45 - Definitely not chaste

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Scrivo a Christopher per chiedergli di Jamie e lui ripete, per l'ennesima volta, che non riescono ad identificare il suo problema.

È giù di morale e mi piacerebbe andare da lui per distrarlo un po', oppure stargli semplicemente accanto, ma mia madre mi ha proibito di uscire fino alla fine delle vacanze perché dovrei prepararmi per l'interrogazione di storia e il compito di matematica.

Quando le ho chiesto se Chris sarebbe potuto venire almeno una sera, mi ha detto di no.

E questo mi ha fatta incazzare.

Perciò, sono determinata a stare chiusa qui dentro a guardare puntate su puntate delle mie serie TV preferite invece di studiare. E messaggiare con Chris per non essere assente ora che ha bisogno di me.

Mentre sono distratta e pensierosa, con il telefono in mano e la schermata delle conversazioni aperta, mia madre piomba in camera.

- La lavastoviglie è piena, Joyce. E dovresti studiare, non perdere tempo con il cellulare. - mi rimprovera con il tono di una vecchietta arcigna.

- La sorella di Chris è in ospedale, come te lo devo dire? Non posso neanche vederlo e ora mi vuoi impedire perfino di scrivergli?! - mi ribello.

- Non vedo quale sarebbe il tuo ruolo di utilità in tutto questo. E niente internet stasera. - tuona, uscendo.

Dio, se non la sopporto!

Chiedo solo un briciolo di umanità, niente di più.

Mia madre mi stacca internet per staser|

Il simbolo della connessione scompare.

Stronza.

Accendo la connessione dati del telefono, ma è talmente lenta che la spengo poco dopo per il nervoso.

Dopo aver fissato per qualche minuto lo schermo nero dell'apparecchio, mi sale l'istinto da adolescente ribelle.

Come osa privarmi della possibilità di stare con il ragazzo che amo durante le vacanze di Natale, per di più in un momento in cui ha bisogno di me come non mai?

Perciò lo chiamo e decido di imporre la mia libertà.

- Chris?

- Pronto, Joyce? - risponde quasi subito.

- Mia madre mi ha levato la connessione per stasera. - mi lamento.

- Perché? Non bastava recluderti con un libro di matematica che tratti come se avesse la peste? - sbuffa.

- Evidentemente no. Comunque pensavo che potremmo vederci lo stesso... Ti va di venire qui di nascosto?

Qualche attimo di pausa.

- E se ci scoprono?

- Me la vedrò io con i miei. - lo rassicuro.

In sottofondo si sentono dei rumori di passi e parole lontane.

Probabilmente è ancora in ospedale.

Vorrei sapere perché ci mettono così tanto a dimettere Jamie. Che cosa potrebbe avere di tanto grave?

- D'accordo. Mi farà bene staccare un po' da tutto questo... - risponde.

Rimango in silenzio per qualche istante, indecisa su cosa dire.

- Ascolta: quando arrivi qui, fai il giro fino al bagno e io sarò lì ad aspettarti. Ti aprirò la finestra, ti servirai dei tuoi muscoli per spingerti fino al davanzale e ti catapulterai dentro cercando di non sfasciare tutto. Dopodiché controllerò che i miei genitori non possano vederci e sgattaioleremo in camera. Tutto chiaro?

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