Mi volto e una Volkswagen Golf antracite si profila nella mia visuale.

Il finestrino si abbassa con un lento scroscio e il viso di Serena compare febbricitante. «Salve, fidanzatini miei. Come ve la passate?» Domanda masticando una gomma.

«Benissimo, pazza sbalestrata.» La risponde Albe ridendo. Poco dopo il motore della sua Mercedes romba.

«Sere, sei sempre la solita. Mi ha fatto prendere uno spavento.» Le dico.

«Non temere, c'è il tuo principe azzurro che ti protegge.» Urla ritraendosi per poi poggiare il piede sull'acceleratore e sfrecciare via.

«Serena è la ragazza più pazza che io abbia mai incontrato.» Constata Albe ingranando la retromarcia.

«Eh già. Le rotelle del suo cervello non hanno mai funzionato.» Mi esprimo e Albe sorride.

***

Albe ferma la sua Mercedes al ridosso del portoncino della mia abitazione. «Ti amo.» Confessa con gli occhi brulicanti di verità.

«Anch'io.» Ribatto calando lo sguardo. Lui poggia due dita sul mio mento e mi stampa un altro bacio sulle labbra.

«Quasi dimenticavo... Domani dobbiamo andare al party di Sere. Dì di sì, ti prego. Conosci Sere, mi ammazzerebbe se non l'accontentassi.» Prego con le mani incrociate e mettendo su il mogio.

«Okay.» Dice lui con voce suadente.

«Ti amo.» Solco un sorriso e prima di aprire la portiera, stampo un bacio sulla sua guancia.

Albe sparisce alle mie spalle e io mi cimento nella disperata ricerca delle chiavi.

Quanto odio le borse enormi, ma allo stesso tempo sono utili per contenere quante più cose e possibili.

Infilzo la mano scartando le cianfrusaglie e i quaderni, ma le chiavi sembrano essere misteriosamente sparite.

«Sofia. Yuuhu. I'm here.» La mamma sventola la sua mano ticchettando sull'asfalto con i suoi tacchi beige scuro.

«Mamma, potresti contenerti quando mi vedi. Ormai hai permesso a tutti i vicini di apprendere l'inglese.» Rispondo strabuzzando gli occhi in una smorfia.

«Bhe, ovvio. Sono una prof., d'inglese. È questo il mio compito.» Fa l'occhiolino.«Hai visto la nuova immagine di copertina che ho pubblicato su Facebook?» Domanda raccattando il suo smartphone.

Il suo carré biondo e liscio scodinzola come una campana e il suo vestitino nero attillato le mette in risalto le sue curve; nonostante la mamma abbia superato la quarantina il suo corpo è perfettamente sodo, ma il suo viso comincia a mostrare i segni dell'età.

Ai lati delle labbra due piccole rughe appaiono quando sorride e i suoi denti vengono sempre più danneggiati dalla nicotina.

Le sue iridi sono di una tonalità simile all'oceano e il suo gene è stato trasmesso anche me; forse è l'unico tratto che ci accomuna, per il resto siamo completamente diverse.

«Ero a scuola, mamma. Quando ti decidi ad aprire il cancello, avvisami su whatsapp.» La calzo e lei mi fa una smorfia.

«Acida! Avresti potuto mettermi un like, non chiedevo nulla di più.» Continua con aria costernata, poi raccoglie le chiavi dalla sua piccola borsa e apre il portone.

Mi lascio andare in un sospiro di sollievo.«Mi chiedo se qualche ragazza abbia una mamma isterica come la mia?!» Mi domando fra me e me.

«Ma io sono unica, tesoro. Com'era quella frase su Facebook? Aspetta, che la ricordo.»

«Mamma, tu sei veramente impazzita.» La osservo inebetita per qualche secondo, poi la pianto in asso pigiando il pulsante dell'ascensore.

L'aspetto, mentre lei bofonchia.

L'ascensore ci porta al secondo e stanca di sentirla blaterare, agguanto le chiavi aprendo la porta in ciliegio; percorro l'atrio d'entrata per poi recarmi nella mia stanza.

«Sofia, oggi cucinerò una fantastica carbonara.» Strombazza lei entusiasta dalla cucina.

«Siii!» Acconsento fiacca. Scaravento la borsa sul parquet e mi abbandono alla morbidezza del mio letto. Il telefono vibra e il nome di Alberto appare dalla schermata principale.

Domani, dopo il party di Sere, perché non ci rilassiamo solo io e te?

Rileggo il messaggio e un'ansia repressa si impossessa di me.

Io e Alberto ancora non l'abbiamo fatto.

Per l'intera durata della nostra relazione lui ha aspettato pazientemente, ma ora noto che la sua repulsione sessuale scalcia.

È solo che ancora non mi sento pronta, una remora inconscia blocca le mie intenzioni.

Poche settimane fa, mi sono spinta a poggiare una mano sull'interno gamba di Alberto, ma una vocina mi ha ordinato di bloccarmi, come se l'azione che stessi compiendo fosse sbagliata.

Rileggo il messaggio e mi mangiucchio le unghie.

Gli rispondo con tre puntini sospensivi per poi gettare il cellulare sul comò posto di fianco al letto.

Immergo le mani nei miei capelli raccolti da una fascia e sbuffo serrando le palpebre.

Alberto è così dolce e premuroso nei miei confronti e forse sarebbe giusto che il nostro rapporto arrivasse all'apice con l'atto sessuale, ma quando sono certa di spingermi oltre, puntualmente vengono cristallizzata.

Di colpo la mia mente viene stuzzicata dalla misteriosa punta del tatuaggio di Mathias, ma scaccio via il pensiero con un gesto di diniego.

Sofia, respira, stai precipitando nel panico. Alberto è il ragazzo della tua vita, quello che ti attenzioni e colui che ti ama alla follia.

Perché pensare al tatuaggio di quella specie di villano che è arrivato nella tua classe? Non ha senso. Ascolta la voce della tua coscienza.

Abbi coraggio e vedrai che la paura scomparirà e forse chissà, Alberto rimarrà stupito delle tue doti nascoste.

A tutte è stata tragica la prima volta, occorre tranquillità e vedrai che Alberto ti tratterà come una principessa.

Sì, Alberto non mi farà mai del male. Lui mi ama troppo e io amo lui.

Eppure, avverto che la mia mente è vittima di un'interruzione, come quando la tv satellitare subisce un guasto.

Mi ritorna alla mente solo quella parvenza di tatuaggio e adesso che ci rifletto sembrava essere la punta di una freccia o qualcosa di simile.

Ma dalla cucina, la mamma decide di alzare a tutto volume l'impianto stereo e la musica fracassa i miei timpani.

«MAMMA!» Urlo imbronciata alzandomi di scatto e precipitandomi in cucina.

Il Buio del Tramonto - Anime Congiunte [COMPLETATA]Where stories live. Discover now