Sono la prima a spostarsi, vado verso il letto e mi siedo verso il centro piegando le gambe e portandole al petto. Harry esita, ma poi si siede sulla sedia accanto al letto, di fronte a me. Nessuno dei due parla, soltanto i nostri respiri riempiono la stanza e io faccio qualcosa che forse non dovrei fare, solo che sono una codarda e non so da dove poter iniziare. Allora prendo il mio cellulare e premo il tasto di accensione, è la prima volta dalla sera in cui l'ho spento, quella in cui i pensieri erano troppi e troppo pesanti da sostenere, non riuscivo a stare dietro neanche ad uno solo, eppure mi sentivo vuota, priva di vita.

Aspetto, poi lo schermo si illumina e su di esso compare tutto quello che ho ignorato durante questi tre giorni. Ci sono le chiamate di Darlene, di Eve, e ci sono quelle di Harry. Quelle a cui non ho mai risposto. Scorro tutto con le dita, guardo ogni cosa, poi però il cellulare lo lascio cadere sul letto tra le mie gambe, e mi porto entrambe le mani a coprirmi il volto.

Alla fine è Harry a parlare per primo, è lui a cominciare, ed è il modo in cui la sua voce scandisce le parole a farmi sollevare la testa e lo sguardo per poterlo vedere. «Perché non mi hai mai risposto, Mia?»

Io mi stringo nelle spalle, dischiudo le labbra più volte prima di rispondergli. «Volevo soltanto provare a spegnere tutto, che sai, è la cosa che secondo tutti mi riesce meglio.»

Riporto lo sguardo su Harry e lui chiude gli occhi per un solo istante, è piegato in avanti e ha i gomiti poggiati sulle gambe, le mani incrociate. La felpa nera che indossa lo fa sembrare anche più stanco di quanto già non sia; i suoi occhi sono cerchiati da qualcosa che riconosco, e mi riesce difficile credere che io lo abbia ridotto in questo modo, anche se in un modo o in un altro finisco sempre per trascinare tutti giù con me.

«Ma io stavo venendo da te, lo sapevi» dice, e il senso di colpa presente nella sua voce mi fa stare male, perché non ha senso di esistere. Non è colpa sua. «Sapevi che sarei arrivato da un momento all'altro, eppure non sono riuscito ad essere con te prima di, di...»

«Ho pensato a te» lo interrompo velocemente, perché so che che sono l'avessi fatto istintivamente probabilmente non sarei mai riuscita ad ammettere una cosa del genere in modo così diretto. Lui continua a guardarmi, gli occhi di un verde così chiaro che non riesco a sostenerli.

«Quando?»

«Prima di farlo. Ti ho pensato.»

Harry scuote debolmente la testa, si stringe nelle spalle e poi accenna un piccolo sorriso. «Però non è bastato.»

Anche io compio quasi gli stessi movimenti. «Non è questo, Harry. È più di così.»

E adesso mi rendo conto che non siamo pronti. Che forse credevamo di esserlo, che forse io credevo di essere pronta per lui, di potergli dire qualcosa che lui si aspettava. Perché adesso il niente aspettative va fatto da parte, e lo sappiamo entrambi. Solo che io non sono pronta a spogliarmi completamente dei miei peccati e dei miei demoni, e lui non è pronto ad accoglierli e a farli suoi. Allora mi guarda ancora intensamente, ci chiediamo scusa e allo stesso tempo ci perdoniamo, le parole premono contro le mie labbra per cadere dalla mia bocca, ma è troppo tardi.

Alla fine Harry abbassa lo sguardo e si passa una mano tra i capelli, poi con un unico movimento si alza senza esitazioni. Va verso la porta senza neanche guardarmi e io mi sento così vulnerabile che non voglio più restare da sola.

«Harry» lo chiamo, ma poi esito quando si volta. «Tornerai?»

Mi guarda, aspetta prima di parlare. «E tu? Tu resteresti?»

«È diverso» dico come se fosse un'abitudine, tirarmi indietro piuttosto di lasciarmi cadere. E lui lo capisce.

«Non ho intenzione di lasciarti andare, Mia, ma ho bisogno di tempo. Non so dirti di quanto, ma concedimelo» mi chiede e io annuisco senza parlare, senza più forze.

Harry torna indietro invece di aprire la porta e andare via. Si avvicina di nuovo e mi sfiora il volto con una mano, poi si abbassa su di me e mi lascia un bacio sulla fronte, quasi tra i capelli, e al contatto delle sue labbra con la mia pelle chiudo gli occhi.

«Non ti lascio andare» ripete e si allontana piano mentre mi guarda un'ultima volta, ma non dice niente. Alla fine si volta e va verso la porta, che chiude alle sue spalle quando esce, lasciandomi ancora una volta da sola in questa stanza.

A/N

Scusatemi infinitamente per l'attesa, ma questo capitolo è stato letteralmente un parto e nella mia testa era quasi tutto completamente diverso.
Spero in ogni caso di aver reso l'idea, di essere riuscita a farvi arrivare quello che sta provando Mia, che poi ha anche portato alla decisione finale di Harry (insieme a lei).

Giuro che ci saranno (più o meno) gioie da questo punto in poi!!

Vi abbraccio,
Chiara 🌹

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬]Where stories live. Discover now