38 - Darling

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Sono le otto del mattino e sto aspettando che Chris venga a prendermi per la nostra giornata fuori, in occasione del suo compleanno.

- Auguri tesoro! - lo abbraccio quando mi viene incontro davanti a casa mia.

Mi stringe forte e poi mi bacia.

Ha le labbra fredde, ma la sensazione è comunque piacevole.

- Grazie amore. 

- Allora, siamo pronti per partire? - domando entusiasta.

- Prontissimi. Hai detto che cammineremo?

Annuisco.

- Nella neve.

Annuisco di nuovo.

- In un posto che non conosco.

- Già.

- Di cui non mi vuoi ancora dire niente... ?

- Proprio così. - sorrido.

Scuote la testa e mi prende per mano, poi saliamo nella sua macchina.

Tiro fuori un CD che ho realizzato apposta per questo viaggio in macchina, che dovrebbe durare circa un'ora e mezza o poco meno.

- Karaoke di prima mattina, Joyce? - domanda, ridendo.

- Certo, non posso ammazzare l'entusiasmo guardando fuori dal finestrino per tutto il tempo. Che noia sarebbe?

- Sei unica. - ride.

Mentre lui mette in moto l'auto, io faccio partire il disco.

Alle prime note che si diffondono nell'abitacolo, capisco subito di aver fatto un'ottima scelta.

Darling I hope that you'll be here
When i need you the most
So don't let me down

Naturalmente, canticchio il testo.

E Chris mi sorride.

Mi ha assicurato che è capace di raggiungere la cittadina dove gli ho detto che andremo con la cartina in mano, ma per sicurezza controllo di volta in volta che prenda le direzioni giuste.

Sono contenta che non abbia paura di chiedermi quale strada prendere al bivio quando è insicuro, perché è risaputo che gli uomini si sentano esperti in fatto di guida dell'auto, anche quando non conoscono bene il percorso.

Man mano che prendiamo strade sempre più secondarie, inizio a riconoscere con più familiarità il paesaggio montanaro ricoperto di neve, che caratterizza la zona della cittadina dove ci fermeremo.

Attraversiamo paesini fatti di case in legno e stradine in salita, muretti di pietra e fontanelle di almeno due secoli fa.

La strada è ripida e dal finestrino vedo le montagne innevate, gli alberi bianchi e il cielo limpido.

Questo paesaggio mi dà sempre la sensazione di pace, libertà, purezza e spensieratezza. È come una piccola realtà paradisiaca staccata da quella dove vivo ogni giorno.

Ed è un posto speciale, perché ci ero venuta con Ben due anni fa, quando ci eravamo persi dall'escursione con i nostri compagni in gita.

Quel giorno avevo il ciclo e mi faceva malissimo la pancia, tanto che volevo piangere ad ogni passo che facevo. Margot, Sean e Ruth erano nel gruppo che era arrivato prima nel paese opposto a quello dove stiamo andando ora, quindi c'era solo Ben a stare con me. Gli altri se ne fregavano, ovviamente.

Mi sentivo in imbarazzo perché conoscevo la causa del mio male e mi maledicevo di non aver portato nessuna pastiglia come invece mi raccomandava sempre nonna Lydia, e mi sentivo anche in colpa perché costringevo Ben a stare indietro con me e perdersi il bello dell'escursione.

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