Approfondiamo

3.4K 263 12
                                    

La musica rimbombava nell'orecchie ornate da della ferraia del biondo, il quale in quel momento stava seguendo il suo protetto tra tutte quelle persone, chi desiderose di divertirsi, chi desiderose di trovarsi davanti un peccatore come Park Jimin. Alla fine sappiamo tutti che in un locale così, musica alta e puzza d'alcool porta spesso a perdere la lucidità accompagnata dal buonsenso, e sembrava che il rosso volesse far fare ciò al ragazzo: farlo sfogare.
"Un Jack daniels. Tu invece?" Le labbra del ragazzo rilasciano quelle parole, susseguite da un mezzo sorriso alla barista, che taglia l'aria come il suo sguardo, assottigliato dalla sua solita matita nera nell'interno occhio, mentre gli avambracci si stringono tra loro sul marmo gelido. Yoongi non ama particolarmente gli alcolici, ma più che altro non li regge, e quel tipo di peccato è proibito dal mondo in cui viene, e deve rigare dritto se vuole ottenere la sua promozione. "Io acqua" risponde semplicemente, riponendo le sue mani nelle tasche della giacca di pelle nera, con gli occhi scuri che osservano quello che era un paradiso oppure inferno.
Dipende dagli occhi che guardano quel complesso, perché infondo niente ha più una propria forma, chiunque la traduce come vuole, come Yoongi sta lentamente osservando il ragazzo, che sembra interessato alla ragazza. Le dita anellate si stringono intorno al cristallo del bicchiere, e l'altre si stringono intorno a una mano, di un'amico che saluta sorridente, ovvero Taehyung.
L'unico saluto che Yoongi si scambia con il moro è un cenno col capo, poi, torna ad osservare distrattamente il rosso, che ha salutato Taehyung, seguito da Jungkook. "A quanto pare c'è feeling" scherza il rosso, mentre si gira sullo sgabello, con il bicchiere stretto tra le dita, riempito di liquido alcolico che rilascia particelle effervescenti.
Ma non dovrebbe essere liscio?
La mano schiaffa velocemente la mano del più piccolo, lasciando cadere quel bicchiere a terra, in mille cristalli, ma qualcosa lascia più perplesso Jimin, con gli occhi che si sgranano, verso il ragazzo biondo, che nasconde subito dopo la mano in tasca.
Quella scossa, l'avrei sentita solo con un'angelo..
Gli occhi color caffè del maggiore si guardano intorno, e i suoi passi che iniziano velocemente a farsi strada verso l'uscita, ma non sarà da solo.
L'aria gelida avvolge il biondo che spedito cammina senza meta, volendo solo scappare dal ragazzo, impaurito che si sia accorto del fatto che lui, era un'angelo. Pochi metri più tardi la mano del rosso avvolge il polso del ragazzo, girandolo con una forza assurda, possessiva verso di lui, ritrovandoselo davanti al viso, e lo sguardo negli occhi del più grande.
La differenza di altezza tra i due è un fatto che gioca a sfavore, oppure a favore, ma ora il bello sono gli sguardi incatenati. Stavano passando mesi, due da quando si conoscono, e non hanno mai avuto un contatto diretto, per paura da parte dell'angelo, e forse gli dispiaceva non avere contatti fisici con il ragazzo, sebbene non fossero nulla l'uno per l'altra, se non amici.
Nessuno dei due trova le parole, e certe volte le parole non servono, gli occhi parlano tra loro. Entrambi si sono scordati perché uno ha rincorso l'altro, nessuna spiegazione, solo una stretta al polso che si fa leggera, delicata come una carezza, e gli occhi avvolti tra di loro, incollati. Yoongi si inumidisce le labbra con la punta della lingua, e il più piccolo lo guarda, di uno sguardo bramante, desideroso, poco prima in cerca di spiegazioni, ma si è totalmente dimenticato. Come quando si va in una stanza per qualcosa, ma ci si dimentica miseramente di cosa si doveva fare.
"Sei basso, Jiminie" sussurra quelle parole il maggiore, lasciandosi scappare una risata accompagnata da un sorriso, e le gengive rosse che si vedono, sembrando quasi zucchero per quanto è dolce in quel momento. Il più piccolo rimane estasiato da quel sorriso, e le parole non lo feriscono, sa di essere più basso del ragazzo, ed un sorriso divertito si forma sulle labbra, in tutta risposta. "Pretendi che mi alzi sulle punte?" la mano scivola dal polso, andando giù, fino a toccare la sua pelle, la sua mano bruciata da quel contatto di prima, sapendo di essere la causa di ciò. Stranamente, il contatto non ferisce l'angelo, che ora stringe la manina del ragazzo, più piccola rispetto alla propria, con infinita delicatezza, non facendo caso al contatto fisico che stanno avendo. Un contatto..tenero.
"Potresti, ma per cosa?" Fino a qualche giorno fa sembravano sconosciuti, ma infondo si sentivano in sintonia, e ciò lo dimostrava anche quella sera alla panchina del parco, la loro prima uscita, dove ebbe piacere di conoscere il lato poetico del demone, che ora sembra più un fragile umano, in cerca di attenzioni. "Per farti capire che posso approfondire" risponde, mentre la distanza, si riduceva, sempre di più.

Un'infinito proibito || YoonminWhere stories live. Discover now