Limbo

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La folla mangiava altra folla, le troppe persone erano raggruppate in orribili urla e quelle che Yoongi sperava di non sentire, non erano fortunatamente presenti. Il logoro inferno che chiunque si immaginava non esisteva, era solo una sensazione che ti martoriava i sensi: vedevi, sentivi, toccavi, assaporavi e percepivi solo l'aroma di quella amara mancanza di qualcosa, l'odore della pelle di chi non era più vicino a te. Tutto ciò era aspramente assaporato da Min Yoongi, che sembrava stesse morendo, ancora una volta.

«Yoongi, svegliati.» nessuna risposta. Gli occhi scuri erano vuoti, come ciò che guardava: il vuoto. Pensava di star vedendo il proprio cuore, vuoto, di qualsiasi speranza, sentimento, era solo la salvezza. I ciuffi color nero erano sfogliati da una leggera brezza, fischiante il richiamo di qualcuno, sembrava caldo, una via per raggiungere qualcosa di cui non ricordava niente. Il profumo della carne era paragonabile a una fragola, umida e lucida di lacrime, infinitamente trafitta dai semi, che in un certo senso erano parte di lei, come le sofferenze erano parte di Min Yoongi. I sorrisi sbiaditi in tremanti labbri, le borse degli occhi brillanti di felicità diventate rughe bagnate di sale, persino le guance ne risentivano, tagliate dalle affilate amarezze fatte lacrime; era tutto ciò che Yoongi non provava esternamente, ma dentro stava morendo lentamente.

«insomma, perché lo fai aspettare così tanto?»
Le mani stavano con i palmi rivolti a un'ipotetico soffitto, ma neanche perdeva tempo a capire, non doveva pensare nulla, ne tanto meno alla voce che lo cercava, che lo aspettava. Un battito di ciglia poteva equivalere a un minuto, un'ora, un giorno, un anno, un decennio o persino un secolo, e lui non voleva neanche sapere quanto tempo stesse passando in quel limbo. Niente era paragonabile a ciò che voleva in tutto quel tempo.

«niente sta andando secondo i piani, e sai di chi è la colpa? Tua.»
Un'altra colpa non gli faceva differenza, infondo ne aveva così tante sul petto che sentiva il cuore infossarsi sempre di più nella gabbia toracica. Ma quale colpa premeva davvero sul suo organo vitale, di importanza essenziale? Una colpa che non poteva citare, neanche solo sfiorarla con i pochi pensieri presenti nella sua testa, che sembrava non aver più alcuna intenzione di far segnali col proprio sistema nervoso.

«chissà cosa proveresti se ti dicessi cosa hai fatto, forse niente, o forse ti sveglieresti. Ne dubito fortemente.» Cosa aveva fatto di così rilevante da svegliarlo? Forse il peggio del peggio, ma cosa era davvero il peggio? Per un bambino, il peggio che può capitare è la pioggia sul parco giochi davanti casa, per un uomo, invece, potrebbe essere una gravidanza indesiderata. Cosa era il peggio, per Yoongi?

«siete una coppia perfetta, dico davvero. O forse dovrei dire, eravate?» cosa erano, esattamente? Due creature di mondi contrapposti, impossibili da congiungere, forse destinati a darsi guerra sulla terra per sempre, o magari anche semplicemente ignorarsi, osservare cosa succedeva tra le persone facilmente influenzabili. Nessuno dei due mondi aveva capito che chi erano influenzabili, erano i loro abitanti. Erano amanti, tradivano la loro casa, i loro creatori, che a loro volta hanno tradito loro stessi, pensando di creare delle armi, ma hanno solo creato la morte.

«lui è diverso. Spera di non venirti a prendere, ma sappiamo tutti che la speranza inganna e abbandona prima ancora di averla.» la speranza non faceva più brillare i suoi occhi, erano soltanto spenti come i suoi sentimenti, come tutto intorno a lui. Spesso percepiva qualcosa di fastidioso, qualcosa che gli faceva storcere il naso e corrucciare la fronte, unici movimenti di cui non si rendeva conto.

«sai, sentire le voci non è normale persino nel mondo mistico, eppure tu le senti.» l'unica cosa che sentiva era quella voce, maschile probabilmente, presente solo nella sua testa, che cercava un qualcosa, che non si fidava di ciò che sentiva, inconsapevole di qualsiasi cosa che stesse succedendo intorno a lui, o intorno al suo corpo.

«sai chi sono, Hyung?» chi era? Ricordava di avergli preso una merendina alle macchinette.

«ti ricordi l'ultimo bacio? Chimchimmie no..» cosa era un bacio, un bacio vero? Quelli che ti mandano in estasi, lontano da qualsiasi cosa, quelli belli. Lui lo sapeva bene cosa era un bacio, ma non ricordava il sapore dell'ultimo. Era metallico.

«gli chiedo di guardarti, e lui non lo fa. Spesso piange sul tuo petto, cercando il tuo battito inesistente.» il peso a martoriargli il cuore erano le lacrime, colpa di quel giorno, quando hanno fallito. Quando ha cercato di uccidere chi amava.

«prima Jimin ti ha sussurrato all'orecchio. Vorrei tanto sapere cosa ti ha detto, probabilmente che ti ama.»

Un'infinito proibito || YoonminWhere stories live. Discover now