Chapter 8

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La luce del sole penetra da una piccola finestra socchiusa. Mi tiro su di scatto cercando di capire dove mi trovo, ma un dolore lancinante alla testa mi costringe a serrare gli occhi e ad acquietare il mio impeto.

Delle linde lenzuola sono stropicciate sotto il mio peso e la stanza spoglia presenta uno scaffale contenete un tomo di libri e un consunto comodino in metallo ossidato.

L'aria fresca entra dalla fessura con un lento fruscio e, circospetta, mi isso roteando la maniglia con un tonfo.

Dove sono? Ricordo che Lucas ha cominciato a offrirmi dei cicchetti e poi da quel momento in poi lo zero assoluto.

Avanzo con le braccia conserte e un fresco fa accapponare la mia pelle. Ho indosso ancora la mia giacca, ma un rivoltante odore di vomito giunge al mio olfatto.

Cammino verso la porta in legno d'ebano e constato che forse ieri sera ho dato di matto e quasi sicuramente mi sono ubriacata.

Alcol e Mathias, tremo all'idea di cosa sia potuto succedere. E se l'abbiamo fatto e io non lo ricordo? Il mio stomaco si aggroviglia e una tempesta di fulmini si abbatte sui miei pensieri.

Ti avrà costretta e tu non ricordi, poiché il suo intento era quello di farti ubriacare per raggiungere facilmente il tuo organo genitale. La coscienza è furiosa.

Mi mangiucchio le dita ma un improvviso vibrazione mi fa sobbalzare. Il cuore potrebbe smettere di pulsare da un momento all'altro.

È il mio telefono. Lo agguanto e scorgo venti chiamate perse e tre messaggi. Precipito nel panico quando constato che quasi tutte le chiamate (diciasette per l'esattezza) sono state effettuate da Alberto e anche i tre messaggi, mentre le altre tre chiamate sono della mamma.

Sofia, ti sei dimenticata di avvisarmi. Recita il primo. Scorgo il prossimo buttando il volto fra le mani. Sofia, non so cosa ti stia succedendo, ma sono davvero preoccupato. Dove sei? Appena vedi questo messaggio chiamami. Il secondo.
Se vuoi rompere con me bastava dirmelo. Ti stai comportando come una bambina di 3 anni.

E adesso cosa mi inventerò?

Gli dirai che ti sei semplicemente dimenticata di avvisarlo e che lo ami sempre.

Invece, gli risponderai con un messaggio conciso: Alberto ti lascio perché voglio stare con Mathias.

Il dolore alla testa non cessa e mi lascio andare sul materasso che gracchia all'impatto con il mio corpo.

Non ho il coraggio di chiamare Alberto e mi auto commisero immergendo le mie mani nei capelli per poi stritolarli.

La mamma, cosa le dirò? Dovrò inventarmi qualche bugia, ma non sono abituata a raccontarle e lei se ne accorgerebbe in meno di un minuto. D'altro canto però la deluderei se le dicessi che mi sono ubriacata e ho dormito a casa di uno sconosciuto.

La maniglia si abbassa e la porta si apre lentamente cigolando.

Scorgo la sue nocche e la sensazione del contattato delle sua pelle con la mia riaffiora nella mia mente.

Mathias ha un'aria imbronciata, come se gli avessi fatto qualcosa (anche se fosse così non ricordo un bel niente.)

«Perché hai bevuto? Eri astemia, cazzo!» Esordisce impiantandosi davanti a me e incrociando le braccia. I suoi bicipiti scalpitano di uscire dalla stretta felpa nera che indossa. I suoi occhi, un groviglio di sensazioni per il mio corpo, non fanno trasparire segni di umanità. Non capisco il suo malcontento.

«Chi te l'ha detto che ero astemia?» Tento di tenergli testa difendendo la mia causa.

«Perché stavi per andare in morte bianca.» Alza il tono di voce e ora urla inferocito.

La sua fronte si arricchisce di due rughe e le sue sopracciglia si arcuano. I suoi occhi diventano asettici e privi di vitalità.

Tentenno prima di rispondere e ferita nel profondo, lascio che la mia esigua quantità di dignità si esaurisca. «Io stavo ballando con te...» Di colpo rammento gli attimi in cui io e lui eravamo uniti e il resto non contava nulla. «E tu sei andato via. Ci siamo baciati ma per te è stato ininfluente.» La miccia della bomba è arrivata al capolinea e ora mi spolmono sovrastando il suo tono di voce.

