Ma guarda chi c’è! – disse – il pakistano e la bella londinese”. Zayn indietreggiò, costringendo Amelia a seguire i suoi movimenti. Raggiunsero la porta d’ingresso; Zayn le urlò di scappare e Amelia non se lo fece ripetere due volte. Nel momento in cui riuscì ad aprire la porta, una mano l’afferrò dal collo. Sollevandola verso l’alto, la spinse contro il muro. Sentì l’aria venir meno; era vicina al punto di non ritorno, non le sarebbe dispiaciuto svenire ed essere uccisa. Tanto lei era già morta dentro; morta da quando Harry se ne era andato, lasciandola sola.

Tony la scaraventò a terra; scivolò sul parquet andando a sbattere contro il muro di schiena. Urlò dal dolore, ma poi strinse i denti cercando di sopportarlo. Non avrebbe più sofferto.

Sei la preda che più mi ha fatto dannare!” le urlò. Le strappò via il maglione, lasciandola con la canottiera. Aveva il via libera praticamente su tutto il suo corpo. Non poteva ribellarsi, la sua stretta era troppo forte. Avrebbe accettato la morte.

Zayn intanto combatteva contro Brady e lanciava occhiate ad Amelia che ormai stava per essere uccisa da Tony. Cercò la forza di mandare al tappeto Brady, ma si stava rendendo conto che ormai non c’era più niente da fare. Se lei fosse stata uccisa, anche lui avrebbe smesso di combattere. Non avrebbe sopportato di vedere Harry infelice per l’eternità.

Amelia riuscì a scrutare con la coda dell’occhio il combattimento tra Zayn e Brady. I loro volti, si riempivano di crepe ogni volta che si colpivano e poi si rigeneravano come se niente fosse. Come se un pittore continuasse a ridipingere lo stesso punto.

Tony sollevò il petto con fare maestoso, portò indietro la testa e lasciò uscire i suoi canini. Li leccò ripetutamente e si scagliò sulla pelle rosata della ragazza. Era finalmente arrivata la sua ora.

Amelia chiuse gli occhi. Non sapeva a che cosa pensare. La sua mente finì comunque ai ricordi che aveva con Harry. Non l’avrebbe più rivisto, tanto valeva farla finita in un modo o nell’altro. Una vita senza di lui, non era più una vita. Il pizzico che avrebbe dovuto sentire sul suo collo o in qualsiasi altro punto del suo corpo non arrivava. Si tastò; aprì gli occhi per ritrovarsi in un profondo oceano.

Niall..” sussurrò. Per un attimo gli fu grata di averla salvata; lui era però una di quelle ragioni per cui valeva la pena vivere. Lo abbracciò. Liam e Louis aiutarono Zayn a tener occupati i due aggressori, mentre Niall portava Amelia in un luogo abbastanza sicuro. In quel posto nessuno avrebbe potuto riconoscere il suo odore; l’armadio della camera degli ospiti era stata la sua idea più geniale. Aveva ben pensato di cospargerlo di odori sgradevoli al loro olfatto, in modo che Amelia potesse essere al sicuro. La fece sedere contro la parete.

Rimani qui” disse. Le accarezzò i capelli in modo da infonderle un po’ di tranquillità. Amelia annuì e lasciò che il suo migliore amico tornasse al combattimento che stava infuriando al piano inferiore. Si era stupida di non aver ancora visto muri sfondati. Silia non era presente. Louis avrà sicuramente proibito alla sua ragazza di presentarsi, dato che prima faceva parte dello stesso clan di Brady.

Chiuse gli occhi, lasciandosi avvolgere dall’oscurità. Lei non ci viveva da tutta una vita come Harry, eppure da quando lo aveva incontrato aveva cominciato ad apprezzarla. Non si era mai sentita così sola. Si ricordò che sua nonna l’aveva avvertita che un pericolo sarebbe arrivato, ma Harry non era più accanto a lei. Non era rimasto a proteggerla, non aveva mantenuto la sua promessa.

Una lacrima scese velocemente sul suo viso. Il sogno di quella notte cominciò a tartassarle la mente. Lui era tornato. Sembrava tutto così maledettamente reale. Le faceva troppo male. Avrebbe preferito i canini di Tony conficcati nel collo, piuttosto che sopportare il suo cuore mentre andava in mille pezzi. Le mancava; le mancava come manca l’acqua nel deserto.

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