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La pentola rotolò con un forte clangore e tutto il suo contenuto si sparse sul pavimento di legno quando Stiles scalciò e riprese coscienza della realtà, boccheggiando come se fosse davvero sul punto di affogare.

Questa volta era più difficile distinguere realtà e finzione; come se i suoi incubi fossero più definiti, più reali. Forse dipendeva semplicemente dal suo subconscio: nei sogni le dita erano di meno, nella realtà le dita erano tutte.

Ci mise parecchio a convincersi che no, Derek non era di nuovo affogato in piscina, e l’acqua che aveva impregnato i vestiti altra non era che quella del bacile che lui stesso aveva rovesciato.

«Cazzo…» gracchiò. Quello era lui. Si era guardato dal basso come se si fosse rimpicciolito e tutto ciò che aveva visto si fosse svolto all’interno del bacile. Ma perché? Deglutì rumorosamente e con mani tremanti cercò di raccogliere e sistemare il disastro che aveva fatto prima che suo padre potesse accorgersi di qualcosa.

«Stiles, sei pronto? Andiamo, il tuo vecchio ha una fame da lupi.»

Non sentì davvero le parole del padre, non ci fece quasi caso e di conseguenza non rispose, perché tutto il suo corpo era concentrato a non tremare. Cosa significava quello che aveva appena visto? Aveva davvero avuto una visione? Forse era riuscito a vedere uno scorcio del futuro? L’unica cosa della quale era certo, era che non voleva più vedere Derek morire sotto i suoi occhi.

Mai più.

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AcquaWhere stories live. Discover now