16. Un anello negli spaghetti

27 5 5
                                    

Canzoni per il capitolo:
Symphony ~ Clean Bandit feat. Zara Larsson
Just the way you are ~ Bruno Mars

«Ti è passato l'appetito?» mi domandò il rosso davanti a me, osservandomi lottare contro il piatto di pasta.

Non avrei dovuto prenderne così tanta. Non avevo neanche fame, cosa alquanto strana, dato che di solito divoravo qualsiasi cosa senza controbattere. Con la forchetta stavo giocherellando negli gli spaghetti al pomodoro, immerso completamente nei miei pensieri. Infatti, quando Peter mi fece una domanda, i miei occhi erano intenti a guardare tutt'altro: Vanessa e Judith con due vassoi in mano, in cerca di trovare un posto della mensa in cui sedersi. Era il mio momento, dovevo avvicinarmi a Judith e fare in modo che lei si fidasse di me. Così avrei potuto aiutarla, fare una buona azione, e andare in paradiso. Sì, mi sembrava un ottimo piano.

«Ci sei? Ooh, ci sei?»

Mi scossi, e mi accorsi della mano di Peter che cercava di risvegliarmi.

«Eh? Sì.» Dissi, riprendendo a mangiare silenziosamente il mio piatto di pasta.

Ma con gli occhi ero ancora su quella ragazza. Dovevo fare qualcosa prima che si andassero a sedere da un altro tavolo, perciò alzai un braccio e le chiamai.

«Hey ragazze! Volete sedervi qui?»

Entrambe mi guardarono; Vanessa mi sorrise allegramente, mentre Judith era imbarazzata. Forse avvicinarmi a lei sarebbe stato più difficile del previsto...

«Ciao Chris!» esclamò Vanessa avvicinandosi al nostro tavolo, seguita dall'amica.

Peter mi rivolse uno sguardo confuso, ma allo stesso tempo divertito. Non l'avrei biasimato: doveva essere abbastanza disorientato. Vanessa si sedette accanto a me, mentre Judith appoggiò il suo vassoio di fianco a Peter.

«Chi è il tuo amico?» domandò la brunetta, curiosa.

«Sono Peter.» Fece lui, sorridendo ed allungando un braccio per stringerle la mano.

Doveva essere felice di aver incontrato altre ragazze. Tipico.

«Io sono Vanessa, e lei è Judith.» Disse la ragazza, indicando la sua amica.

Lei fece un cenno del capo ed un sorrisetto imbarazzato. Peter diede un'occhiata alla ragazza, poi a me, e sorrise.

«Ah... e così sei Judith...» Disse, facendomi l'occhiolino.

D'istinto gli diedi un calcio sulle ginocchia, per farlo tacere. Possibile che non stava mai zitto?! Il rosso sobbalzò e fece una smorfia di dolore.

«Ahi! Il nervo!» esclamò, massaggiandosi nervosamente il ginocchio.

Le due ragazze si rivolsero degli sguardi confusi. Nessuno sapeva cosa dire, mi limitai a mangiare silenziosamente la mia pasta. Cosa potevo fare? Non avevo mai avuto certi problemi con le ragazze, di solito erano loro che facevano un passo avanti, non c'era neanche bisogno di parlare che subito le avevo conquistate. Insomma... chiunque avrebbe voluto stare in mia compagnia, perché adesso era tutto così difficile? Diedi un'occhiata a Judith, e mi accorsi che mi stava guardando. Quando vide i nostri sguardi incontrarsi, si scosse e si mise subito a guardare qualcos'altro. Ritornai con lo sguardo il mio piatto di pasta. Dio, non avevo più fame. Quanto avrei voluto fumarmi una sigaretta, sdraiato sul letto di casa mia... parlando di sigarette, i miei pensieri furono subito catapultati verso Ed. Forse lui avrebbe potuto aiutarmi... ma non potevo parlargli così davanti a tutti, avevo bisogno di un posto tranquillo.

Se Non Ci Fosse Un DomaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora