Capitolo 5.

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Addison

"Ehi Helga,mi servirebbe un po' di disinfettante per...Quattrocchi?? Che ci fai qui??"
Jason è sorpreso di vedermi quasi quanto io sono sorpresa di vedere lui.
Il suo sguardo cade subito sulla medicazione al ginocchio:"Ehi,ma che hai fatto?"
"Sono inciampata..non è nulla." Non mi aspettavo che si preoccupasse per me..credevo che avrebbe preso il suo disinfettante e sarebbe andato via senza neanche guardarmi..sono stupita.
Piacevolmente stupita.
"Beh,in realtà è una storta..se non stai attenta potrebbe peggiorare.Ti prendo gli antidolorifici,comunque." dice l'infermiera,rivolgendosi poi a Jason.
Lui mi sta ancora fissando. Provo a camminare,mi sento in imbarazzo ad essere guardata come un'invalida..ma la caviglia mi fa più male di prima,mi scappa un gemito di dolore.
"Quattrocchi,ce la fai a camminare?"
Jason si è avvicinato a me,prendendomi il braccio per sorreggermi. Guardo i suoi occhi:quello sguardo che di solito è insolente,sfuggente ed arrogante si è tramutato in preoccupato e premuroso..non mi sarei mai aspettata di vedere questo tipo di espressione nel suo viso.
"Si..ce la faccio,tranquillo." lo rassicuro,ma mi sfugge un'altro gemito:la storta si fa sentire.
"Non dire cazzate,si vede che ti fa male,stupida." ribatte lui.
Ecco,ora ti riconosco.
"Posso darti un paio di stampelle.."azzarda l'infermiera.
"Stampelle??"risponde bruscamente Jason:"Dio,Helga,ma hai la paglia nel cervello? Il suo dormitorio sarà lontanissimo,arriverà domani mattina camminando con quelle!"
Jason sta veramente facendo questa scenata solo per me? Non credo alle mie orecchie.
"Beh,in qualche modo devo arrivare..vada per le stampelle."dico,pur sapendo che sarà una tortura.
Jason si avvicina a me:"Ah,no! Non se ne parla proprio." detto questo mi alza di peso,e mi issa sulle sue spalle. Mi scappa un urletto e sento le guance diventare roventi:"Ma che fai??"
"Ti accompagno io,no? Lo so dov'è il tuo dormitorio."
Forse perché avrà passato lì molte notti..donnaiolo com'è.
"Jason,non credo sia il caso,è lontano.."
"Sono capace di trasportanti,altrimenti non sarei stato così pazzo da aiutarti."dice lui,uscendo dall'infermeria.


"Hai dimenticato il disinfettante!" mi ricordo solo adesso che lui è in uno stato anche peggiore dal mio,ha persino il braccio ferito.
E mi sta aiutando lo stesso..
"Lo prenderò dopo."
Mi sento strana..credevo che avrei provato disagio,e invece nelle sulle spalle mi sento al sicuro e protetta.
Sento il calore delle sue mani che stringono le mie gambe,quel contatto mi fa rabbrividire..ma in senso positivo.
Dopo qualche minuto lui ha la fronte imperlata di sudore,ma la sua camminata mantiene sempre lo stesso ritmo. È forte,ma è stanco;sento un gemito di dolore uscire dalle sue labbra:"Jason,cos'hai?"
"Niente,niente..è solo il braccio. Sto bene."
"Non dire cazzate,si vede che ti fa male,stupido." dico,imitando quello che mi aveva detto poco fa. Lui si ferma e gira il volto verso di me..le punte nei nostri nasi quasi si sfiorano,perdo cento battiti.
"Mi stai per caso sfottendo,Quattrocchi?" dice lui,con un sorrisetto.
"No,ti sto imitando. È diverso." rispondo con un'aria di sfida.
Rimaniamo qualche secondo in quel modo, silenziosi. Lui fissa me ed io fisso lui.
I suoi occhi..
Devo smetterla sul serio:"Jason..perché mi hai aiutata?" provo a chiedere.
"È una domanda piuttosto stupida." ribatte lui.
"Rispondi e basta." insisto.
Lui mi fissa ancora,poi si gira e continua a camminare senza rispondermi,fino a quando arriviamo nella mia stanza del dormitorio.
"Ti ho aiutato perché eri in difficoltà,semplice. E perché se fossi peggiorata da domani avrei dovuto fare un turno per due persone da solo,in caffetteria." mi dice,senza guardarmi negli occhi.
Ti aspettavi una risposta diversa,ci sei rimasta male.
Forse un po'..
"In ogni caso ora ti ho aiutato anche fin troppo." dice lui,avviandosi verso la porta.
"Jason,grazie davvero." dico.
"Non ringraziarmi. A domani,Quattrocchi." mi risponde.
Spinge il pomello della porta,ma ancora prima di uscire dalla stanza si piega in due improvvisamente, urlando di dolore e tenendosi l'addome con mani tremanti.
Corro verso di lui:"Che cos'hai?Jason,rispondimi!!" non dice nulla,è svenuto. Noto una ferita nell' addome,nel punto che prima stava coprendo con la mano. Sembra più seria di un semplice taglio..
L'unica cosa che provo adesso è panico. Il panico più totale,che sopraggiunge contemporaneamente alle lacrime che cominciano a rigarmi il viso,mentre cerco di capire cosa diavolo dovrei fare.

Scusa se ti amo.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin