Chapter 7: Light Green Nail-Polish

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«Mary, sai quanto significa per tuo padre. Non è una cosa da niente.» la compagna di mio padre non fa che ripetermelo da un'ora.

«So cosa vuole dire. Ho sedici anni, sono abbastanza grande per comprendere queste cose.» protesto alzandomi e lasciandola seduta sul mio letto.

«Ti comporti in modo strano. Non è che c'è qualcosa fra te e quel ragazzo? Com'è che si chiamava... Ashton?» ridacchia, e finge un fare materno, che mi fa venire il voltastomaco.

«Certo che no. Neanche lo conosco. E comunque non sono affari tuoi.» ribatto seccamente. Al mio atteggiamento sembra rimanere allibita.

«Non osare parlarmi in quel modo!» esclama a un tono di voce fin troppo elevato.

«Non sei nulla per me. Non osare parlarmi tu in quel modo.» sottolineo l'ultima parte e questa volta si alza.

«Ma per piacere.» sbatte con violenza la porta e la sento scendere le scale. Quanto vorrei che mio padre fosse qui per vedere di cosa è capace la donna con cui sta.

Sembra un'altra persona da quella che era fino a qualche giorno fa. Non le ho fatto nulla, non capisco perché debba avercela con me.

Cerco di cacciarle indietro, ma invano. Le tanto odiate lacrime raggiungono i confini dei miei occhi e scivolano giù per le mie guance, bagnandole.

Singhiozzando, chiudo a chiave la porta e mi fiondo sul mio quaderno da disegno, affrettandomi a disegnare qualsiasi cosa, purché mi distragga.

Tutto ciò che esce però, è una tigre intenta ad inseguire la preda. Una cosa abbastanza macabra, ma che esprime l'angoscia che provo.

Quando a cena mio padre torna a casa, non ho il coraggio di dirgli cosa è successo e per di più di dire la verità dopo ciò che mi chiede.

«Quindi sai tutto della prossima settimana?» mi domanda entusiasta, sfilandosi la giacca.

«Di che parli, papà?» sono confusa. Mi sono persa qualcosa?

«Della vacanza. Non te ne ha parlato Abigail?» come se l'avesse chiamata, lei arriva subito e con il suo solito tono compassionevole interviene.

«No, deve avermelo fatto togliere dalla testa.» borbotta portandosi una mano alla fronte.

Rimango spiazzata da ciò che dice, ma anche questa volta faccio silenzio e annuisco, mettendomi in torto.

«Be', te lo dico ora.» insiste mio papà. Mi accorgo dell'occhiata di sufficienza che mi rivolge Abigail, ma la ignoro.

Annuisco e lui continua. «Vedi, dato che a cena la famiglia Irwin si è trovata molto bene, e dato che anche a lavoro sta andando alla grande, il signor Irwin mi ha chiesto se volevamo unirci a loro durante una vacanza alla loro casa sulla spiaggia, la prossima settimana.»

Schiudo la bocca, senza lasciar uscire alcun suono. «Sarebbe...» cerco la parola giusta, quella che può fare più effetto.

«Meraviglioso.» concludo, regalando a papà e alla donna che lo affianca uno dei miei tanto comuni sorrisi falsi.

«Perfetto! Allora comincia a preparare la valigia.» mi sfiora la spalla per poi seguire la sua compagna in camera da letto.

Tutto ciò che mi resta da fare a questo punto è cambiare colore di smalto: verde chiaro.

Mi stringo nella mia felpa a maniche lunghe e torno in camera per mettermi al mio solito lavoro.

Quando i miei occhi si fermano sulla boccetta arancione un piccolo sorriso si fa spazio sul mio volto al ricordo di Ashton.

Credo che, arrivati qui, rivederlo sia l'unica cosa positiva della vacanza. Sempre che ci sia anche lui.

n/a
questa storia era tipo la mia preferita, ma ora non mi piace più granché (come sempre)

speravo almeno che qualcuno potesse seguirla veramente perché comunque ci tengo tanto

fatemi sapere che ne pensate <3

-mic

pastel colors » ashton irwin [IT]Where stories live. Discover now