Chapter 2. Listen To 'Guerriero'

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"No, no. Non pensarci nemmeno. Non te lo permetto" affermò con veermenza la mora.

L'ultima cosa che voleva era che la sua amica cadesse in balia alla tristezza.

"Forse sarebbe meglio se succedesse" mormorò l'altra.

"Diana guardami. Guardami" Jazzy si sistemò meglio, facendo in modo che la sua amica la guardasse.

"Tu sei forte, ok? Non permettere loro di farti più male di quanto non ti abbiano già fatto, non gettare la spugna proprio ora.
Non riesco a credere che tu, dopo tutta la fatica ed i sacrifici fatti per arrivare fin qui, non voglia dimostrare chi tu sia. O te lo sei dimenticato?"

"Sono una ballerina, non me lo sono dimenticato" rispose decisa.

"Allora comportati come tale. I ballerini ballano, a qualunque costo. Ora mandali a fanculo e, come sempre, fai la cosa che sai fare meglio. Ok?"

La bionda rise e l'abbracciò. Nessuna delle due aveva mai detto all'altra quanto si volessero bene. Diana perché non ci riusciva: pensava che dicendolo ad alta voce, quest'affetto sarebbe sparisse, che le parole rendessero finto un sentimento sincero. Jazzy perché la capiva, e non si esponeva più di tanto.
Ma entrambe sapevano. Sapevano che il loro affetto non l'avrebbe potuto spezzare nessuno.

"Io sarò sempre al tuo fianco. È una promessa"

Le parole erano venute fuori istintivamente, senza che ci pensasse. Ma era questo a dargli il loro vero valore.

"Lo so" ricevette come risposta dalla bionda, che stava appoggiata con il mento alla sua spalla, per cercare, ancora una volta, l'affetto che le era mancato.

Persa com'era nei ricordi, non sentì Diana che la chiamava preoccupata.

"Jazzy!"

"What?! I'm fine, don't worry!" disse lei, mentre non capiva perchè la guardassero tutti un po' straniti.

"In italiano, Jazzy" la riprese Diana, tentando di non ridere.

"Oh...scusate" mormorò imbarazzata.

"Ah, non ti preoccupare, ci serve qualcuno che ci insegni a parlare qualcosa che non sia l'italiano" scherzò Davide, facendo ridere la ballerina.

"Se è così, sarà un piacere farvi da insegnante" stette al gioco lei.

"Jazzy, vieni un secondo?" Marta la chiamò dall'altro capo della hall e lei le andò incontro.

"Ma, la ragazza....." iniziò Davide.

"È fidanzata, con un ragazzo di New York dell'età di Marco, ed è una relazione che dura da molto. Non hai speranze, mi dispiace" lo interruppe la bionda.

"Peccato" fece una smorfia, per poi andare via lasciando il cantante con la ballerina.

"Dormito bene?" chiese un po' insicuro Marco.

"Sì, sono solo un po' scombussolata dal fuso orario, niente di che. E tu?"

"Bene, tutto bene"

Cadde un silenzio a dir poco imbarazzante tra i due, dato che entrambi non sapevano cosa dire.
Fu Diana a prendere parola.

"Allora, non dirmi che dovremo allenarci qui"

"No, assolutamente no, io, Iaia e Marta vi accompagneremo alla vostra sala prove, che è praticamente vicina a dove si terrà il concerto"

Take Me With You And Don't Leave Me Alone ||Marco MengoniWhere stories live. Discover now