✯ - Capitolo Uno

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«Sei pronto, ragazzo? Sei ancora in tempo per ripensarci.»

Okay, quel carcere era a dir poco inquietante. Già dall'esterno si udivano rumori metallici prodotti dai detenuti e la voglia di scappare a gambe levate si fece strada prepotentemente dentro Alfred; tuttavia, strinse i denti e varcò il cancello che separava il mondo esterno dal carcere, beccandosi una vigorosa pacca sulla spalla dal suo collega più anziano che gli sorrise amichevolmente.

O forse quella era semplicemente il varco per l'Inferno.

Di lì a poco, Alfred dovette ricredersi. Il carcere, in particolare quel carcere, dal punto di vista di una persona libera potrebbe essere un Inferno, ma non è esattamente così: sarebbe troppo semplice. Vi sono varie situazioni all'interno dell'edificio: si possono trovare i peggiori criminali assieme ai migliori poliziotti d'America, come si possono incontrare narcotrafficanti che condividono la cella con ragazzini che hanno commesso omicidi per proteggere qualcuno, per amore. Differenti, ma tutti colpevoli. I buoni erano solo loro poliziotti, no? Quella era la terra degli Dei e dei Mostri, e lui doveva ancora imparare a collocarsi in quel luogo bizzarro dove Bene e Male si univano diventando un tutt'uno. Questi erano i pensieri del biondo mentre osservava l'atrio della prigione: fredda, non trasmetteva alcun calore. Di lì passavano genitori in lacrime, mogli furiose, bambini piccoli, amici malinconici o vecchi ( e sospetti) compagni di misfatti dei detenuti.

Dopo aver svolto tutti i compiti destinati ad una matricola ( come dover lavare le luride latrine del carcere o pulire la mensa) Alfred venne promosso rapidamente per l'energia e l'impegno che poneva in ogni compito a lui assegnato. Gli occhi azzurri sembravano quasi ignari di tutto ciò che accadeva dentro quel carcere, annebbiati dalla convinzione infantile e testarda di star servendo con onore la Patria, pur svolgendo mansioni apparentemente a dir poco disgustose e relativamente utili al funzionamento del Governo americano. Ma Alfred sapeva, Papa l'aveva cresciuto con quegli ideali, che il Governo era dipendente dal Popolo, che era la gente a contare, a fare la differenza, e che se non fossero esistiti mestieri umili, come quelli che stava svolgendo lui, nulla sarebbe stato lo stesso. Alfred era fermamente convinto di ciò e non provava timore ad esternare ad alta voce i propri pensieri, ridendo fragorosamente dinnanzi alle espressioni perplesse dei colleghi. Forse era proprio quella purezza d'animo ad aver colpito Ivan. O forse la noia? Al russo non importava; quello che contava davvero era che l'americano finisse nella sua cella, preferibilmente a controllarlo.

Tanto, i ruoli si sarebbero presto invertiti.

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