«E tu, invece? Stamattina non sembri soltanto fingere di stare bene» dice poi, e io mi volto per sistemare gli ultimi bicchieri sulla mensola alle mie spalle, prima di tornare a guardare lei.

Provo a fare il suo stesso gioco sollevando le spalle e fingendomi disinteressata, lei si acciglia per un solo istante prima che il suo volto poi si illumini e la sua bocca si apra, e io riesco a fermarla un attimo prima che la sua voce riempia le mura del Midnight Memories.

«Chi è? Lo conosco?»

Io scuoto la testa e accenno un sorriso. «Non credo, ma viene spesso qui al locale.»

«Come si chiama?» Mi domanda Darlene e io avrei dovuto aspettarmelo, avrei dovuto aspettarmi tutte le domande che verranno, per averle ammesso che forse c'è ancora posto per qualcuno nella mia vita.

«Harry» rispondo, e quando lo dico alzando lo sguardo Darlene mi sorride dolcemente, e nei suoi occhi riesco a leggere la speranza che riserva anche per me.

«Mia, sicura di non volere che ti aspetti?» Mi chiede Matt, ma io scuoto la testa e gli assicuro che andrò via a breve. Adesso che so di lui e Darlene mi sembra quasi di guardarlo con occhi diversi, come se fossi stata cieca durante tutto questo tempo, durante tutte le volte che li ho visti insieme. Ho sempre immaginato ci fosse qualcosa, ma averne la certezza è diverso.

È quasi verso l'uscita quando lo fermo. «Matt, aspetta.»

Lui si volta, l'espressione è curiosa, aspetta cosa ho da dirgli e lo aspetto anche io, perché non sono sicura sia qualcosa di giusto da fare, però sento il bisogno di farlo. «È venuta Darlene oggi.»

Nei suoi occhi all'istante qualcosa cambia, quando dico il suo nome, e devo reprimere il sorriso che spinge per contrarre le mie labbra. Ma Matt poi si riprende fingendo disinteresse, e io non ci riesco più a reprimerlo, a scacciarlo via. È in questi momenti che mi rendo conto che sorrido poche volte, che prima lo facevo di più e che forse lo facevo anche per davvero. Adesso sono poche le volte che lo faccio perché sono davvero felice.

«Mi ha detto qualcosa di voi.»

La sua espressione cambia ancora, aspetta che sia io a continuare e credo di non aver mai visto Matt così insicuro, così senza parole. Anche lui non parla tanto — sicuramente parla più di quanto faccia io in un'intera settimana, ma l'imbarazzo che proviamo entrambi al momento è percepibile da qualsiasi punto di vista. Decido di continuare io, di dare voce alle poche parole che ho.

«Non so quanto ti abbia detto Darlene, ma io posso dirti che non è pronta a perdere altro. Ti conosco e so che non le faresti mai del male volontariamente, ma se tieni a lei, non lasciarla andare. Stalle vicino nel modo in cui merita.»

Matt mi sorride, unisce le mani e le strofina tra loro piano, poi mi guarda. «Sei una buona amica, Mia. Prometto che non le farò mai cercare la tua spalla per averle fatto del male.»

Sorrido anch'io a Matt e annuisco quasi impercettibilmente, prima che lui poi si volti ed esca dal locale, ormai vuoto.

Torno al bancone, sistemo gli ultimi bicchieri e poi vado verso i tavoli, sollevando le sedie e poggiandoli sulla loro superficie. Cerco di tenere la mente occupata mentre lo faccio, di non pensare al dopo, di non pensare a niente anche se non ci riesco. Quando finisco è più tardi di quanto credessi, slego il grembiule scuro dalla vita e recupero il cellulare dall'armadietto. C'è un messaggio di Eve e ce n'è uno da parte di mia madre. Rispondo velocemente ad entrambe e inizio a cambiarmi. Sapevo che non sarei stata nel massimo delle comodità, ma non mi andava di tornare a casa, non mi dava di dare delle spiegazioni, anche se è da tanto che ormai non ne do più. È da tanto che nessuno si aspetta più qualcosa da me, perché non c'è niente da poter aspettare, niente per cui l'attesa ne valga la pena.

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬]Where stories live. Discover now