Mathias ha un attimo di esitazione poi riprende: «Ciò non toglie che sei una bambina che vede per la prima volta il mondo. Pensavi che facessi colpo su di me dimostrando di essere una bevitrice abituale?» Mi domanda e i suoi occhi grigioverdi assumano un'aria minacciosa.

Singulto, deglutendo e lottando contro le lacrime per evitare di farle inondare il mio viso. Non posso mostrare le mie debolezze, non di fronte a lui. Ma mi fa sentire in colpa, dannazione!

«NO! Non volevo fare colpo su di te. Non sei altro che un presuntuoso.» Ribatto mentendo, eccome se volevo fare colpo su di lui.

Lui mi osserva e scuote la testa. Poggia entrambe le mani sui fianchi e sfoggia un sorriso. Lo trova divertente? Si morde il labbro inferiore, forse è nervoso? Ma cosa lo rende cosi aggressivo?

«Ti offro un suggerimento. Se hai intenzione di lasciare il tuo fidanzatino per me, ti consiglio di non farlo. Non sono il ragazzo adatto per te. Io le ragazze me le faccio solo. Le sfrutto e poi le getto come si fa con una moneta di un centesimo.»

Un masso pesante 1500 kg precipita sulla mia nuca soppiantandomi. Avverto i miei occhi inumidirsi e un dolore inumano cresce dentro mentre osservo il suo sguardo indifferente.

«Vorresti dire che mi hai baci-» Ma mi interrompe rivelandomi il suo vero intento: «Ti ho baciata perché eri fidanzata e io amo sfasciare le coppie.» Dice freddo.

I suoi occhi sono il ghiaccio e il mio cuore un gingillo di cristallo sul punto di frantumarsi. Come ha potuto? Voleva che io e Alberto ci lasciassimo, ma perché?

Sofia questa è la prova di ciò che ho sempre saputo. È un sadico e prova piacere nel vederti distrutta. Termina ciò che hai iniziato e ritorna sui tuoi passi. Afferma la vocina della coscienza.

Mathias è immobile e mi scruta mentre il mio corpo è una pila di elettricità. Le mie mani sono vittime di un tremolio e ora lacrime silenziose rigano le mie guance.

Sono debole e mi ha colpita. Ho voluto avventurarmi in un luogo ignoto, ma ho dimenticato di portarmi una mappa.

«S-sei un essere ignobile.» Singhiozzo e lui resta impassibile. È un alieno ma uno di quelli maledettamente attraenti. «Come ho p-potuto solo pensare d-di...» Le lacrime si posano sulle mie labbra e sono amare.

«Che tu mi piacessi? No! Non è così, l'ho fatto per puro divertimento.» Si ostina e un muro di cemento si schianta sul mio viso.

Tremo e le lacrime aumentano a ogni sua parola velenosa.

Stupida, stupida! Ecco cosa sono. Ci avevo sperato ma tutto è andato distrutto come quando il vento spazza via i petali di un fiore prelibato.

Sono stata un'illusa, una ragazza con la testa sulle nuvole, colei che crede che un ragazzo come Mathias possa provare interessa per lei o addirittura fidanzarsi con lei.

Mi avvicino, tremante e lui è posato e insensibile. Non si muove di un millimetro e aspetta che io parli, ma non ci riesco.

Le parole mi si fermano in gola e la bocca bagnata vibra. Un tempo possedevo un'anima, ma Mathias l'ha carpita annientandola.

«T-ti d-detesto.» Gli dico ringhiando e con tutta la rabbia che riesco a far uscire dal mio corpo. Ma non è granché. Se in questo momento un refolo di vento entrasse nella stanza mi porterebbe via con esso.

Mi volto e il singhiozzo si impossessa dei miei muscoli. Non mi interessa se mi guarda oppure no. Non voglio più vederlo, mai più.

Sbatto la porta contro al muro e mi dirigo a scendere le scale veemente.

Raoul è in cucina intento a prepararsi un sandwhich; mi vede piangere e non riesce a salutarmi poiché è troppo sbigottito.

Faccio qualche passo grave e spalanco la porta d'entrata bianca uscendo e lasciandomi Mathias alle spalle.

Non tutti i vizi sono mortali, mi aveva detto, eppure mi ha appena uccisa.

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Where stories live. Discover now