghiacciato si insinua dentro di me attraversando i miei vestiti strappati.
Tossisco, ho le mani sanguinanti, il viso ferito, il corpo ricoperto da frammenti di vetro e terra. Non la vedo muoversi, ma respira..è svenuta.
Anche io vorrei lasciarmi andare. Abbandonarmi alla stanchezza, al dolore, al freddo.
Ma invece continuo a lottare, cerco di aiutarla.
Ma non riesco a tirarla fuori ..
Poi d'impulso comincio a correre, verso la parte opposta.
Sento una voce che mi chiama, e sento che qualcuno mi sta scuotendo, strappandomi dal mio incubo..
L'ho lasciata morire di nuovo.

"Addison!!"
Apro gli occhi. Bren mi sta massacrando il braccio nel tentativo di svegliarmi, urla il mio nome.
"Sono sveglia." sussurro stropicciandomi gli occhi.
"Stai bene?? Ti stavi agitando nel sonno, hai avuto un incubo?" mi chiede visibilmente preoccupato.
Chiudo gli occhi e ripenso a quello che ho visto nel mio sogno. La macchina, lei, i vetri rotti, io che scappo..
"Si, solo uno stupido incubo."
Bugia. Non è un incubo. È un ricordo.
"Nel cruscotto c'è un po' d'acqua se vuoi."
"Mmm, sì grazie."
Mentre bevo mi guardo intorno.
È il tramonto, stiamo percorrendo l'autostrada che porta in città.
Guardo Bren, la stanchezza trapela visivamente dai suoi occhi rossi e stanchi, incorniciati da due occhiate niente male.
"Hey, sei stanco? È tutto il giorno che guidi, possiamo fermarci se vuoi." gli chiedo.
"Si, in autostrada!?" ribatte lui malamente.
Incrocio le braccia: "Intendevo una volta arrivati in città."
Lui mi guarda e capisce al volo il mio sguardo: "Si..sono un po' nervoso, mi dispiace. Hai ragione, sono distrutto."
Accenno un sorrisetto: "Quando arriveremo sarà già buio, ci fermiamo in un motel per la notte."
"Sissignore."
Rido. È una situazione buffa, sembra quasi che lo stia tenendo in ostaggio, ma lui non batte ciglio e mi asseconda in tutto.
"Devi volere veramente bene a Jason se fai questo per lui." Nominarlo mi provoca una stretta al cuore.
"Già. Oppure è una tattica e in realtà voglio solo portarti a letto, chi lo sa?"
"Vuoi..come??" Ci metto un po' più di tempo del normale ad elaborare la battuta.
"Scemo!!" rido tirandogli una gomitata.
"Me lo dicono."

Un ora dopo siamo arrivati in città.
Tutto illuminato, negozi, cinema, bar e ristoranti. Ogni volta che guardo una ragazza che passa per il marciapiede, ho l'impressione che sia lei, e rabbrividisco.
Bren guida fino al motel più vicino, un piccolo B&B con circa 30 stanze, a giudicare dall'esterno.
Appena entriamo nella hall, sento subito un odore pungente di benzina.
"Vorremmo due camere." dice Bren alla signorina di turno.
Lei ci guarda alzando un sopracciglio: "Siete maggiorenni?" chiede con un tono ispido quasi quanto i suoi capelli.
"Io si, e lei è con me." risponde lui tirando fuori una carta d'identità.
Documento falso, geniale.
"Siete arrivati tardi, ne è rimasta una sola purtroppo." Sentenzia la signorina dopo un breve controllo al computer.
"È sicura??" chiede Bren.
"Le sembro un'incompetente per caso?"
"Posso evitare di essere sincero?" ribatte lui con un sorrisetto.
Mi scappa una risatina mentre la tizia arriccia il naso: "Sentite, se volete la stanza bene, altrimenti andatevene, ho di meglio da fare che dare udienza a due ragazzini."
"La prendiamo." dico io afferrando la chiave della stanza.
Bren si gira guardandomi stranito.
So cosa sta pensando: il classico cliché dei due amici che dovrebbero avere la stanza separata, e invece finiscono in un letto matrimoniale.
Imbarazzante.
Molto, molto imbarazzante.
"Sono molto stanca, e volevo evitare di rimettermi in macchina." dico mentre saliamo le scale per giustificarmi "Ti mette a disagio?"
Lui mi guarda e si scompiglia il ciuffo: "Ma no, figurati."
La stanza è piccola ma abbastanza confortevole. Due comodini, un divanetto, un bagno, la TV e un letto.
Attenendosi al cliché, Bren si propone eroicamente per dormire sul divano.
"Non vorrei sembrarti una pervertita, ma si da il caso che tu abbia guidato per un giorno intero mentre io dormivo, e che io non sia una stronza..non ho problemi se dormi nel letto."
"Sei sicura??" chiede lui arrossendo.
"Certo! Tranquillo, se dormiamo assieme non vuol dire che dobbiamo per forza fare sesso." dico ridendo mentre lui si strozza con l'acqua che stava bevendo per la mia battuta.
"Ovviamente." ribatte lui.
Ci sdraiamo e spegniamo luci. Realizzo di aver lasciato il telefono nel cruscotto dell'auto, ma non voglio andare a prenderlo.
Voglio sparire per tutti. Per Deb, per i miei, per Jason. Soprattutto per Jason.
Non posso permettermi di trascinarlo a fondo con me. Non deve sapere nulla.
Non saprà mai nulla.

Scusa se ti amo.Where stories live. Discover now